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~ considerazioni in ando e in endo

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Archivi tag: Jeremy Renner

Avengers: Endgame / Thanos ha vinto

23 martedì Apr 2019

Posted by Elisa G. in 2019, Cinematografò, Riflettendo

≈ 3 commenti

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Anthony e Joe Russo, Chris Evans, Chris Evans faccia di cera, Chris Hemsworth, cinecomics, il disperato urlo silenzioso della fangirl in incognito, Jeremy Renner, Mark Ruffalo, Marvel, piangerone, Robert Downey Jr, Scarlett Johansson, supereroi con superproblemi

Thanos ha vinto. Da quello schiocco di dita non si torna indietro, non importa quanto (tanto) e cosa succeda in Avengers: Endgame, il finale di partita già annunciato in maniera sibillina da Doctor Strange durante Infinity War.
Thanos ha già vinto, nella misura in cui il suo schiocco di dita è entrato nell’immaginario collettivo globale, definendo uno dei pochi punti di svolta e di non ritorno del complesso e talvolta ripetitivo e paraculo mondo dei cinecomics in quest’epoca di usato sicuro e rischio zero. A diventare cenere non sono stati solo metà dei supereroi e degli esseri viventi dell’intero cosmo, ma anche larga parte di un certo approccio – in via di superamento – di concepire e costruire cinecomics.

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Recensionando / I segreti di Wind River

06 venerdì Apr 2018

Posted by Elisa G. in 2018, Cinematografò, Recensionando

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Cannes 2017, Elizabeth Olsen, Gil Birmingham, indianume, Jeremy Renner, Kelsey Asbille, morti ammazzati, poliziesco, Taylor Sheridan

La fortuna vive in città è quel genere di battuta memorabile con cui uno sceneggiatore di razza farcisce un film, specie se decide di farlo diventare il suo esordio in veste di regista. Sui lungometraggi che raccontano il cuore nudo e cupo degli Stati Uniti Taylor Sheridan non ha certo bisogno di lezioni, avendo scritto negli ultimi anni esempi strepitosi di analisi cinematografiche della violenza istituzionalizzata alla base degli Stati Uniti d’america, da Sicario (di cui ha appena firmata anche la sceneggiatura per il sequel) a Hell or High Water.
Lo scontro tra natura selvaggia (il confine spaccato dal sole con il Messico, gli spazi immensi texani e qui le montagne impervie del Wyoming) e violenza degli abitanti rivolta contro altri essere umani sembra essere il conflitto che genera la sua stessa scrittura. Un conflitto che ha a sua volta radici profonde e attuali, che generano discriminazione e disuguaglianza, che nutrono l’attuale società statunitense.
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Recensionando / Arrival

16 lunedì Gen 2017

Posted by Elisa G. in 2016, Cinematografò, Recensionando

≈ 14 commenti

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Amy Adams, Bradford Young, Denis Villeneuve, fantascienza, Forest Whitaker, fotografia leccatissima, i film con gli alieni e le astronavi, il film SciFi rivelazione dell'anno XXXX, Jóhann Jóhannsson, Jeremy Renner, Mark O'Brien, venezia 73

arrival_locandinaArrival è il film di fantascienza del 2016 e sarà probabilmente la pellicola scifi dell’annata per noi che lo vediamo arrivare al cinema solo ora. Ci tengo a sgombrare il campo da dubbi sin da subito: è bellissimo, così bello che ormai si è dissolto ogni mio timore circa la possibilità che Denis Villeneuve possa avere qualche chance di uscire dignitosamente dalla sfida del sequel di Blade Runner, che sta girando in questi mesi.
Ovviamente il presupposto è che abbia mano libera in fase di composizione del film e che la sceneggiatura che si ritrovi per le mani sia all’altezza del compito e della sua bravura, che dopo una cinquina di film notevoli, sembra sempre più sconfinata. Certo partiva da uno dei racconti più potenti e memorabili di uno scrittore fantascientifico del calibro di Ted Chiang, ma proprio per questo il rischio di non essere all’altezza della fonte era molto alto. Da amante del genere, non posso che sperare che altre opere SFF capitino tra le mani di Villeneuve.
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Specialando / Tutti i film di Venezia 73 #1

31 mercoledì Ago 2016

Posted by Elisa G. in 2016, Cinematografò, Recensionando

≈ 1 Commento

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Alicia Vikander, Christopher Murray, Damien Chazelle, Denis Villeneuve, Derek Cianfrance, Emma Stone, Forest Whitaker, i film con gli alieni e le astronavi, J.K. Simmons, Jake Gyllenhaal, Jeremy Renner, Michael Fassbender, Rachel Weisz, Ryan Gosling, Sonoya Mizuno, Ted Chiang, Tom Ford, venezia 73, Wim Wenders

Venezia 73: tutti i film in concorso e gli eventi più attesi fuori concorso dal 31 agosto al 2 settembre 2016.

lalaland

Son tutte presentazioni complete di locandine, trailer e pregiudizi, ma nessuna recensione, perché non sono al Lido ma in vacanza. La me stessa del passato però non è riuscita proprio ad esimersi dallo specialone, che ha scritto per tempo. Buona lettura!
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Recensionando / Captain America: Civil War

23 sabato Apr 2016

Posted by Elisa G. in 2016, Cinematografò, Recensionando

≈ 12 commenti

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Anthony e Joe Russo, Anthony Mackie, Chadwick Boseman, Chris Evans, cinecomics, Daniel Brühl, Don Cheadle, Elizabeth Olsen, Emily VanCamp, film coi pugni nelle mani, Frank Grillo, hair porn, il disperato urlo silenzioso della fangirl in incognito, Jeremy Renner, John Slattery, Marisa Tomei, Martin Freeman, Marvel, nazisti cattivissimi, omoaffettività, Paul Bettany, Paul Rudd, Robert Downey Jr, Scarlett Johansson, scienziati che combinano casini micidiali, Sebastian Stan, spara spara ci stanno massacrando, spiegazioni cazzare, supereroi con superproblemi, Tom Holland

civilwar_sebDa che parte stai? Chiede imperiosa la locandina di Captain America: Civil War, terzo capitolo del franchise dedicato al Cap e capitolo 2.5 di Avengers per ambizioni produttive e vastità di cast da gestire.
Se i Vendicatori divisi cadranno, cinematograficamente parlando la loro unione (e il loro numero sempre crescente) hanno provato più e più volte che il troppo storpia, o quanto meno il tanto non paga. Ecco, posto che io #TeamCap tutta la vita (specialmente nella continuity cinematografica) e che in particolare sto spudoratamente dalla parte di Bucky, bisogna ammettere che il duo registico Russo ha smentito i mezzi fallimenti di Whedon e Snyder, provando che sì, è possibile creare un film d’intrattenimento puro ben orchestrato e mai troppo pesante, dando spazio a circa una ventina di personaggi, ammiccate a parentesi televisive e a capitoli di là da venire. Insomma, a tirar fuori un film ponte verso qualcosa di più risolutivo (Infinity War?) senza per questo renderlo pesante o inutile e anzi, provando finalmente a cambiare registro nel copione ormai rodato del tipico film Marvel.

Info utili:

  • C’è solo una scena extra, posizionata tra i titoli di coda “di testa” (quelli animati) e il roll nero con tutto il cast tecnico. EDIT- a differenza di quanto mostrato alla stampa, c’è anche una seconda scena alla fine fine fine dei titoli di coda, con protagonista Spidey.
  • Il post è diviso in una parte spoiler free e una di considerazioni spoiler ben segnalate.
  • Per comprendere il film è necessario aver visto almeno Winter Soldier e Age of Ultron, ma non farebbe male aver visto anche Ant-Man e la serie televisiva di Agent Carter.

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Recensionando / Mission: Impossible – Rogue Nation

24 lunedì Ago 2015

Posted by Elisa G. in 2015, Cinematografò, Recensionando

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Alec Baldwin, base militare russa, Christopher McQuarrie, cool guys don't look at explosions, doppio triplo gioco quadruplo specchio riflesso, figa-macchinone-esplosioni, gente figa, Gerontofilia, Jeremy Renner, l'addominale prende aria, Rebecca Ferguson, Sean Harris, Simon Pegg, Tom Cruise, uno spia l'altro pure, Ving Rhames

mirogue5In un 2015 in cui ogni serie vecchia o nuova incentrata sullo spionaggio ha fatto la sua mossa in attesa dell’uscita di 007 Spectre, non poteva certo mancare uno degli epigoni moderni più noti e amati sul grande schermo, Ethan Hunt, l’uomo delle missioni impossibili. Diciannove anni e quattro film dopo lo straordinario esordio di Brian de Palma, all’attore d’azione per antonomasia, almeno prima che la sua stella si oscurasse un bel po’, è riuscito un vero colpaccio: Tom Cruise è uno dei re dell’estate cinematografica. Se dopo Ghost Protocol sembrava che il periodo di transizione verso il nuovo Ethan fosse ormai verso la conclusione, un nuovo solidissimo capitolo come Mission:Impossible – Rogue Nation lo ha consacrato a 53 anni come uno degli attori più affidabili per i ruoli d’azione con un risvolto ironico.
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Recensionando / Avengers: Age of Ultron. Una recensione character driven

22 mercoledì Apr 2015

Posted by Elisa G. in 2015, Cinematografò, Recensionando

≈ 23 commenti

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Aaron Taylor-Johnson, awwww!, c'e' anche un po' d'Italia, Chris Evans, Chris Evans faccia di cera, Chris Hemsworth, cinecomics, Cobie Smulders, Costumismi, Disney, Elizabeth Olsen, figa-astronavi-esplosioni, film coi pugni nelle mani, gente figa, hair porn, Hayley Atwell, Idris Elba, il disperato urlo silenzioso della fangirl in incognito, James Spader, Jeremy Renner, Joss Whedon, le mani addosso!, Linda Cardellini, Mark Ruffalo, Marvel, omoaffettività, Paul Bettany, Robert Downey Jr, Samuel L. Jackson, Scarlett Johansson, science bros, scienziati che combinano casini micidiali, shippabbestia, spara spara ci stanno massacrando, spiegazioni cazzare, supereroi con superproblemi

aveii1Pare proprio che non mi riesca di fare una recensione su un cinecomics Marvel che non sia super cazzara. Anzi, più il film è giga-roboante-esplosioni-effetti speciali e quel poco di gnocca che il marchio Disney consente, più io sento il bisogno di rivolgermi al fandom, ovvero quella piccola nicchia di appassionati in cui si è riversato tutto il pubblico generalista, rendendo i Marvel studios un impero. Oggi giorno tutti siamo un po’ fan della Marvel, tutti abbiamo un Vendicatore del cuore e quell’easter egg che siamo convinti di aver visto solo noi, giusto?
Per questo motivo ho deciso di sfornare la recensione più paracula, più character driven mai vista: un paragrafo a personaggio, tirando le somme di quali fandom escono vincitori dal secondo capitolo della giga saga Marvel in cui tutti prima o poi faranno una comparsata (Spiderman, mi riferisco a te).
Primo paragrafo collettivo spoiler free, poi è terra bruciata. Abbiamo smesso di far finta che non ci precipiteremo al cinema al primo giorno di proiezione dallo scorso Avengers, giusto?

Segue, nel dettaglio, come la Marvel cercherà di spillarvi soldi nell’estate 2015. Come sempre, gif incluse!

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Recensionando / The Immigrant

18 giovedì Lug 2013

Posted by Elisa G. in 2013, Cinematografò, film PESO, Recensionando

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Cannes, Cannes 2013, Dagmara Dominczyk, film col dramma dentro, film in costume, James Gray, Jeremy Renner, Joaquin Phoenix, Marion Cotillard, Prostituzione su celluloide, tristezza a palate

the immigrant locandinaGià con la totale assenza di una locandina da mettere fuori dal cut The Immigrant si guadagna un’oncia del mio odio purissimo. [EDIT: Finalmente hanno pubblicato una locandina decente.]
Capisco l’approccio più che canonico sia in fase di scrittura che in fase di regia e l’ombra nostalgica che permea tutto il comparto tecnico ( la storia proprio no), ma James Gray, almeno una locandina del piffero potevi portartela a Cannes 2013! Una foto a caso come quella qui a lato, ci schiaffavi su “The Immigrant”, i nomi dei protagonisti e bon, apposto.
La prevedibilità del plot narrativo di una giovane emigrante polacca (occhio al falso amico del titolo!) con tanto di crocifisso e fede in Dio incrollabile, costretta a prostituirsi per far approdare anche la sorella malata di tubercolosi nel pieno dell’american dream contro cui si è infranta la sua integrità morale è pari solo alla sequenza di ovvietà che sto per propinarvi, quindi anticipo uno dei pochi dati importanti. L’uscita del film è già stato annunciata dalla BIM per il 2014.
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Recensionando / Hansel & Gretel – Cacciatori di Streghe

02 giovedì Mag 2013

Posted by Elisa G. in 2013, Cinematografò, Recensionando

≈ 1 Commento

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a mille ce n'è nel mio cuore di fiabe da narrar, Atli Örvarsson, baracconate, Costumismi, Famke Janssen, film coi pugni nelle mani, Gemma Arterton, gente figa, Hans Zimmer, Jeremy Renner, lesbofilm, Pihla Viitala, Tommy Wirkola

Stavolta veramente non c’è bisogno che io stia qui a farvela lunga, siete maturi abbastanza. Guadatevi il trailer e decidete se vederlo oppure no. Infatti se c’è una cosa che non manca a questo ennesimo rimaneggiamento fiabesco, calato a forza da MTV studios e dal produttore Will Ferrell (sto infierendo, sì) in un guazzabuglio pulp, horror e un po’ steam punk, è proprio l’onesta.
Il promo rende perfettamente l’idea di quel che vedrete: qualche versante sorprendente il film ce l’ha anche, ma è sostanzialmente la versione lunga di quegli spezzoni, in virtù e debolezze.

hansel e gretel gemma arterton gretel

Il momento lungamente atteso in cui posso mettere un sacco di foto di Gemma Arterton

Insomma, se siete in grado di capire l’ironia e il divertimento dietro alla violenza volutamente esagerata e lo spatter imperante, fateci un pensierino, magari dopo il 9 maggio, che vi costa 3 euro. Insomma, se siete un po’ più maturi della critica che lo ha massacrato perché “ma come è violentoooo!”, mancando completamente il punto.

Pur calando nel suo genere di riferimento, Hansel & Gretel: Witch Hunters non è esattamente un film memorabile. Ha comunque qualche motivo di attrattiva parecchio inaspettato, che vi spiegherò in dettaglio e mild SPOILER dopo il cut, solo per il gusto di poter parlare un po’ di Gemma Arterton.

QUI la versione ridotta e spoiler-free su LoudVision.
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Recensionando / Mission Impossible – Protocollo Fantasma

12 domenica Feb 2012

Posted by Elisa G. in 2011, Cinematografò, Recensionando

≈ 2 commenti

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Brad Bird, catfight, fangirlism, figa-macchinone-esplosioni, Gente che guarda i film coi sottotitoli in ceco, Jeremy Renner, Josh Holloway, Léa Seydoux, Mission Impossible Ghost Protocol, no le controfigure no!, pressapochismo geografico, russi cattivizzimi, Ship Sheep, shippabbestia, tecnologia tarocca, Tom Cruise

Premetto che forse la comprensione complessiva del film è andata un po’ a puttane. Insomma, uno dice “proviamo ‘sto IMAX che ce l’hanno in Repubblica Ceca, quello vero, mentre noi in Italia no!” e cosa scegli? Scegli Mission Impossible Ghost Protocol, che tanto ci son le scene d’azione e il parlato non è fondamentale. In inglese, col sottotitolo inutile in ceco, ma tanto ce la si fa no?
Non proprio, per due motivi:

  1. Jeremy Renner alterna a frasi in inglese frasi pronunciate con un accento così ermetico che pensavo parlasse in ceco.
  2. Per fare gli sboroni, oltre che lanciarsi dal grattacieli, Tom & compagni parlano in russo. E se ha il sottotitolo in ceco può essere un problema.

Detto questo, facciamola breve: MI4 è un bel capitolo della saga di Mission Impossible. Quindi intrattenimento a manetta, inseguimenti spericolati, fighe combattenti, gente dei telefilm che muore subito (Josh Holloway con una nuance più castana del solito), i russi cattivissimi, l’agente Ethan che c’ha delle sfighe pazzesche, maschere, tecnologia tamarra, la scena del grattacielo.

Come saga, MI ci ha abituato ad essere più influenzata dal regista di turno che da un tentativo di sequenzialità. Non che gli anni non passino, lo scorgiamo dal viso e dal pettorale non più sodo di Tom Cruise, dalle nuove location piene di soldi di riferimento (Dubai*), da un certo scetticismo di fondo che serpeggia verso la tecnologia (infatti i gadget dell’episodio sono uno più fuffo dell’altro, tanto che viene il sospetto che siano stati ordinati da un rivenditore di Hong Kong su Ebay). Non per usare paroloni, ma un lieve scetticismo verso il modernismo tecnologico ci sta tutto. Poi c’e’ un megattentato realizzato da uno che entra ed esce dal Cremlino come gli pare e piace e Ethan stesso ci mostra che fai un corridoio, giri a destra, esci da un cancelletto e PAM! sei fuori dal Cremlino, ma appunto, è Mission Impossible.

Il cambiamento più rilevante dopo il terzo capitolo snaturato, scivolato troppo nel drammatico (cosa faceva paura Philip Seymour Hoffman, PAURA!) è la direzione di Brad Bird, uno che dal curriculum all’indole personale sembra essere perfetto per creare azione pura, coinvolgente ed elettrizzante, sforzando i meccanismi del reale e sfiorando la cagata pazzesca senza farcelo intuire troppo. Non vi dico quante craniate prende Ethan (quella al rientro dalla stanza dei server produce il THUND! distinto del piccione spiaccicato sul vetro, per non parlare della scena finale). Ovviamente c’e’ la scena ai confini della possibilità con grattacielo. Forse il meglio del peggio digeribile è la lente a contatto stampante wireless, ma anche la corsa a piedi nella tempesta di sabbia ha un certo che di puttanata che merita una citazione. Sennonchè Brad Bird scansa agilmente il pericolo di strafare, piazzando lì un paio di riprese canoniche (la ripresa del grattacielo visto dall’alto) con altre più personali e originali. Poi, sul finale, ci ricorda che lui è un regista d’azione sì, ma l’azione con un grande cuore dietro.

Anche la sceneggiatura sta al gioco, rispolverando un po’ i classici del genere. Megacaso di tradimenti e spionaggiocontrospionaggio con uno scienziato pazzo (Fringe anyone?) che vuole far partire un’atomica…aspetta, com’era la vaccata? Ah sì, perchè se ci scanniamo tutti uno contro l’altro quei pochi che sopravvivono sono i migliori tra di noi. EH.
Menzione d’onore per i cattivissimi russi che fanno la figura dell’ispettore Zenigata con Ethan. Roba da gelare i contatti diplomatici con Hollywood. La scena del cornicione è esemplare, con Ethan che potrebbe saltare, e il russo lo lascia fare non si sa bene perchè. Ethan però temporeggia, perchè pensa “attutire la caduta dal terzo piano atterrando su un cassonetto pieno di immondizia? Naaa, TROPPO FACILE! Ecco, mi lancerò utilizzando la cintura per scivolare su questo filo dell’alta tensione e planare leggiadro su quel camioncino in moviment…THUND!” Craniata.
LOL PURO.

Insomma, la casa offre i suoi classici. Se siete amanti del genere, è proprio il caso di darci un’occhiata. Non che manchino i difetti. Renner, per esempio, è relegato al ruolo di spalla, sottolineandone un milione di volte la sudditanza psicologica verso il fighissimo Ethan e innescando una gravissima spirale di shippaggio fangirlistico. Insomma, lui vive nel dramma perchè ha mollato la moglie di Ethan in albergo da sola mentre la doveva proteggere, preferendo stalkerare Ethan che faceva jogging. Perchè!? Perchè gli fa certe faccette? E perchè Ethan gli fa lo spiegone finale con tanto di occhi “no, non te ne andare, io non ti porto rancore e voglio essere tuo amico!”? AAAAAHHHH, SOSPETTO.
La spalla comica la copre di nuovo Simon Pegg, quindi sapete che aspettarvi. Nota *dolentissima* sul comparto figa combattente; Paula Patton si ritrova un personaggio lì in bilico dal farsi Ethan/William, ma niente. RIMANE VESTITA TUTTO IL FILM. Nel timore di, boh, renderla la figa da asporto per completare il team, si sono scordati di caratterizzarla in toto e la Patton sta lì, sperduta, non sapendo bene se fare la seria, la sexy o quella incazzata. Un tedio colossale. Oh sì, ero la fidanzata di Josh Holloway e voglio tanto male alla tipa bionda spia russa/francese che lo ha coppato. Fine caratterizzazione, intorno al minuto 10 del film. Seriamente. Ad un certo punto ci infilano pure un catfight e io speravo tantissmo in una cosa *epica* (no, non mi precludo nessuna sfumatura del fangirlismo, manco quelle da camionista calendaro), ma niente. Lascia invece un’ottima impressione Léa Seydoux, alle prese con uno stereotipo vivente: tizia spia bionda occhi azzurri che vuole i diamanti e li nasconde nella borsa di Prada (o Gucci? Annoso dubbio). Seriamente.

Lo vado a vedere? Se il concetto alla base dell’intera saga ti piace, sì. Se hai sempre martoriato l’anima ai tuoi amici dicendogli quanto ti faccia cagare la saga, mh, dunque, NO.
Ci shippo qualcuno? Qui scatta direttamente la ShipSheep
.
Probabilmente non era voluto, ma tutta la storia legata alla morte della moglie e la venerazione ft senso di colpa di Renner verso il veterano Tom…EH.
Coefficiente mi sistemo il ciuffo e salto nel vuoto? Altissimo, of course.

*Una delle cose che adoro di queste pellicole è che il presupposto è che tu spettatore sia mezzo deficiente. Non basta scrivere DUBAI grosso così, no! Loro ti mettono pure le dune, la tempesta di sabbia, le scritte in arabo sui cartelli dell’autostrada e UNA MANDRIA DI DROMEDARI. Così, per andare sul sicuro.

 

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SFF lover, pro reviewer, every day shipper.

Elisa Giudici, talvolta Gardy, sempre io.

Malvagia, misteriosa ed esotica, ho finito per fare del mio recensire a tempo perso un lavoro, tranne qui, dove continuo a perdere tempo dietro a cinema, letteratura e televisione.

Elargisco aggettivi e rintraccio sottotesti dalla nebbie padane, sognando tappeti rossi, viaggi interstellari, drammi vittoriani e statuine dorate.

Il mio animale totemico è un fottuto cervo metaforico (FCM).

Se "ci shippo qualcuno?" è la vostra domanda, questo blog è la risposta.

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