State per leggere più che una recensione, una serie di considerazioni del tutto SPOILER FREE riguardanti l’ultimo capitolo della saga dell’Agente 007. A tempo debito arriveranno analisi più approfondite e fangirlistiche. Se siete curiosi, leggete pure senza remore, non mi rovinerò la sorpresa, promesso.
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La prima informazione che immagino vogliate sapere su SPECTRE, che si configura sempre più come la fine di un’epoca con l’addio sicuro di Sam Mendes e un Daniel Craig sempre più apertamente insofferente, è quanto sia valido in quanto film e in quanto pellicola bondiana. All’interno del quartetto craigiano si piazza al terzo posto, quindi no, non è stato possibile bissare o superare Skyfall, che si attesta come un picco che difficilmente si tornerà ad insidiare a breve. Casino Royale, grezzo e irruento com’era, è di certo migliore, dato che a differenza di quest’ultimo film non ha mille rimandi e storie precedenti da sistemare armoniosamente. Dalla sua però SPECTRE ha una produzione fastosa, delle sequenze d’azione assolutamente fantastiche e la consapevolezza che con la squadra ad oggi formata si tira fuori un gran film d’intrattenimento (e un ottimo film bondiano in toto) praticamente col pilota automatico.
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