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Aaron Taylor-Johnson, Alicia Vikander Olivia Williams, Costumismi, Dario Marianelli, delicate palette cromatiche, Domhnall Gleeson, Emily Watson, film alla Joe Wright, film in costume, fissiamoci intensamente negli occhi, fotografia leccatissima, grande fantasia in fase di casting, Jacqueline Durran, Joe Wright, Jude Law, Keira Knightley, Kelly Macdonald, l'ego di Joe Wright, Matthew MacFadyen, regia compiaciutissima, Ruth Wilson, Seamus McGarvey, Tom Stoppard
In quanto sostenitrice senza quartiere e grandissima estimatrice di Joe Wright e delle sue compiaciutissime regie, attendevo Anna Karenina con un misto di emozione e purissimo terrore, dato che le recensioni in madre patria non erano esattamente entusiastiche.
Data la (lunga) attesa italiana, ho persino riletto il libro (che non è proprio la lettura di un pomeriggio invernale e poco più), pronta al grande momento e impaziente di dirvi cosa ne penso, perché si sa, Joe Wright è una questione di testa e cuore e, quando ci si mette….è buono qui *indica la testa* è buono qui *indica il cuore*.
Non temete: quando è stato necessario ho contenuto gli entusiasmi o l’ho direttamente massacrato. “Il solista” non glielo perdonerò mai! MAI!

Per me, la scena più emozionante del film e la perfetta sintesi del processo di adattamento di Wright.
Passando a parlare di Anna Karenina…torniamo a parlare dello smisurato ego di Joe Wright, che lo porta a fare molte scelte radicali, alcune radicalmente sbagliate, che mettono al centro ancora di più il suo lavoro su un bilancio totale del film. In sintesi pre-spappagnata infinita, va a finire come sempre. Se vi piace lo stile di Joe Wright e passate il tempo a salvare le gif tratte dai suoi film, andate a vederlo tranquilli, se lo strozzereste a mani nude dopo avergli inflitto sessioni varie di water boarding…gli vorrete infliggere una sessione aggiuntiva, dopo questo.