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Beatrice Mancini, cinema italiano, film col dramma dentro, film PESO, Gerontofilia, Giulia Lazzarini, John Turturro, Margherita Buy, Nanni Moretti, piangerone
Il lutto e la riflessione sulla morte non sono elementi nuovi nel racconto cinematografico di Nanni Moretti, anzi: con l’avanzare del tempo il suo cinema sembra essere diventato uno specchio ancora più fedele delle sue riflessioni di uomo e artista maturo. Dopo essere stato identificato per anni e con un certo fastidio con il simbolo di una generazione, con Mia Madre Moretti torna a parlare di sé in maniera esplicita, trasfigurando però attraverso i suoi personaggi un momento terribile ma necessario della vita di ogni adulto: la perdita della madre.
Se il tema intenso, emotivamente carico ed esistenziale è di per sé inattaccabile e capace di parlare a un’ampia fetta di pubblico che quel momento l’ha vissuto, la forma e le modalità narrative scelte dal regista sono meno forti, soprattutto se rilette mettendo per un attimo da parte l’emozione.
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