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~ considerazioni in ando e in endo

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Archivi tag: John le Carré

Specialando / il Listone Libri 2019

12 domenica Gen 2020

Posted by Elisa G. in il Listone, Libreria, Specialando

≈ 4 commenti

Tag

Amal El-Mohtar, C.L. Polk, China Miéville, edizioni e/o, Elena Ferrante, Enchi Fumiko, fantasy, giapponesi tristi forte, Ian McDonald, il Listone, John le Carré, Jun'ichirō Tanizaki, letteratura giapponese, Max Gladstone, new weird, omoaffettività, Roberto Bolaño, Safarà editore, Saga press, Yuko Tsushima, zona 42

A seguire i dieci libri che più ho amato e che più mi sono rimasti nel cuore o nella mente tra quanto ho letto e completato nel 2019. Come sempre, dato che il mio monte letture annuale non spiluccate o testate non supera la cinquantina di unità, i titoli caldamente raccomandanti/imperdibili sono da considerarsi i tre sul podio o poco più. Dieci titoli sono pur sempre più di un quinto del totale, ma potreste trovare qualcosa di vostro interesse anche nella parte bassa della classifica.

Nelle puntate precedenti…
[Listone 2018] [Listone 2017] [Listone 2016]
[Listone 2015] [Listone 2014] [Listone 2013]
[Listone 2012]
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Pagine: 1 2

Recensionando / The Little Drummer Girl di Park Chan-wook

28 mercoledì Nov 2018

Posted by Elisa G. in 2018, Recensionando, seriale

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Tag

Alexander Skarsgård, Charles Dance, Costumismi, delicate palette cromatiche, Florence Pugh, John le Carré, Michael Shannon, Park Chan-wook, regia, uno spia l'altro pure

Brucia con una fiammata di sfavillanti colori, emette scintille luminose e il suo fumo sale lentamente fino ad essere visibile in ogni angolo dell’affollatissima ma spesso sterile landa televisiva contemporanea: è The Little Drummer Girl, la miniserie evento di BBC (trasmessa negli Stati Uniti da Amc e ancora inedita in Italia) che rischia davvero di essere tra le migliori produzioni televisive di quest’annata. No, anzi, cancellate pure il “rischia” e appuntatevela come un titolo da provare assolutamente.
Non che ci si potesse aspettare di meno dalla combustione spontanea di elementi tanto pregiati. Ci sono interi film e svariate serie TV che si sostengono su uno solo dei nomi che concorrono alla realizzazione di un prodotto che di nuovo non ha davvero nulla, ma la cui qualità prova quanto la formula televisiva classica sia difficile da battere.

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Specialando / il Listone Libri 2017

07 domenica Gen 2018

Posted by Elisa G. in 2017, il Listone, Libreria

≈ 4 commenti

Tag

Ali Smith, Booker Prize for Fiction, Dave Hutchinson, Ellen Klages, fantascienza, fantasy, Gardy consiglia, George Smiley, grimdark, i libri con gli alieni e le astronavi, il Listone, John le Carré, Kameron Hurley, letteratura sudamericana, Literary Fiction, Manuel Puig, Naomi Alderman, Patricia Highsmith, Richard K Morgan, saggistica, Sofia Smatar, Takeshi Kovacs, uno spia l'altro pure

Questi sono i dieci libri che più ho amato e che più mi sono rimasti nel cuore o nella mente nel 2017. Una top ten su un totale di una cinquantina di letture annuali costituisce una fetta non indifferente, quindi i veri must read sono da considerarsi i tre sul podio.

Inoltre il Listone è decisamente influenzato dal mio gusto personale e comprende anche titoli dei decenni passati. Per un riepilogo dei titoli letterari importanti del 2017, vi consiglio di curiosare nella selezione fatta per Players Magazine.

Nelle puntate precedenti…
[Listone 2016] [Listone 2015] [Listone 2014] [Listone 2013] [Listone 2012]

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Recensionando / Il nostro traditore tipo

05 giovedì Mag 2016

Posted by Elisa G. in 2016, Cinematografò, Recensionando

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Tag

Anthony Dodd Mantle, Damien Lewis, Ewan McGregor, Grigoriy Dobrygin, Hossein Amini, John le Carré, Mark Gatiss, Mark Stanley, Naomi Harris, russi cattivizzimi, spionaggio, Stellan Skarsgård, Susanna White, uno spia l'altro pure

our_kind_of_traitor_locandinaL’ultimo di una lunga e fortunata serie di adattamenti tratti dai romanzi di spionaggio di John Le Carré approda curiosamente in Italia una settimana prima della sua uscita ufficiale nel Regno Unito.
A livello letterario, Il nostro traditore tipo viene ricordato come una delle migliori prove dell’ultima produzione di Le Carré, pur non arrivando ai livelli dei suoi capolavori, quelli con lo sfuggente e indimenticabile George Smiley.
A dare nuova linfa creativa allo scrittore è stato l’improvviso ritorno dell’ultimo decennio di tensioni diplomatiche e tentativi di spionaggio industriale tra Occidente e Mosca, che ha visto proprio Londra teatro di incidenti degni delle fasi più concitate della Guerra Fredda (l’avvelenamento da Polonio fa così guerra nucleare, non vi pare?).
A livello cinematografico invece su entrambe le sponde dell’Atlantico nessuno perde l’occasione per portare al cinema qualche nuovo pezzo della bibliografia dello scrittore: se i risultati variano dal molto buono alla perfezione, nessuno ha mai davvero lasciato un forte impatto sulla memoria collettiva del pubblico. Mi sento già da ora di escludere che Our Kind of Traitor possa farcela dove i suoi predecessori hanno fallito.

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Recensionando / La spia

02 domenica Nov 2014

Posted by Elisa G. in 2014, Cinematografò, Recensionando

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Tag

Anton Corbijn, Daniel Brühl, father issue, Grigoriy Dobrygin, Homayoun Ershadi, i nostri amici arabi, John le Carré, Mehdi Dehbi, Nina Hoss, Philip Seymour Hoffman, Rachel McAdams, Robin Wright, uno spia l'altro pure, Willem Dafoe

most wanted1Non ho mai fatto mistero della mia totale, assoluta adorazione per il film “La Talpa”, perciò mi fa molto piacere vedere come la lezione di Alfredson su come sia ancora possibile fare un film di spionaggio assolutamente perfetto abbia spinto tanti produttori a investire su questo filone. Produttori europei impegnati a rivalutare un genere affossato da una serie di pellicole americane che avevano ridotto l’intelligence a un guazzabuglio roboante di gadget supertecnologici e vendette personali #perlalibertà, dividendo il mondo in americani buoni costretti a fare cose brutte per fermare gli arabi cattivi.
A most wanted man continua il lavoro di rilancio del genere affrontando il passo successivo; se infatti “La talpa” era aiutata nel suo porre di nuovo l’accento sulla componente umana dall’ambientazione tecnologicamente arcaica della Guerra Fredda, stavolta l’ambientazione è praticamente contemporanea.

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Commentando / A Servizio di sua Maestà

24 giovedì Ott 2013

Posted by Elisa G. in Cinematografò, Commentando

≈ 1 Commento

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007, Benedict Cumberbatch, englishness, Gardy consiglia, Ian Fleming, John le Carré, Tomas Alfredson, uno spia l'altro pure

thinker taylor soldier spy locandinaGiunge l’autunno, si avvicina l’inevitabile bilancio di vita e cinema di fine anno. Di fronte a tanto malinconico tirar di somme, un po’ di nostalgia dovrebbe essere consentita.
Trovo che una delle sfumature più ammaliatrici del cinema sia il fatto che, a furia di mimetizzare la finzione nella sua mimica della realtà, finisca spesso per replicarne i meccanismi.
A differenza della realtà governata dalla natura, nel cinema ogni legge dettata dalla scienza e dalla quotidianità viene rispettata o infranta secondo il volere dell’uomo, con l’unico limite della tecnologia. Spesso il Maestro è colui che apre una strada inesplorata per ovviare le ristrettezze tecnologiche che lo costringono. Fare cinema, come in ogni ambito creativo, significa essere il dio cui spetta l’ultima scelta, anche se solo per la spanna temporale di una pellicola. A differenza delle altre arti, qui si tenta di rendere naturale questa creazione, con gli strumenti più efficaci per farlo: immagini al posto dell’immaginazione del lettore, rumori e voci al posto della musica del compositore, il buio della sala ad occultare la realtà.
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Recensionando / La Talpa

28 martedì Feb 2012

Posted by Elisa G. in 2011, Cinematografò, film PESO, Recensionando

≈ 5 commenti

Tag

Benedict Cumberbatch, Colin Firth, Costumismi, film con Mark Strong, Gary Oldman, gary stu, il tracollo di Yuki Eiri, John le Carré, Mark Strong, omoaffettività, ritratto di relazioni umane prima che lavorative, russi cattivizzimi, Ship Sheep, shippabbestia, Tinker Taylor Soldier Spy, to smirk, Tom Hardy, Tomas Alfredson, uno spia l'altro pure

Non solo è uno dei film più belli di un 2011 cinematografico un po’ avaro, il secondo titolo importante di  Tomas Alfredson è un film che cresce nel post visione. In sintesi, La Talpa è un film veramente meritevole e se siete stati così sprovveduti da perdervelo nonostante il calore dedicatogli dalla critica, filate immediatamente a recuperarlo.
Incentrato su un intrigo di spionaggio reso celebre dal romanzo di John le Carré, la pellicola non ricalca le classiche modalità di racconto tipiche della Guerra Fredda: niente azione, niente rocamboleschi inseguimenti, niente gadget prototecnologici.
Che il film sia guidato da Alfredson è palese nel suo approccio alla storia; divisi tra la Repubblica Ceca e il Regno Unito, i destini dei protagonisti sono tratteggiati attraverso lunghe sequenze d’atmosfera, dialoghi sussurrati, un gusto innegabile per il racconto visivo, cinematografico ante litteram, senza troppe spiegazioni di contorno.

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SFF lover, pro reviewer, every day shipper.

Elisa Giudici, talvolta Gardy, sempre io.

Malvagia, misteriosa ed esotica, ho finito per fare del mio recensire a tempo perso un lavoro, tranne qui, dove continuo a perdere tempo dietro a cinema, letteratura e televisione.

Elargisco aggettivi e rintraccio sottotesti dalla nebbie padane, sognando tappeti rossi, viaggi interstellari, drammi vittoriani e statuine dorate.

Il mio animale totemico è un fottuto cervo metaforico (FCM).

Se "ci shippo qualcuno?" è la vostra domanda, questo blog è la risposta.

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