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cinema italiano, commedia all'italiana, delicate palette cromatiche, dramma familiare obbligatorio, fatto con du lire, Ferzan Ozpetek, Halit Ergenç, Herbert Ballerina, Maccio Capatonda, se capisce e non se capisce, Selim Bayraktar, Tuba Büyüküstün
Nonostante come critica vorrei somigliare al solido, rassicurante e paterno Ettore, purtroppo molti di voi si sono accorti del mio tallone d’Achille: il cinema italiano. Ebbene sì, soffro di una spesso non giustificabile insofferenza verso i prodotti italiani, un’alterigia che mi porta costantemente a perdermi le nostre migliori uscite dell’anno. Finisce sempre che recupero in tempo utile per parlarvene solo le maggiori uscite festivaliere e qualche tragico lungometraggio a cui ho dato una chance, pentendomene amaramente.
A mia discolpa posso dirvi che sono uscita abbastanza provata dal pomeriggio di proiezioni stampa che mi hanno sottoposto in rapida successione alla visione delle due uscite tricolori della settimana: Omicidio all’Italiana di Maccio Capatonda e Rosso Istanbul e Ferzan Ozpetek.