In occasione dell’arrivo in Italia con Mommy, film vincitore del Gran Premio della Giuria a Cannes, ho deciso di presentarvi Xavier Dolan, enfant prodige & enfant terrible del cinema canadese, talento incubato dal Festival di Cannes che quest’anno tornerà a rappresentare il Canada nella corsa all’Oscar per il miglior film in lingua straniera.
Originario del Quebec, a soli venticinque anni vanta l’impressionante numero di cinque film scritti e diretti di suo pugno, quattro dei quali lo vedono tra gli interpreti principali, oltre a svariate comparsate in altri film canadesi. Dolan negli anni ha curato anche il montaggio, il mixaggio, i costumi e la OST dei suoi film, dimostrando una padronanza pressoché assoluta del mezzo e uno stile inconfondibile, già maturo ma ancora positivamente influenzato dalla sua crescita personale. Se non siete già impressionati da questi dati, adesso arriva il bello: i suoi primi quattro film sono tutti dei gioielli, arte visiva al servizio di storie potenti e mai banali.
Descrivere il cinema di Xavier Dolan a chi ne è completamente a digiuno è pressoché impossibile perché fin dagli esordi il regista canadese è riuscito ad esprimersi con uno stile che sfugge a precedenti e paragoni, personalissimo e immediatamente riconoscibile in ogni singola sequenza. Se dovessi proprio descrivervelo, vi parlerei di un Truffaut che incontra un Wong Kar Wai prima maniera alle soglie del 2010; entrambi vengono investi da un’ondata di hipsteria e colori saturi, mentre i confini di genere vengono ridotti a brandelli, close up dopo close up. E giusto un pizzico di Tumblr, che non guasta mai.
In attesa di vedere Mommy, vi presento i suoi primi quattro lavori.
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