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Archivi tag: Michael Stuhlbarg

Raccontando / Luca Guadagnino e André Aciman: incontro a Milano

23 sabato Giu 2018

Posted by Elisa G. in Cinematografò, Libreria, Raccontando

≈ 2 commenti

Tag

Amira Casar, André Aciman, Armie Hammer, Gardy the problem solver, Luca Guadagnino, Michael Stuhlbarg, Paola Jacobbi, Timothée Chalamet, Walter Fasano

Il 21 giugno 2018 si è tenuto al Teatro Franco Parenti di Milano un incontro pubblico con ospiti Luca Guadagnino e André Aciman. L’autore e il regista di Chiamami col tuo nome si sono confrontati sulla creazione e l’adattamento della storia di Elio e Oliver, raccontando aneddoti, segreti di lavorazione, dietro le quinte e sviluppi del progetto diventato poi un successo globale. Ha moderato l’incontro la giornalista di Vanity Fair Paola Jacobbi. Questa è la trascrizione integrale dell’evento. Come sempre prendete e godetene tutti condividendo con agio testi e foto; basta linkare questo pezzo come fonte, segnalandolo nei commenti. 

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Intervistando / Luca Guadagnino si racconta

22 giovedì Feb 2018

Posted by Elisa G. in Cinematografò, Intervistando

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Tag

Armie Hammer, Gardy intervista, Luca Guadagnino, Michael Stuhlbarg, omoaffettività, Oscar 2018, Sufjan Stevens, Timothée Chalamet

Si è tenuto oggi al Cinemino di Milano l’incontro di Luca Guadagnino con il pubblico, moderato da Maurizio Porro. Il regista di Chiamami col tuo nome ha ripercorso la sua carriera e raccontato il dietro le quinte del film che lo porterà alla notte degli Oscar, con qualche accenno ai suoi progetti futuri. 

scatto di Peter Spears

Questa è la trascrizione pressoché integrale di quanto ha raccontato ai fortunati presenti in sala.

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Recensionando / Chiamami col tuo nome

25 giovedì Gen 2018

Posted by Elisa G. in 2017, Cinematografò, Recensionando

≈ 3 commenti

Tag

amori adolescenziali, Armie Hammer, Autocompiacimento registico, c'e' anche un po' d'Italia, Deve far male!, Esther Garrel, fotografia leccatissima, Gardy consiglia, gente figa, James Ivory, Luca Guadagnino, Michael Stuhlbarg, omoaffettività, Oscar 2018, piangerone, Timothée Chalamet, tristezza a palate

Si può solo sperare di spiegare un film come Chiamami col tuo nome a parole e bisogna essere molto confidenti nelle proprie capacità di scrittori. La sua grana emozionale è così fine che le parole si rivelano limitanti per farne un ritratto. Come descrivi un colore con il senso del gusto o un profumo con la vista?
D’altro canto la dimensione cinematografica è così ricca e curata che si fa appena in tempo a coglierla durante la prima visione, sospinti sempre oltre la bellezza tecnica del film dal tumultuoso emozionare della pellicola.
Tocca rimettere tutto in prospettiva quando si parla di 2017 cinematografico se – come è successo in Italia – mancano all’appello due titoli importanti come Il filo nascosto e Chiamami col tuo nome. Il film di Luca Guadagnino si imprime sulla pellicola e sull’immaginario dello spettatore: è indubbiamente una di quelle visioni che, all’uscita dalla sala, sai già che porterai con te negli anni a seguire. Quindi sì, siamo oltre il grande film e l’ottima prova registica: solo il tempo ci dirà quanto vicino andiamo al concetto di “storia del cinema”, ma è uno di quei momenti che non dovete mancare in sala, perché lo vorrete poter raccontare da spettatore quando sarà diventato storia.
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SFF lover, pro reviewer, every day shipper.

Elisa Giudici, talvolta Gardy, sempre io.

Malvagia, misteriosa ed esotica, ho finito per fare del mio recensire a tempo perso un lavoro, tranne qui, dove continuo a perdere tempo dietro a cinema, letteratura e televisione.

Elargisco aggettivi e rintraccio sottotesti dalla nebbie padane, sognando tappeti rossi, viaggi interstellari, drammi vittoriani e statuine dorate.

Il mio animale totemico è un fottuto cervo metaforico (FCM).

Se "ci shippo qualcuno?" è la vostra domanda, questo blog è la risposta.

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