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Alan Tudyk, Ben Mendelsohn, Diego Luna, Donnie Yen, father issue, Felicity Jones, Forest Whitaker, Gareth Edwards, Jiang Wen, Mads Mikkelsen, Riz Ahmed, spara spara ci stanno massacrando
È davvero un’amara morale quella che porto a casa da Rogue One, lo spin-off / prequel di Star Wars che sembra avere tra le sue missioni anche quella di spuntare tutte le caselle che ho sempre rimproverato alla serie classica di ignorare sistematicamente.
La storia dei ribelli dell’Alleanza, impegnati nel tentativo disperato di sabotare la Morte Nera, è per le prima volta sporca, terrena, concreta, talvolta quasi cattiva, mettendo da parte quel buonismo e soprattutto quella semplificazione morale che metteva i buoni qui e i cattivi lì, su una linea che misurava l’intensità del personaggio (positivo o negativo) usando come scala la Forza.
Libero dagli affanni dei seguiti ma costretto in una finestra temporale stringente e visivamente così datata da risultare quasi ingrata, Rogue One potrebbe essere paradossalmente un gran bel film, ma un capitolo mediocre dell’epopea di George Lucas.
Lo caccio su allo scadere dell’embargo, senza nemmeno rileggere, perciò brace yourself, grammar nazi.