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~ considerazioni in ando e in endo

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Archivi tag: Martin Freeman

Recensionando / Ghost Stories

19 giovedì Apr 2018

Posted by Elisa G. in 2018, Cinematografò, Recensionando

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Alex Lawther, Andy Nyman, horror, i soliti attori inglesi, Jeremy Dyson, Martin Freeman, Nicholas Burns, Paul Whitehouse, Psicologia e Psicosi

Il 2018 sembra davvero l’anno della redenzione del genere horror, con una serie di uscite che stupiscono per qualità cinematografica complessiva e per performance al botteghino. Vi parlavo appena qualche settimana fa del solidissimo Un posto tranquillo (già avviato ad essere uno dei film di cui tenere conto nei bilanci di fine anno, a giudicare dal gradimento del pubblico e dalla tenuta al botteghino) ed eccomi qui a dirvi, da tiepida simpatizzante del genere, che ho visto una vera chicca del brivido, che mi è piaciuta ancor di più della precedente.
A differenza di A Quiet Place, il piccolo e britanicissimo Ghost Stories non ha una gran cassa mediatica che lo faccia notare e si affida più al passaparola e alla presenza di un attore amato come Martin Freeman. Quindi, pur senza assicurarvi che vi piacerà a scatola chiusa (essendo molto meno piacione e molto più autenticamente orrorifico del precedente), vi consiglio caldamente di dare una chance a questo ex spettacolo teatrale diventato una vera chicca cinematografica.
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Recensionando / Whiskey Tango Foxtrot

26 giovedì Mag 2016

Posted by Elisa G. in 2016, Cinematografò, Recensionando

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Alfred Molina, Billy Bob Thornton, Christopher Abbott, Glenn Ficarra, John Requa, Josh Charles, Margot Robbie, Martin Freeman, momento patriottico bandiera inclusa, spara spara ci stanno massacrando, Tina Fey, tratto da una storia di poco falsa

26wtfposterÈ dai tempi dell’ormai classico generazionale Mean Girls che la presenza di Tina Fey in un film non si trasformava in un plus, sfruttando appieno la vis comica dell’autrice, sceneggiatrice e attrice nata tra i banchi del Saturday Night Live.
Anzi, presso la schiera di suoi fan tutta una serie di film comici tra lo sciapo e l’irrecuperabile erano stati stoicamente sopportati proprio in nome di Liz Lemon di 30Rock, quando progetti simili per altri attori sarebbero stati immediati deal breaker.
Nel 2016 è finalmente arrivato un lungometraggio che sfrutta appieno la sua protagonista e che, non a caso, la vede tra i produttori stessi della pellicola. Insomma, c’è persino da dubitare che senza la presenza della Fey questo Whiskey Tango Foxtrot, memoir di una editor newyorkese divenuta per caso corrispondente di guerra a Kabul, sarebbe stato adattato con un tono completamente differente.

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Recensionando / Captain America: Civil War

23 sabato Apr 2016

Posted by Elisa G. in 2016, Cinematografò, Recensionando

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Anthony e Joe Russo, Anthony Mackie, Chadwick Boseman, Chris Evans, cinecomics, Daniel Brühl, Don Cheadle, Elizabeth Olsen, Emily VanCamp, film coi pugni nelle mani, Frank Grillo, hair porn, il disperato urlo silenzioso della fangirl in incognito, Jeremy Renner, John Slattery, Marisa Tomei, Martin Freeman, Marvel, nazisti cattivissimi, omoaffettività, Paul Bettany, Paul Rudd, Robert Downey Jr, Scarlett Johansson, scienziati che combinano casini micidiali, Sebastian Stan, spara spara ci stanno massacrando, spiegazioni cazzare, supereroi con superproblemi, Tom Holland

civilwar_sebDa che parte stai? Chiede imperiosa la locandina di Captain America: Civil War, terzo capitolo del franchise dedicato al Cap e capitolo 2.5 di Avengers per ambizioni produttive e vastità di cast da gestire.
Se i Vendicatori divisi cadranno, cinematograficamente parlando la loro unione (e il loro numero sempre crescente) hanno provato più e più volte che il troppo storpia, o quanto meno il tanto non paga. Ecco, posto che io #TeamCap tutta la vita (specialmente nella continuity cinematografica) e che in particolare sto spudoratamente dalla parte di Bucky, bisogna ammettere che il duo registico Russo ha smentito i mezzi fallimenti di Whedon e Snyder, provando che sì, è possibile creare un film d’intrattenimento puro ben orchestrato e mai troppo pesante, dando spazio a circa una ventina di personaggi, ammiccate a parentesi televisive e a capitoli di là da venire. Insomma, a tirar fuori un film ponte verso qualcosa di più risolutivo (Infinity War?) senza per questo renderlo pesante o inutile e anzi, provando finalmente a cambiare registro nel copione ormai rodato del tipico film Marvel.

Info utili:

  • C’è solo una scena extra, posizionata tra i titoli di coda “di testa” (quelli animati) e il roll nero con tutto il cast tecnico. EDIT- a differenza di quanto mostrato alla stampa, c’è anche una seconda scena alla fine fine fine dei titoli di coda, con protagonista Spidey.
  • Il post è diviso in una parte spoiler free e una di considerazioni spoiler ben segnalate.
  • Per comprendere il film è necessario aver visto almeno Winter Soldier e Age of Ultron, ma non farebbe male aver visto anche Ant-Man e la serie televisiva di Agent Carter.

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Recensionando / Sherlock. L’abominevole sposa.

13 mercoledì Gen 2016

Posted by Elisa G. in 2016, Cinematografò, Recensionando, seriale

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Amanda Abbington, Andrew Scott, BBC, Benedict Cumberbatch, Jonathan Aris, Londra vittoriana, Louise Brealey, Mark Gatiss, Martin Freeman, omoaffettività, ritratto di relazioni umane prima che lavorative, Rupert Graves, Ship Sheep, shippabbestia, Steven Moffat, Una Stubbs, vittoriano è meglio

sherlock1Nell’era dell’enorme influenza di Netflix e della sconfinata fama delle punte di diamante di HBO, è il prodotto di una televisione pubblica a fungere da spartiacque, a fornire una data storica precisa a quello che è un cambiamento lento ma inesorabile che coinvolge il cinema e la televisione da anni. Nonostante i concorrenti, è la produzione BBC più celebre, Sherlock, la prima a sbarcare in pompa magna e contemporanea mondiale nei cinema, per una due giorni specialissima che sancisce che siamo tutti sherlocked. È un evento di portata storica, che sancisce il superamento della serialità televisiva sul cinema nelle preferenze e nei cuori degli spettatori e la sempre più profonda ibridazione dei due linguaggi, oltre che al profondo, drammatico cambiamento che stanno vivendo le sale cinematografiche, costrette sempre più a perdere la loro funzione di mezzo di fruizione di novità e diventando spazio sociale in senso letterale, in cui gruppi di amici si riuniscono per una fruizione che trasforma il grande schermo in una versione enorme dello schermo di casa, dove si arriva per un momento di convivialità in cui tornare a condividere eventi live o operazioni nostalgia e non come spazio privilegiato di fruizione del cinema in senso lato e inedito in mezzo a sconosciuti.

[considerazioni spoiler free][considerazioni spoiler][appunti fangilistici]

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Recensionando / Lo Hobbit: la battaglia delle cinque armate

17 mercoledì Dic 2014

Posted by Elisa G. in 2014, Cinematografò, Recensionando

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Benedict Cumberbatch, Cate Blanchett, Christopher Lee, Deve far male!, Evangeline Lilly, fantasy, Gente che Cammina, Ian McKellen, la forza salvifica dell'Ammmore, le meravigliose lande della Nuova Zelanda, Lee Pace, Luke Evans, Martin Freeman, Peter Jackson, Richard Armitage, riprese di paesaggi commissionate dall'Ufficio Turismo, Stephen Fry

hobbitIn una landa di desolazione e tradimento di tutto ciò che ci fece amare Peter Jackson e la Terra di Mezzo, ci sono due buone notizie ed è bene puntare su quelle: primo, Jackson ha giurato e spergiurato che la sua liaison con Tolkien è un capitolo chiuso, secondo, questo film dura “solo” poco più di due ore.
Nonostante la durata ridotta Lo Hobbit: la battaglia delle cinque armate arranca faticosamente per quella che sembra un’eternità, riprendendo molto di quanto meno riuscito del capitolo conclusivo della prima trilogia: oltre al classico name dropping feroce, le lunghissime scene di battaglia e un finale sconfortante per contenuti e messa in scena.
Insomma, una lunga diesamina conclusiva del perché la trilogia del Signore degli Anelli arrivò al momento giusto nella forma giusta, mentre Lo Hobbit si accanisce sul vilipendio di una carcassa priva di quanto di giusto e sacrosanto va riconosciuto a Jackson e compagnia.

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Recensionando / Lo Hobbit, la Desolazione di Smaug

17 martedì Dic 2013

Posted by Elisa G. in 2013, Cinematografò, Recensionando

≈ 6 commenti

Tag

Benedict Cumberbatch, Born to be a Vagina, Evangeline Lilly, fantasy, Gente che Cammina, Guillermo del Toro, Ian McKellen, le meravigliose lande della Nuova Zelanda, Lee Pace, Luke Evans, Martin Freeman, Oscar 2014, Peter Jackson, Richard Armitage, riprese di paesaggi commissionate dall'Ufficio Turismo, Stephen Fry

lo hobbit la desolazione di smaug locandinaGestazione più lunga del solito per il secondo capitolo della trilogia con la t minuscola che Peter Jackson ha deciso di cavare da quella sorta di antefatto che “Lo Hobbit” fornisce al ben più lungo e articolato trittico dedicato all’anello.
La Desolazione di Smaug è un parco sospiro di sollievo. Dopo il disastro di noia e insensatezza del primo capitolo, Jackson riesce nella duplice impresa di donare un ritmo serrato e apportare modifiche sostanziali alla trama, vincendo la sfida e risollevando le sorti qualitative di questo suo secondo omaggio all’amato Tolkien. Rimane ancora però una prova troppo maldestra della necessità di realizzare questo adattamento, soprattutto se diviso in tre lunghissimi capitoli.
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Recensionando / Pirati! Briganti da strapazzo

26 lunedì Ago 2013

Posted by Elisa G. in 2012, Cinematografò, Recensionando

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Aardman Animation, cinema d'animazione, David Tennant, fangirlism, film d'animazione in stop motion, Hugh Grant, Imelda Staunton, Jeff Newitt, Martin Freeman, Peter Lord, shippabbestia, The Pirates! In an Adventure with Scientists!, umorismo inglese

pirati! briganti da strapazzo locandinaUn film senza sorprese può sorprendere? Forse no, però quando gli ingredienti sono di prima qualità come quelli della Aardman Animation, difficile non rimanere soddisfatti.
Tratto dalla serie di libri omonima a firma di Gideon Defoe, “The Pirates! In an Adventure with Scientists!” promette (e mantiene) una rutilante immersione nel mondo tutto galeoni e avventura della pirateria, senza perdere quel gusto comico britannico e l’irrinunciabile englishness nel mescolare grandi personaggi dell’Isola alla ciurma caraibica.
Forse l’unico limite alla fruizione dell’ennesima pellicola in stop motion (con un robusto intervento di computer grafica, specie su set e fondali) è proprio la necessità di essere perlomeno un po’ avvezzi a un certo tipo di prodotto inglese e retroterra culturale annesso e connesso, pena mancare buona parte di quella sovrastruttura allestita a suon di strizzatine d’occhio e citazioni seminascoste che rendono il film godibilissimo oltre il target d’età più basso.
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Specialando / IL CLASSIFICONE i 10 fangirleggiamenti del 2012

31 lunedì Dic 2012

Posted by Elisa G. in Cinematografò, Fangirlando, IL CLASSIFICONE, Libreria, seriale, Specialando

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Tag

2 kg di insaccati tedeschi di prima qualità, BBC, Ben Whishaw, Benedict Cumberbatch, bromance, CacciaThor, Charlize Theron, chiamare le cose col loro nome, Chris Hemsworth, cravatta azzurro White Collar, Daniel Craig, due pummarole, fangirlism, Game of Thrones, gente figa, il disperato urlo silenzioso della fangirl in incognito, Kristen Stewart, la scena dell'Ananas, Last Cop, lesbofilm, Martin Freeman, Marvel, omoaffettività, Richard K Morgan, Scarlett Johansson, science bros, sfa, SHERLOCK, shippabbestia, Snow White and the Huntsman, Sopravvissuti, Stereotipi da Fanfiction, Suits, Team Cricetone, The Avengers, Tom Hiddleston, uno spia l'altro pure, Uomo da Sospirone

Carissimi, è arrivato l’ultimo giorno dell’anno. Avere un blog significa tirar fuori almeno una classifica, una lista, un raggruppamento di qualche tipo o un oroscopo, male che vada (mi son trattenuta, ma data la natura del post, occhio a qualche [SPOILER] volante).

In attesa del Listone tutti i gusti + 1, rimandato ai prossimi giorni perché proprio in queste ore sarò attiva nel recuperone di un paio di film che immagino possano influenzare le prime posizioni, ho deciso di farmi giudice di una classifica che conta davvero. Anzi, un CLASSIFICONE, perché quando si coinvolge il momento PURE EMOTION della fangirl, i sentimenti sono puri e le reazioni emotive violentissime. Non da ultimo, data la mission di questo blog, sentivo che dovevo esprimervi il mio (autorevole) parere.

Dieci posizioni, conquistate grazie ai sottotesti, alle cose sparate lì in faccia, al biechissimo bromance o alla devastazione emotiva lasciata dall’effetto “No, non me lo aspettavo proprio”.

Quella peperina di Alt!Olivia sembra interessata.

Ovviamente nel caso aveste delle proposte alternative, non esitate ad insultarmi nei commenti, perché quel momento era più TRUE EMOTION del tuo!
…se poi avete seguito tutto l’anno GerundioPresente, non dovrebbe essere troppo difficile indovinare TUTTE le posizioni.

Prendete i popcorn…si parte!!!

era un annetto che cercavo l’occasione di usare questa gif coi popcorn e il rimando lesbo.

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Recensionando / Lo Hobbit, un viaggio inaspettato

28 venerdì Dic 2012

Posted by Elisa G. in 2012, Cinematografò, Recensionando

≈ 3 commenti

Tag

Dean O'Gorman, Gente che Cammina, Ian McKellen, le meravigliose lande della Nuova Zelanda, Lee Pace, Martin Freeman, omoaffettività, Peter Jackson, Richard Armitage, riprese di paesaggi commissionate dall'Ufficio Turismo, Ship Sheep

Via, partiamo spediti che ho un sacco di film e libri di cui parlarvi e non sono il certo il tipo che sta qui a cincischiare fumando erbapipa. Abbiamo un problema e intendo affrontarlo e risolverlo alla svelta. Il problema è che The Hobbit non è un film all’altezza. Non all’altezza del suo libro, non all’altezza della precedente trilogia, non all’altezza delle capacità stilistiche di Peter Jackson. Il lato positivo è che avendo come protagonista Martin Freeman, non mancano di certo fermoimmagine di faccette perplesse o scocciate con cui correlare i miei commenti.

The Hobbit Bilbo Baggins

Non tutti sono immuni al passare del tempo come Elijah Wood, però da qui a piallare la faccia di Bilbo per metà del film ce ne passa.

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SFF lover, pro reviewer, every day shipper.

Elisa Giudici, talvolta Gardy, sempre io.

Malvagia, misteriosa ed esotica, ho finito per fare del mio recensire a tempo perso un lavoro, tranne qui, dove continuo a perdere tempo dietro a cinema, letteratura e televisione.

Elargisco aggettivi e rintraccio sottotesti dalla nebbie padane, sognando tappeti rossi, viaggi interstellari, drammi vittoriani e statuine dorate.

Il mio animale totemico è un fottuto cervo metaforico (FCM).

Se "ci shippo qualcuno?" è la vostra domanda, questo blog è la risposta.

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