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Urania 1618 – I prigionieri del Caduceo di Ward Moore
Mentre la primavera fa fiorire rigogliosa l’italica penisola, giunge qualche segnale di vita anche dalla collana fantascientifica per antonomasia del Bel Paese. Il primo buon segno è che non siamo di fronte a una ristampa (pardon, “capolavoro”): Caduceus Wild (l’ultima opera dell’autore, scritta nel 1978 con Robert Bradford che non viene curiosamente citato in copertina) è tuttora inedito in Italia e viene proposto al fianco di Lot e La figlia di Lot.
Il libro descrive una medicocrazia (così a occhio, esiste in italiano? Ippocrazia? Un aiutino?), ovvero un mondo apparentamente utopico dove sono i medici a regnare. Vaccinazione obbligatoria, zero omeopatia e…dove sta la fregatura? Sparo: coercizione forzata delle menti e quelle cose lì. Però niente morbillo, niente scie chimiche. Mhhhh…
Lot and Lot’s daughter invece sono segnalati come i primi titoli che tentarono di avviare la fantascienza su un sentiero un filo meno scientifico e più letterario: siamo di nuovo nella nostra amata, catastrofica apocalisse americana del caso, da cui cerca di fuggire una famigliola. Dati i riferimenti all’Antico Testamento, la vedo molto dura.
Lo leggerò? Come avrete notato dai titoli citati, Ward ha giusto un po’ il pallino delle citazioni bibliche (e nel filone classico è in ottima compagnia). Non è uno scrittore prolifico, ma in qualche modo è riuscito a farsi strada nella fascia tra il buono e il classico. Spoiler: non con questi titoli, di cui si fatica a trovare un parere, perché giacciono dimenticati anche dall’altra parte della Manica e dell’Oceano. Posso dirlo? Sento un lieve raschiare il fondo del barile.