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base militare russa, Dennis Kelly, Jude Law, Kevin MacDonald, Michael Smiley, nazisti cattivissimi, ritratto di relazioni umane prima che lavorative, Scoot McNairy, sottomarini, Tobias Menzies
Il mondo dei sottomarini cinematografici ha regole a se stanti, lontane dalla realtà militare: la prima e la più importante prescrive che non appena s’immergerà il veicolo in questione, sia ad Honolulu, nell’Artico o, come in questo caso, nel Mar Nero, succederanno casini tali da mettere in pericolo l’intero equipaggio e far disperare per la sopravvivenza dei virili marinai a bordo. L’esplosione a bordo mentre si è sott’acqua poi è praticamente irrinunciabile.
A queste e ad altre convenzioni del genere non sembra proprio volersi sottrarre Black Sea, l’ultima prova di Kevin MacDonald, impegnatissimo nel restituire l’ambiente claustrofobico, sporco, malsano sia a livello fisico che psicologico, dove il marinaio accanto a te può essere la tua salvezza o il tuo aguzzino.
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