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Atteso a Cannes come una delle pellicole più interessanti e bizzarre della competizione, The Lobster ha sicuramente raccolto un responso critico positivo, anche se non sono mancate voci scettiche e in particolare molte critiche sulla parte finale del film e la sua chiusura.
D’altronde dici Yorgos Lanthimos come sceneggiatore e regista, dici stranezze a pioggia, proprio sul limitare del territorio lynchiano.
Sulla carta però un mondo distopico in cui chi rimane da solo deve entrare in una struttura alberghiera e riuscire in 45 giorni a trovare la sua dolce metà, pena la trasformazione in un animale e la liberazione nei boschi circostanti è quel genere di stranezza di cui siamo affamati. Una scrittura così ricca ed evocativa da valergli il premio come miglior sceneggiatura, però si sa: chi di allegoria fiorisce, di allegoria tendenzialmente perisce.
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