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~ considerazioni in ando e in endo

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Archivi tag: Mia Wasikowska

Cineriassuntone settimanale #4 / La Favorita, Se la strada potesse parlare, Il mio capolavoro, L’uomo dal cuore di ferro

24 giovedì Gen 2019

Posted by Elisa G. in 2018, Cinematografò, Recensionando

≈ 1 Commento

Tag

Barry Jenkins, Cédric Jimenez, cinema argentino, Colman Domingo, Costumismi, delicate palette cromatiche, Emma Stone, film in costume, Gastón Duprat, Guillermo Francella, i nostri amici neri, Jason Clarke, KiKi Layne, lesbofilm, Luis Brandoni, Mia Wasikowska, nazisti cattivissimi, Olivia Colman, omoaffettività, Oscar 2019, Rachel Weisz, Rosamund Pike, Sandy Powell, sensualità a corte, shippabbestia, Stephan James, Stephane James, Venezia 75, Yorgos Lanthimos

Eccoci al quarto, popolatissimo appuntamento con il cineriassuntone settimanale, in cui vi racconto in breve i film in uscita il 24 gennaio 2019, vi consiglio cosa andare a vedere e cosa evitare come la peste e vi rimando ad opinioni della sottoscritta più dettagliate nel caso vogliate indagare ulteriormente. Prima o poi si stabilirà il giorno fisso in cui arriverà questa rubrica, promesso. Come vi vizio.

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Recensionando / Crimson Peak

14 mercoledì Ott 2015

Posted by Elisa G. in 2015, Cinematografò, Recensionando

≈ 7 commenti

Tag

Charlie Hunnam, Guillermo del Toro, hair porn, horror, Jessica Chastain, manieri malvagi, Mia Wasikowska, pizzi trinoline merletti e taffetà, sangue a fiumi e fiotti, Tom Hiddleston, victorian romance, vittoriano è meglio

crimsonAllerdale è il maniero protagonista della nuova, attesissima prova alla regia di Guillermo del Toro, Crimson Peak, e come ogni altro aspetto della pellicola più che orrore trasuda amore per tutto ciò che è gotico o meglio ancora victorian romance.
Mettendo da parte il romanticismo per un momento si può dire che l’epoca vittoriana in Inghilterra percepita, raccontata e immaginata oltre che ad essere ormai abbastanza differente dalla realtà storica abbia un’identità così forte da essere quasi un marchio, un’etichetta che indubbiamente è capace di richiamare ammiratori da bacini differenti. Quello horror appunto, quello letterario, quello degli amanti dei film in costume, degli esteti, degli adolescenti in fase creativa e infine degli estimatori degli insterstizi dove convivono romantico e il grottesco. Probabile che Guillermo del Toro faccia parte di questi sottoinsiemi, il che rende le sue pellicole di culto in molte nicchie cinematografiche.
Stavolta però non siamo di fronte a una rielaborazione del genere in chiave personale, a un nuovo prodotto che fa qualcosa di innovativo e memorabile con le basi a disposizione di tutti, bensì a un’operazione quasi tarantiniana.
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Recensionando / Tracks – Attraverso il Deserto

13 venerdì Giu 2014

Posted by Elisa G. in 2013, Cinematografò, Recensionando

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Tag

Adam Driver, delicate palette cromatiche, fotografia leccatissima, Ho visto la gente nuda, John Curran, Mia Wasikowska, proud vagina carrier, riprese di paesaggi commissionate dall'Ufficio Turismo, Robyn Davidson, Venezia 70

tracks mpFinalmente, eccoci qui a parlare della fonte d’ispirazione della nuova testata del blog. Presentato l’anno scorso a Venezia, “Tracks” ha sostanzialmente raccolto il consenso generale, senza però far registrare alcun picco d’entusiasmo. Un riscontro positivo ma freddo, nonostante il torrido setting della pellicola.
Anche io mi accodo al responso generale, anche se devo dire che il biopic della folle avventura di Robyn Davidson (4 cammelli e un cane per attraversare a piedi l’Australia occidentale in solitaria “attraverso il deserto”, grazie sottotitolo italiano!) mi ha conquistato ben più di quanto avessi inizialmente previsto. Non che la pellicola abbia nulla in più di quanto ci si aspetterebbe da una storia del genere: bellissime riprese di paesaggi selvaggi e incontaminati (o quasi) e momenti di crisi esistenziale.

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Recensionando / Maps to the Stars

23 venerdì Mag 2014

Posted by Elisa G. in 2014, Cinematografò, Recensionando

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adolescenti problematici, Bruce Wagner, Carrie Fisher, David Cronenberg, Evan Bird, Ho visto la gente nuda, Julianne Moore, ma anche no, Mia Wasikowska, Olivia Williams, Psicologia e Psicosi, Robert Pattinson, Sarah Gadon, se ne sentiva il bisogno, WTF!?

maps to the starA posteriori, mi stupisco che l’accoglienza a Cannes 2014 per l’ultima fatica di David Cronenberg sia stata tanto calorosa, considerando come sulla Croisette sappiano essere glaciali e crudeli. Si tratta ufficialmente di crisi creativa: il regista canadese non azzecca davvero un film dal 2007, anno in cui presentò il bellissimo “Eastern Promises”. Questo nuovo stile, l’ossessione per Robert Pattinson (che al momento non ha fornito con le sue prove una motivazione plausibile per la suddetta) e la vecchia volontà di scrostare la patinatura dorata applicata sull’orrore dei media e della fama creano un miscuglio che convince poco, soprattutto considerando che il miscelatore è il padre di pellicole come “Videodrome”.
E dire che dopo il trailer mi sentivo già particolarmente magnanima verso un film la cui estetica mi aveva stuzzicato: i guanti in pelle nera e il caschetto di Agatha, la bellezza svampita e squilibrata di una biondissima Julianne Moore, il titolo intrigante riferito ai tour un po’ squallidi in limousine, per sostare davanti alle case dei famosi sulle colline di Los Angeles.
Il risultato invece è una scorza vuota, che trattiene qualche goccia di una trama esilissima ed esagerata, lasciando ampio spazio all’imbarazzo dello spettatore.
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Specialando / Venezia 70, in differita

28 mercoledì Ago 2013

Posted by Elisa G. in Cinematografò, Specialando

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Alfonso Cuaròn, Algunas Chicas, Ana Arabia, At Berkley, Ben Whishaw, Bruce Labruce, c'e' anche un po' d'Italia, Corporazioni Malvagie, Dakota Fanning, Daniel Radcliffe, David Gordon Green, Die Frau des Polizisten, Emma Dante, George Clooney, Gerontofilia, Greg McLean, Harlock Space Pirate, Hayao Miyazaki, James Deen, Jesse Eisenberg, Jiaoyou, Jikoku de naze warui?, John Curran, Kaze Tachinu, Kelly Reichardt, KIll Your Darlings, L'intrepido, La Jalousie, Lindsay Lohan, Locke, Matt Damon, Mia Wasikowska, Miss Violence, Nicholas Cage, Night Moves, omoaffettività, Parkland, Paul Schrader, Philip Gröning, Sacro GRA, Sandra Bullock, Scarlett Johansson, Still Life, Terry Gilliam, The Canyons, The Unknown known, Tom à la ferme, Tom Hardy, Tracks, Uberto Pasolini, Under The Skin, Une Promesse, Venezia, Venezia 70, Via castellana bandiera, Wolf Creek 2, Wolfskinder

venezia 70 locandinaInnanzitutto, se io e WordPress non litighiamo troppo, questo post rimarrà in evidenza sopra i restanti aggiornamenti. Date un’occhiata più in basso e ricordatevi che, scazzo a parte, verrà aggiornato giorno per giorno per tutta la kermesse. Se un numero imprecisato di giornalisti italiani se ne sta spaparanzato nella DiSaronno Terrace al Lido sorseggiando cocktail e passando il tempo a lamentarsi sui social network di quanto gli scocci vedere i film in concorso (che le selezioni parallele troppo sbatti!), di quanto non vedano l’ora di andare alle feste e di quanto i film facciano schifo SPOILERANDOLI IMPUNEMENTE (per ora impunemente, per ora!), allora perché non mandano gente più motivata al Lido non posso scriverne anche io pur essendo lontana mille miglia dal Lido? Almeno non spoilero al livello che in confronto a Repubblica.it sembrano seguire una policy rispettosa delle anticipazioni. Ahah, non esageriamo.
[AGGIORNATO AL 6 SETTEMBRE] Continua a leggere →

Recensionando / Stoker

13 giovedì Giu 2013

Posted by Elisa G. in 2013, Cinematografò, Recensionando

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adolescenti problematici, Autocompiacimento registico, Chan-wook Park, Chris Mantell, Consiglio alla Vendetta, delicate palette cromatiche, dramma familiare obbligatorio, film da feticisti, fotografia leccatissima, Jacki Weaver, Kurt and Bart, Leslie Morales, Matthew Goode, Mia Wasikowska, Nicole Kidman, Philip Glass, regia compiaciutissima, Ridley Scott, Wentworth Miller

stoker posterAhhh, quanto mi è difficile parlarvi di Stoker senza mollarvi un “è bellissimo” e chiudere lì l’intera questione. I più informati tra voi sapranno già che la critica non si è esattamente sperticata per l’esordio in lingua inglese di Chan-wook Park, rimanendo generalmente positiva ma freddina.
Purtroppo però stavolta mi tocca contenere l’entusiasmo per un film che va a toccare le mie corde emozionali ed estetiche e cercare di darvi un quadro più generale della qualità del film. Mica posso mandarvi nel baratro perché a me fanno impazzire i cromatismi allusivi, i rimandi cult (Hitchcock su tutti) e il “racconto visivo” messo in piedi da Park, no?

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Recensionando / Albert Nobbs

18 sabato Feb 2012

Posted by Elisa G. in 2011, Cinematografò, Recensionando

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Tag

Albert Nobbs, colla vinilica, Costumismi, film col dramma dentro, film in costume, Glenn Close, Janet McTeer, lesbofilm, Mia Wasikowska, sad leo faces

(OCCHIO AGLI SPOILER!)

Glenn vs Meryl: quando fai un film per beccarti la statuetta con il ruolo col dramma dentro e qualcuno ha avuto la tua stessa pensata e scatta la Guerra.

The Iron Lady non l’ho ancora visto, ma così, a naso, Glenn Close vince la sfida accademica. Innazitutto perchè era una vita che la menava in giro che voleva fare ‘sto film e alla fine c’e’ riuscita, brava Glenn. Il come è semplice: ha tirato su il primo regista messicano che gli è capitato a tiro, un paio di persone che non dicono mai di no (Mia Wasikowska in un film in costume, ci credereste mai!?) ft attori inglesi a casaccio, paghi due lire per i set e la colonna sonora e…fatto? FATTO! E senza colla vininilica!

Infatti, come si è detto in giro, il film poggia tutto su Glenn Close, che ha sempre dimostrato di possedere il talento necessario per riuscire in un’impresa del genere. La cosa curiosa è che più che la sua performance en travesti a colpire è l’anima semplice, parsimoniosa, ingenua e piagnona di questo ometto completamente perso nel suo sogno di aprire un negozio tutto suo, a cui solo più tardi si aggiunge il risvolto sentimentale verso Mia, più che altro indotto da uno spirito di emulazione perso Hubert, l’imbianchino che scopre il suo segreto. E poi gli mostra di avere le tette anche lei per rassicurarlo/a. A questo proposito bisogna ricordare anche la prova di Jane McTeer, ingiustamente nascosta persino su IMBD, che senza le scene col dramma dentro per pigliarsi l’Oscar costruisce senza strafare una bella spalla per permettere alla Close di spadroneggiare.
Ovviamente la cosa più sconvolgente rimane GLENN CLOSE CHE NON FA UNA PAZZA PSICOTICA PRONTA AD ACCOLTELLARTI APPENA TI GIRI, MWUHAHAH.
Temo di non aver ancora superato la cosa.

Per il resto tutto nella norma o poco più sotto, per un film che soddisfa il desiderio di un’attrice e fa onestamente e con un ritmo adeguato quello che deve fare: il film discreto. Un film in costume (+1) discreto, ma con molte svolte ampiamente prevedibili (-1). Magari se evitavano quella morte posticcia che urla vendetta al cospetto dell’Academy era meglio, ma suvvia, almeno Glenn sostiene una parte *credibile* senza un mascherone sulla faccia. Capito Meryl? Probabilmente Meryl la spunterà ma non credo che Glenn si esibirà in qualche Sad Leo Faces per consolarsi. Le basterà fare la faccia di quella che sembra normale ma poi ci viene a prendere a tutti…brrrrr.

E siccome so che siete delle personcine curiose…
Mia Wasikwoska e Glenn Close limonano? Sì, ma è impossibile trovarci qualcosa di morboso.
C’e’ la scena della vestizione? No, niente.
C’e’ la scena del dottore che ti sgama perchè stai male? Sì ma post mortem
C’e’ la lesbica che sembra un uomo? DUE.

Menzione d’onore al bimbetto che sgama tutte le donne vestite da uomini fissandole negli occhi, con il suo vestito alla scolaretta e i suoi boccoli d’oro.

Lo vado a vedere?  Chiariamo. Se vi piacciono i film tranquilli, in costume, differenze di classe bla bla bla può andare, ma non è un lesbofilm. Niente morbosetterie, ze-ro.
Ci shippo qualcuno? Non è che se ci sono le lesbiche allora non ci sono i gay. C’e’ proprio una coppia canon, ma così di sfuggita.
Costumismi? Niente di urlato, ma l’atmosfera c’era. Anche se faceva più Londra che Dublino, valli a capire.

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SFF lover, pro reviewer, every day shipper.

Elisa Giudici, talvolta Gardy, sempre io.

Malvagia, misteriosa ed esotica, ho finito per fare del mio recensire a tempo perso un lavoro, tranne qui, dove continuo a perdere tempo dietro a cinema, letteratura e televisione.

Elargisco aggettivi e rintraccio sottotesti dalla nebbie padane, sognando tappeti rossi, viaggi interstellari, drammi vittoriani e statuine dorate.

Il mio animale totemico è un fottuto cervo metaforico (FCM).

Se "ci shippo qualcuno?" è la vostra domanda, questo blog è la risposta.

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