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~ considerazioni in ando e in endo

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Archivi tag: Glenn Close

Riflettendo / Guardiani della Galassia o del canone Marvel?

20 lunedì Ott 2014

Posted by Elisa G. in 2014, Cinematografò, Riflettendo

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Tag

Benicio del Toro, Bradley Cooper, Chris Pratt, cinecomics, Costumismi, Dave Bautista, Glenn Close, i film con gli alieni e le astronavi, James Gunn, Karen Gillan, la forza salvifica dell'Ammmore, Lee Pace, lucette azzurre, Marvel, Oscar 2015, Oscars, space opera, Vin Diesel, Zoe Saldana

guardian2Dopo un’attesa estenuante e ingiustificabile, finalmente anche il pubblico italiano potrà vedere il film Marvel 2014, l’ennesimo lancio di franchise perfettamente riuscito ed incredibilmente redditizio (è notizia di poche ore fa che l’incasso worldwide della pellicola ha superato quello dell’ottimo Captain American: The Winter Soldier). La scelta della Disney di distribuire da noi un blockbuster così estivo nei modi e nell’anima è una carognata così grande che non basta il ricorrente assunto non esiste una stagione cinematografica estiva in Italia a giustificare un ritardo abnorme in un contesto culturale così globalizzato che si rischia di vedere buona parte del film via gif realizzate in Paesi dove è già stato calendarizzato prima ancora di mettere piede in sala. Insomma, Tumblr saviour sempre sia lodato (e morte a chi non tagga i suoi post!). Da parte mia, come forse già saprete, il film l’ho già visto da un pezzo, approfittando di un mio veloce passaggio all’estero e dello schermo IMAX più grande al mondo (e con un biglietto dal prezzo proporzionale).
Ho deciso però di non fare la carogna e di farvi avere il mio parere assolutamente privo di spoiler (escluso paragrafo finale ben segnalato) proprio a ridosso dell’uscita, perché pompare le aspettative per un film che gli altri dovranno aspettare ancora per tre mesi non è carino e perché sì, vale la pena mettere l’astio da parte e fiondarsi a vedere
Guardiani della Galassia nel cinema più vicino.

Dato che anche i siti italiani traboccano di recensioni del film da mesi, ho pensato di proporvi una mia riflessione sul valore del film e sul suo significato all’interno del sempre più complesso universo mediatico Marvel, completamente e assolutamente spoiler-free. Buona lettura.

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Recensionando / Albert Nobbs

18 sabato Feb 2012

Posted by Elisa G. in 2011, Cinematografò, Recensionando

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Tag

Albert Nobbs, colla vinilica, Costumismi, film col dramma dentro, film in costume, Glenn Close, Janet McTeer, lesbofilm, Mia Wasikowska, sad leo faces

(OCCHIO AGLI SPOILER!)

Glenn vs Meryl: quando fai un film per beccarti la statuetta con il ruolo col dramma dentro e qualcuno ha avuto la tua stessa pensata e scatta la Guerra.

The Iron Lady non l’ho ancora visto, ma così, a naso, Glenn Close vince la sfida accademica. Innazitutto perchè era una vita che la menava in giro che voleva fare ‘sto film e alla fine c’e’ riuscita, brava Glenn. Il come è semplice: ha tirato su il primo regista messicano che gli è capitato a tiro, un paio di persone che non dicono mai di no (Mia Wasikowska in un film in costume, ci credereste mai!?) ft attori inglesi a casaccio, paghi due lire per i set e la colonna sonora e…fatto? FATTO! E senza colla vininilica!

Infatti, come si è detto in giro, il film poggia tutto su Glenn Close, che ha sempre dimostrato di possedere il talento necessario per riuscire in un’impresa del genere. La cosa curiosa è che più che la sua performance en travesti a colpire è l’anima semplice, parsimoniosa, ingenua e piagnona di questo ometto completamente perso nel suo sogno di aprire un negozio tutto suo, a cui solo più tardi si aggiunge il risvolto sentimentale verso Mia, più che altro indotto da uno spirito di emulazione perso Hubert, l’imbianchino che scopre il suo segreto. E poi gli mostra di avere le tette anche lei per rassicurarlo/a. A questo proposito bisogna ricordare anche la prova di Jane McTeer, ingiustamente nascosta persino su IMBD, che senza le scene col dramma dentro per pigliarsi l’Oscar costruisce senza strafare una bella spalla per permettere alla Close di spadroneggiare.
Ovviamente la cosa più sconvolgente rimane GLENN CLOSE CHE NON FA UNA PAZZA PSICOTICA PRONTA AD ACCOLTELLARTI APPENA TI GIRI, MWUHAHAH.
Temo di non aver ancora superato la cosa.

Per il resto tutto nella norma o poco più sotto, per un film che soddisfa il desiderio di un’attrice e fa onestamente e con un ritmo adeguato quello che deve fare: il film discreto. Un film in costume (+1) discreto, ma con molte svolte ampiamente prevedibili (-1). Magari se evitavano quella morte posticcia che urla vendetta al cospetto dell’Academy era meglio, ma suvvia, almeno Glenn sostiene una parte *credibile* senza un mascherone sulla faccia. Capito Meryl? Probabilmente Meryl la spunterà ma non credo che Glenn si esibirà in qualche Sad Leo Faces per consolarsi. Le basterà fare la faccia di quella che sembra normale ma poi ci viene a prendere a tutti…brrrrr.

E siccome so che siete delle personcine curiose…
Mia Wasikwoska e Glenn Close limonano? Sì, ma è impossibile trovarci qualcosa di morboso.
C’e’ la scena della vestizione? No, niente.
C’e’ la scena del dottore che ti sgama perchè stai male? Sì ma post mortem
C’e’ la lesbica che sembra un uomo? DUE.

Menzione d’onore al bimbetto che sgama tutte le donne vestite da uomini fissandole negli occhi, con il suo vestito alla scolaretta e i suoi boccoli d’oro.

Lo vado a vedere?  Chiariamo. Se vi piacciono i film tranquilli, in costume, differenze di classe bla bla bla può andare, ma non è un lesbofilm. Niente morbosetterie, ze-ro.
Ci shippo qualcuno? Non è che se ci sono le lesbiche allora non ci sono i gay. C’e’ proprio una coppia canon, ma così di sfuggita.
Costumismi? Niente di urlato, ma l’atmosfera c’era. Anche se faceva più Londra che Dublino, valli a capire.

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SFF lover, pro reviewer, every day shipper.

Elisa Giudici, talvolta Gardy, sempre io.

Malvagia, misteriosa ed esotica, ho finito per fare del mio recensire a tempo perso un lavoro, tranne qui, dove continuo a perdere tempo dietro a cinema, letteratura e televisione.

Elargisco aggettivi e rintraccio sottotesti dalla nebbie padane, sognando tappeti rossi, viaggi interstellari, drammi vittoriani e statuine dorate.

Il mio animale totemico è un fottuto cervo metaforico (FCM).

Se "ci shippo qualcuno?" è la vostra domanda, questo blog è la risposta.

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