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~ considerazioni in ando e in endo

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Archivi tag: mondi distopici

Raccontando / Margaret Atwood al Noir In Festival di Milano

10 domenica Dic 2017

Posted by Elisa G. in 2017, Libreria, Raccontando, seriale

≈ 1 Commento

Tag

Elisabeth Moss, fantascienza, Gardy intervista, gender studies, Margaret Atwood, Milano Noir InFestival, mondi distopici

Margaret Atwood è stata l’ospite d’onore della XXVII edizione del Milano Noir InFestival. La scrittrice di fantascienza che non scrive fantascienza (LOL) è stata protagonista di due panel dedicati e ha dialogato con il suo pubblico, aumentato enormemente dopo la trasposizione di due suoi romanzi per il piccolo schermo nel 2017.

Questa è la trascrizione dell’intervento tenutosi allo IULM di Milano e moderato da Antonio Scurati e da Nicoletta Vallorani. – video aggiunto!

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Recensionando / The Circle

29 sabato Apr 2017

Posted by Elisa G. in 2017, Cinematografò, Recensionando

≈ 4 commenti

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Corporazioni Malvagie, Dave Eggers, Emma Watson, fantascienza, internet è il NEMICO, James Ponsoldt, John Boyega, Karen Gillan, ma anche no, millanterie millennials, mondi distopici, Tom Hanks

Gli studios e gli altri media interessati hanno ormai subodorato la pentola d’oro nascosta appena sotto la superificie del trascurato comparto letterario fantascientifico: non a caso mentre Netflix gira l’adattamento di Altered Carbon e Hulu lancia l’attesissima serie TV di I Racconti dell’Ancella, BBC si butta a pesce su un altro classico moderno SFF, La città e la città di China Miéville. Basterebbe l’ostinazione quasi malsana con cui in campo fantascientifico Hollywood insiste su discendenze anni ’80 quali Blade Runner (sentivate il bisogno di un sequel, anche se diretto da Villeneuve?) e Dune (che dovrebbe toccare a stretto giro al regista canadese) per dedurre un certo immobilismo anagrafico, o quantomeno creativo, tra quanti contano davvero ai piani alti di Hollywood.
Se fosse servita ulteriore conferma, eccola qua incarnata in The Circle, thriller fantatecnologico dai moniti e dalle inquietudini ormai più che sorpassate.

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Recensionando / La quinta stagione (La terra spezzata #1) di N. K. Jemisin

25 domenica Set 2016

Posted by Elisa G. in Libreria, Recensionando

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fantascienza, Hugo 2016, Hugo Award, La terra spezzata, mondadori, mondi distopici, N.K. Jemisin, nebula 2015, Nebula Award, tristezza a palate

Il premio Hugo 2016 è un romanzo il cui punto forte non sta certo nell’innovazione. Primo tomo di 500 pagine di un trilogia di stampo epic fantasy ma dai toni apocalittici, La quinta stagione rientra appieno nel trend ormai decennale che domina il mercato e le classifiche di vendita del lettera forte dell’acronimo SFF, la F di Fantasy. Alle volte però a fare la differenza nella fuga per la vittoria è il fattore umano, anche se in passato a N.K. Jemisin era pesato come un macigno. Osteggiata in quanto donna, afroamericana e blogger di stampo politico e per aver denunciato apertamente le istanze razziste di Vox Day (che le diede della educated but ignorant savage), il nuovo ciclo della Jemisin ha avuto la forza di sbaragliare la concorrenza del lanciatissimo Uprooted, nonostante l’ala conservatrice più estrema di scrittori e lettori di genere non abbiano certo dimenticato il suo discorso e non ne abbiano certo favorito la nomination.
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Recensionando / La quinta onda

03 mercoledì Feb 2016

Posted by Elisa G. in 2016, Cinematografò, Recensionando

≈ 2 commenti

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Alex Roe, Chloë Grace Moretz, i film con gli alieni e le astronavi, J Blakeson, l'addominale prende aria, Maria Bello, mondi distopici, Rick Yancey, Talitha Bateman, umani fanno il mazzo ad alieni, voice over molesto, young adult, Zackary Arthur

the5wave1Liquidare l’ennesimo film distopico basato su una trilogia young adult di grido (stavolta a firma di Rick Yancey e con discreto successo di critica e pubblico) come il tentativo di rincorrere al cinema Hunger Games è un esercizio di lassismo, ma in questo caso non sarebbe che un peccatuccio, dato il calibro del film in questione. Persino una persona prolissa come me può liquidare La Quinta Onda in un paragrafo o poco più e trovo parecchio indicativo che a poco più di una settimana dalla visione del film debba sforzarmi per ricordare a sufficienza la trama, il finale e il contesto distopico per tirar fuori una recensione coerente. Insomma, la disgrazia di Chloë Grace Moretz rimane quella di essere classe 1997 e di dover subire ancora per qualche anno un volto fresco e adolescenziale che la rende adatta a prodotti che, per il bene della sua carriera da adulta, farebbe bene a evitare.

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Recensionando / Infiniti (Urania 1625)

08 venerdì Gen 2016

Posted by Elisa G. in Libreria, Recensionando

≈ 2 commenti

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Bruce Sterling, David G. Hartwell, fantascienza, Gene Wolfe, Gwyneth Jones, hard sci-fi, i libri con gli alieni e le astronavi, Ian Creasey, Kathryn Cramer, Marissa Lingen, mondi distopici, Nancy Kress, Paul Cornell, Peter Watts, Robert Charles Wilson, space opera, Urania, Vandana Singh, Yoon Ha Lee

urania_infiniti_1625Nonostante le recensioni dedicate alle antologie di racconti siano tra quelle con meno appeal di tutte (a meno di non poter consigliare un racconto eccezionale, che da solo vale il costo del libro), mi piace ripercorrere i numeri di Urania dedicati al Year’s Best SF. Spesso le rileggo, a distanza di anni, per vedere cosa effettivamente ancora ricordo e se sono ancora d’accordo con le votazioni date a lettura appena conclusa, oppure spulcio i nomi di autori che sono scomparsi o diventati ancora più famosi.
Infiniti
, la prima parte del volume 15 (quello che raccoglie le migliori storie pubblicate in inglese nel 2009) è poi un’importante spartiacque: verrà seguito in questi giorni dalla seconda parte del medesimo volume su Urania 1626 e poi la collana darà l’addio all’antologia curata da David Hartwell, per passare alla più nota e corposa concorrente a cura di Gardner Dozois.
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Recensionando / Hunger Games: il canto della rivolta – Parte II

19 giovedì Nov 2015

Posted by Elisa G. in Uncategorized

≈ 9 commenti

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adolescenti problematici, Deve far male!, Donald Sutherland, Elden Henson, Elizabeth Banks, film col dramma dentro, Francis Lawrence, Gwendoline Christie, Jeffrey Wright, Jena Malone, Josh Hutcherson, Julianne Moore, Kurt and Bart, la forza salvifica dell'Ammmore, Mahershala Ali, mondi distopici, Natalie Dormer, Philip Seymour Hoffman, Sam Claflin, Stanley Tucci, Stef Dawson, tristezza a palate, Willow Shields, Woody Harrelson, young adult

mockingjay_1Sembra passata una decade intera, invece sono trascorsi solo tre anni da quando è iniziata una delle saghe commerciali che hanno definito il cinema popolare dell’ultimo decennio, lanciato la già promettente Jennifer Lawrence e aperto definitivamente la via per l’approdo della letteratura young adult su grande schermo. Un successo che, osservato dal 2015, sembra inevitabile: se non fosse successo con The Hunger Games, sarebbe capitato con un’altra saga distopica o un’altra storica d’amore tra adolescenti affetti da malattie più o meno mortali. Non è assolutamente così: a testimoniarlo rimane il fatto che, con la gloriosa eccezione di The Fault in Our Stars, nessuno sia ancora riuscito a raccogliere il testimone di questo franchise, men che meno a solidificare il proprio successo proseguendo spedito per ben quattro capitoli. Giunti al quarto capitolo e fatte le dovute proporzioni su incassi e successi, si può ben dire che Hunger Games è a tutt’oggi l’unico erede di Harry Potter, ma anche l’unico franchise che ha creduto nella sua protagonista femminile, mettendola al centro senza riserve, rendendola l’affascinante volto di una normalizzazione rappresentativa spaventosamente lenta nella cinematografia occidentale, il simbolo di una generazione.
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Recensionando / Nausicaä della valle del vento

06 martedì Ott 2015

Posted by Elisa G. in Cinematografò, Recensionando

≈ 41 commenti

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cinema d'animazione, delicate palette cromatiche, Gualtiero Cannarsi, Hayao Miyazaki, mondi distopici, Studio Ghibli

nausicaa6Non pensavo di procedere a una recensione vera e propria per questo film, dato che stiamo parlando di una pellicola del 1984 già molto nota tra gli estimatori del cinema d’animazione (giapponese e non), senza contare che per anni ci si è appoggiati su un adattamento italiano che ha soddisfatto la curiosità di quanti volevano vedere questo classico antecedente alla nascita vera e propria dello Studio Ghibli.
Lucky Red però pare intenzionata a continuare a scavare nella filmografia di Hayao Miyazaki e a riproporcela in toto al cinema, passando per il trattamento Cannarsi, ovviamente a suon di eventi speciali a prezzo maggiorato della durata di pochi giorni. Come sapete, l’iniziativa mi aggrada molto (che se di concerti, teatro e revival il cinema contemporaneo deve vivere, almeno siano revival di qualità) mentre il secondo e terzo passaggio mi irritano terribilmente. Che senso ha nel 2015 la recensione di un film già considerato un classico, e che non ha certo bisogno di essere riscoperto? Beh, a fine visione mi sono ricreduta: oltre al consueto, attesissimo elenco delle perle di Cannarsi, qualcosa da dire ce l’ho.
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Recensione / Stazione undici di Emily St. John Mandel

20 domenica Set 2015

Posted by Elisa G. in Libreria, Recensionando

≈ 7 commenti

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Arthur C. Clarke Award, Bompiani, delicate palette cromatiche, Emily St. John Mandel, fantascienza, mondi distopici, omoaffettività, PEN/Faulkner, tristezza a palate, vincitore di premio a forma di qualcosa di un metallo solitamente dorato

station elevenInnanzitutto, il bruciante dilemma: come presentarvi il vincitore dell’Arthur C. Clarke Award come miglior romanzo del 2015 se ritengo che gli appassionati di fantascienza potrebbero essere i grandi delusi da questa lettura?
Dopo l’endorsement (infruttuoso) di George R.R. Martin in vista di Hugo e Nebula e l’inclusione in molte delle cinquine finaliste dei premi che contano a livello anglofono, molti di voi attendono con impazienza questo titolo distopico, che Bompiani dovrebbe lanciare a breve sul mercato italiano.
Non abbiate timori: Station Eleven è un libro davvero pregevole, una delle proposte migliori di questa annata, che vale la pena recuperare. Solo, sarebbe più prudente approcciarlo come un gran bel romanzo in toto, lasciando da parte etichette e categorie.
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Recensionando / The Water Knife

06 sabato Giu 2015

Posted by Elisa G. in Libreria, Recensionando

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fantascienza, Marc Reisner, Miss Violence, mondi distopici, Paolo Bacigalupi, proud vagina carrier, sesso droga e tanto altro ancora

lis4Tagliente. Perdonatemi l’ovvia associazione con il titolo del nuovo libro per adulti di Paolo Bacigalupi, The Water Knife, ma è davvero un’esperienza a fil di lama il ritorno dopo sei anni di silenzio e young adult di un autore SFF che con il suo esordio ha messo in chiaro tutto e lasciato dietro di sé poche soddisfazioni da togliersi. Mentre gli italiani scoprivano La ragazza meccanica grazie a Multiplayer edizioni, gli appassionati di SFF hanno avuto modo di incontrare l’autore, in tour promozionale per la penisola. Vi ho già raccontato dell’incontro, dove Bacigalupi ha parlato ampiamente anche di questo romanzo, uscito settimana scorsa a livello internazionale e che, almeno per ora, ha mancato quella reazione entusiasmante che decretò il successo del suo incredibile esordio. Risultato comprensibile ma che poco ha a che fare con la qualità davvero alta del romanzo.

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Recensionando / Mad Max: Fury Road

14 giovedì Mag 2015

Posted by Elisa G. in 2015, Cinematografò, Recensionando

≈ 25 commenti

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Abbey Lee, Autocompiacimento registico, Cannes, Cannes 2015, Charlize Theron, cool guys don't look at explosions, fantascienza, figa-macchinone-esplosioni, film coi pugni nelle mani, gente figa, George Miller, Hugh Keays-Byrne, hype a manetta, Jenny Beavan, John Seale, Josh Helman, Junkie XL, Megan Gale, Melissa Jaffer, mondi distopici, Nathan Jones, Nicholas Hoult, proud vagina carrier, Psicologia e Psicosi, Riley Keough, Rosie Huntington-Whiteley, tamarro dentro, Tom Hardy, voice over molesto, Zoë Kravitz

hr_Mad_Max-_Fury_Road_9Mad Max: Fury Road è facilmente il miglior film d’azione dell’anno, il miglior film fantascientifico distopico dell’anno. Di più: se passiamo all’unità di misura decennale, sia nella prima che nella seconda categoria ha pochissimi rivali.
George Miller lo avevamo perso per strada (o meglio, dietro la cinepresa di due Happy Feet), mentre il cinema correva a folle velocità in un’era tecnologica in cui ogni più assurda, folle fantasia action diventa non solo realizzabile, ma anche visivamente appagante. Ci ha messo vent’anni, ma la sua sgasata l’ha portato in territori inesplorati, quelli del cinema che rimarrà: è quella la sensazione durante la proiezione, quella consapevolezza crescente di stare guardando un film che, tra qualche decennio, ricorderai orgogliosamente con un “ah, l’ho visto al cinema“.

Voi stasera correte al cinema; io in cambio vi ho sfornato una recensione priva di spoiler.

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SFF lover, pro reviewer, every day shipper.

Elisa Giudici, talvolta Gardy, sempre io.

Malvagia, misteriosa ed esotica, ho finito per fare del mio recensire a tempo perso un lavoro, tranne qui, dove continuo a perdere tempo dietro a cinema, letteratura e televisione.

Elargisco aggettivi e rintraccio sottotesti dalla nebbie padane, sognando tappeti rossi, viaggi interstellari, drammi vittoriani e statuine dorate.

Il mio animale totemico è un fottuto cervo metaforico (FCM).

Se "ci shippo qualcuno?" è la vostra domanda, questo blog è la risposta.

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