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Azzurritudine, Benedict Cumberbatch, biopic, Charles Dance, Keira Knightley, Mark Strong, Matthew Goode, Morten Tyldum, nazisti cattivissimi, omoaffettività, Oscar 2015, Oscars, piangerone, Rory Kinnear
Le mie aspettative nei riguardi di The Imitation Game erano molto alte, ma per i motivi più sbagliati. Prendete mezzo cast di Tinker, Tailor, Soldier, Spy, aggiungete
Lorenzo maestroechef Matthew Goode e Tywin Lannister Charles Dance (in divisa!), vestiteli tutti come negli anni ’40/’50 e fateli confrontare sulla lacrimosa omosessualità nascosta di uno con i precedenti incriminanti di Benedict Cumberbatch. E Keira Knightley. In genere basta uno di questi elementi per suscitare una mia potente deriva fangirlistica, quindi capirete bene il potenziale nucleare che questa miscela prometteva d’innescare.
Mi spiace deludere quanti avranno liquidato i miei vaneggi fangirlistici con sufficienza, ma la lista qui sopra racchiude il meglio del meglio che il biopic di Alan Turing ha da offrire.
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