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Il grande ritardatario tra i nominati a Miglior Film per l’Oscar 2014 (dai, che quest’anno ci è andata di lusso), Her di Spike Jonze è un film di Spike Jonze. Per quanto lapalissiano possa suonare, al di là di meriti oggettivi e difetti discutibili, il gradimento di questo film dipende molto dalla vostra lunghezza d’onda emotiva. Si sovrappone almeno in parte con quella del sceneggiatore/regista di raffinate e sensibilissime pellicole, sì o no? Ecco la vostra risposta.
Parlando a livello personale, mi posizionerò a livello mediale. Non sono così socievole da poter bollare come cagata pazzesca l’effettiva difficoltà del protagonista della pellicola a relazionarsi a persone in carne ed ossa, capitolando alla tentazione di lasciarsi cullare dall’alternativa più comoda, solo apparentemente meno problematica, dell’intelligenza artificiale. Tuttavia non mi sento di gridare al miracolo circa la visione futuristica sulle relazioni umane e la tecnologia proposta da Jonze perché dai, raga, seriamente, ma dove sarebbe tutta questa pensata rivoluzionaria?