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50 Cent, Antoine Fuqua, Deve far male!, dramma familiare obbligatorio, film coi pugni nelle mani, Forest Whitaker, Jake Gyllenhaal, Kurt Sutter, Naomie Harris, Oona Laurence, proteggi la Famiglia!, Rachel McAdams, RISCATTO, sportivi emotivi, tamarro dentro
Si respira aria di autunno cinematografico: Venezia si spiega senza troppi colpi di scena, le uscite settimanali si avviano a diventare sempre più psichedeliche e, con un mesetto di anticipo sul calendario, esce la pellicola in cui Jake Gyllenhaal ci ricorda con agilità come possa portarsi a casa un qualsiasi film che ruoti attorno a una sua performance totalizzante, per modi e scelte occhieggiante all’Oscar, ma senza la piacioneria e i grossi nomi di un Leonardo Di Caprio idolo delle folle e dei meme.
Dopo Gyllenhaal detective alcolizzato e Gyllenhaal morboso giornalista di Studio Aperto, il nostro prosegue nel suo programma volto ad attirare l’attenzione dell’Academy con una figurina che non poteva mancare: il pugile in cerca di riscatto. Il dramma di Southpaw, che gira intorno alla solita, prevedibile metamorfosi fisica dell’attore e alla sua irreprensibile performance, è che non ha un momento in cui non sia esattamente il film tipo che avete visualizzato qualche riga fa.
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