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~ considerazioni in ando e in endo

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Archivi tag: Oscar 2014

Recensionando / Alabama Monroe – Una storia d’amore

02 venerdì Mag 2014

Posted by Elisa G. in 2012

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Felix van Groeningen, film col dramma dentro, film PESO, hair porn, Johan Heldenbergh, la forza salvifica dell'Ammmore, Oscar 2014, Oscars, piangerone, tatuaggi, tristezza a palate, Veerle Baetens

TBCB_70_100_POSTER.inddTerzo film candidato come miglior film in lingua straniera ai premi Oscar 2014 a sbarcare nelle sale del nostro Paese con quell’annetto di ritardo (dati i precedenti, il bilancio è abbastanza roseo) The broken circle breakdown per tematiche, impostazione e finale è un film che non ha nemmeno bisogno di dichiarare la sua provenienza nordeuropea. Eppure il candidato del Belgio vanta un’accattivante estetica statunitense, incentrato com’è sulla musica bluegrass e sul sogno americano, tatuato sul corpo della sua volitiva protagonista.
Il rischio è quello di andare al cinema aspettandosi una sorta di “Walk the Line” belga, una bluegrass love story sparata in locandina e ritrovarsi lacerati da un film veramente bello, sì, ma con palate e palate di tristezza di contorno.
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Recensionando / Her

28 venerdì Mar 2014

Posted by Elisa G. in 2013, Cinematografò, Recensionando

≈ 3 commenti

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Amy Adams, delicate palette cromatiche, fantascienza, film PESO, fotografia leccatissima, induce menate mentali, Intelligenza Artificiale, internet è il NEMICO, Joaquin Phoenix, non posso pensare di essere un ostacolo alla sua felicità, Oscar 2014, Oscars, Rooney Mara, Scarlett Johansson, sento puzza di hipster, Spike Jonze, tristezza a palate, vincitore di premio a forma di qualcosa di un metallo solitamente dorato

herIl grande ritardatario tra i nominati a Miglior Film per l’Oscar 2014 (dai, che quest’anno ci è andata di lusso), Her di Spike Jonze è un film di Spike Jonze. Per quanto lapalissiano possa suonare, al di là di meriti oggettivi e difetti discutibili, il gradimento di questo film dipende molto dalla vostra lunghezza d’onda emotiva. Si sovrappone almeno in parte con quella del sceneggiatore/regista di raffinate e sensibilissime pellicole, sì o no? Ecco la vostra risposta.
Parlando a livello personale, mi posizionerò a livello mediale. Non sono così socievole da poter bollare come cagata pazzesca l’effettiva difficoltà del protagonista della pellicola a relazionarsi a persone in carne ed ossa, capitolando alla tentazione di lasciarsi cullare dall’alternativa più comoda, solo apparentemente meno problematica, dell’intelligenza artificiale. Tuttavia non mi sento di gridare al miracolo circa la visione futuristica sulle relazioni umane e la tecnologia proposta da Jonze perché dai, raga, seriamente, ma dove sarebbe tutta questa pensata rivoluzionaria?

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Recensionando / I segreti di Osage County

13 giovedì Mar 2014

Posted by Elisa G. in 2013, Cinematografò, Recensionando

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Abigail Breslin, adolescenti problematici, Autocompiacimento registico, Benedict Cumberbatch, catfight, Chris Cooper, delicate palette cromatiche, dramma familiare obbligatorio, Ewan McGregor, film col dramma dentro, film PESO, fotografia leccatissima, John Wells, Julia Roberts, Julianne Nicholson, Juliette Lewis, Margo Martindale, Meryl Streep, Oscar 2014, Sam Shepard, Tracy Letts, tristezza a palate

osa1Ammettiamolo: Roman Polanski ce l’ha fatta. Ha piantato “Carnage” come un formidabile bastone tra le ruote per chiunque tenti di adattare una pièce teatrale sul grande schermo, una pietra di paragone che presto o tardi salta sempre fuori nella mente dello spettatore.
Se poi non puoi fare a meno di andare a pescare proprio quel testo teatrale super PESO con il dramma familiare obbligatorio ad ogni svolta, non ci vuole che un trailer a tracciare la connessione e porsi l’inevitabile domanda: a chi è riuscito meglio il difficile salto dal palco alla cinepresa?
John Wells non supera Polanski ma sicuro il suo bel film lo porta a casa, impresa poi non proibitiva quando hai dalla tua parte il gota recitativo anglofono per ogni fascia d’età.
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Specialando / Oscar 2014 live blogging

03 lunedì Mar 2014

Posted by Elisa G. in Cinematografò, Specialando

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live at casa tua, Oscar 2014, Oscars, Red Carpet

…e come l’anno scorso, andiamo di live blogging, almeno finché non cado addormentata sul tavolo. Innanzitutto, il mio pronostico e i miei favoriti. A fine serata vedremo quanti ne avrò azzeccati.

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Commentando / Oscar predictions 2014

02 domenica Mar 2014

Posted by Elisa G. in Commentando, Specialando

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Gardy the problem solver, Oscar, Oscar 2014, vincitore di premio a forma di qualcosa di un metallo solitamente dorato

Dato che vi ho tanto parlato degli Oscar, dei loro retroscena e del complesso e talvolta illogico sistema normativo che li regola e dato che per gioco partecipo a un gruppo di previsione con tanto di premi e penitenze, ho pensato di sbilanciarmi anche sul blog, facendo qualche previsione e rivelandovi chi invece vorrei trionfasse.
Insomma, il solito post dall’argomento teoricamente serio che sfocia in un po’ di sanno gossip cinematografico tra me e voi. Mi raccomando, non fateci troppo affidamento perché nonostante abbia visto molto e conosca tanti dei meccanismi (o proprio per questo motivo), faccio letteralmente pena e ogni anno ci azzecco pochissimo.

cate blanchett golden globes

VINCITORI PREDETTI CORRETTAMENTE: 21/24

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Recensionando / Nebraska

02 domenica Mar 2014

Posted by Elisa G. in 2013, Cinematografò, film PESO, Recensionando

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Alexander Payne, Autocompiacimento registico, Bob Odenkirk, Bruce Dern, Cannes 2013, delicate palette cromatiche, father issue, film PESO, Gerontofilia, June Squibb, momento patriottico bandiera inclusa, Oscar 2014, Oscars, Stacy Keach

neb1Forse Nebraska non sarebbe finito tra i candidati come miglior film in compagnia di “Philomena” se giusto l’anno precedente Haneke non avesse così potentemente sdoganato il tema geriatrico, aggiungendolo al lungo elenco di soft spot a cui l’Academy non riesce a rimanere indifferente. La discriminante però rimane sempre il cast chiamato ad affrontare una storia in bilico, che può risultare sia un toccante road movie familiare di rifondazione del rapporto padre e figlio sia una sviolinata sullo spirito dell’America preservato dagli stati più trascurati di cui non si sentiva il bisogno. Dato che dietro la camera da presa c’è Alexander Payne, il film è diventato automaticamente il da me più temuto tra i nove nominati alla categoria che mi impongo ogni anno di recuperare integralmente. Alex, senza rancore, ma sai essere pesantissimo anche quando non parli di anziani.
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Recensionando / Dallas Buyers Club

01 sabato Mar 2014

Posted by Elisa G. in 2013, Cinematografò, Recensionando

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Corporazioni Malvagie, Craig Borten, Denis O'Hare, film col dramma dentro, Jared Leto, Jean-Marc Vallée, Jennifer Garner, Matthew McConaughey, Melisa Wallack, omoaffettività, Oscar, Oscar 2014, sesso droga e tanto altro ancora, tratto da una storia di poco falsa, TRUE EMOSCION, Usa (gay) characters welcome, vincitore di premio a forma di qualcosa di un metallo solitamente dorato

dbc 1Dopo tanti film artistoidi, impegnati, complessi e mai banali, finalmente con Dallas Buyers Club arriva il film che punta al cuore dell’Academy giocando sporchissimo pur d’indurre al pianto.
Il bello è che in un anno con delle perfomance attoriali strepitose e dei film nettamente più riusciti e qualitativamente rilevanti questa pellicola, presentata senza gran clamore al Toronto Film Festival, sta per portarsi a casa entrambe le statuette per le categorie attoriali maschili (se tutto va come pronosticato), per non parlare della nomination alla sceneggiatura che ha tagliato fuori gente come Woody Allen.

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Recensionando / American Hustle

23 domenica Feb 2014

Posted by Elisa G. in 2013, Cinematografò, Recensionando

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Amy Adams, Autocompiacimento registico, Bradley Cooper, Christian Bale, Costumismi, David O. Russell, Eric Warren Singer, fotografia leccatissima, gente figa, grande fantasia in fase di casting, hair porn, Jennifer Lawrence, Louis C.K., Michael Wilkinson, Oscar 2014, Oscars, tratto da una storia di poco falsa, vincitore di premio a forma di qualcosa di un metallo solitamente dorato, voice over molesto

american hustle amy adams locandinaSe ho recuperato in consistente ritardo il nuovo film di David O. Russell capace di fare strage di nomination pesanti agli Oscar è a causa dei pareri contrastanti ricevuti da chi si è fiondato al cinema al vederlo (sì. sto dando la colpa a voi).
Data la scintillante confezione anni ’70/’80 e il ritorno di attori che avevano già fatto grandi cose con Russell in “The Fighter” e “Silver Linings Playbook” (un altro regista che ha una fantasia coi cast che levati) l’attesa per questo titolo era consistente, ma il risultato non è stato altrettanto entusiasmante. Accanto a persone secondo cui è una grande storia recitata in maniera eccelsa, in molti (la maggioranza, almeno nel mio giro) me ne hanno parlato come di un bellissimo guscio vuoto, senza una storia all’altezza della dimensione visiva del film.
Stavolta credo che darò ragione ad entrambe le fazioni e nemmeno per ragioni paracule.
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Recensione / 12 anni schiavo di Steve McQueen

20 giovedì Feb 2014

Posted by Elisa G. in 2013, Cinematografò, Recensionando

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Benedict Cumberbatch, Brad Pitt, Chiwetel Ejiofor, Costumismi, delicate palette cromatiche, film PESO, fotografia leccatissima, Hans Zimmer, John Ridley, Lupita Nyong'o, Michael Fassbender, Oscar 2014, Oscars, Paul Dano, Paul Giamatti, Quvenzhané Wallis, Sarah Paulson, Sean Bobbitt, steve mcqueen, tratto da una storia di poco falsa, tristezza a palate, vincitore di premio a forma di qualcosa di un metallo solitamente dorato

Debutta oggi nei cinema italiani il terzo lungometraggio di Steve McQueen e mi preme consigliarvi un giro in sala al più presto.
Candidato di punta agli Oscar, già vincitore di numerosi riconoscimenti nella stagione dei premi quasi conclusa, 12 Years a Slave è quel genere di film durante la cui visione percepisci che ti sta scorrendo davanti un pezzo di futura storia del cinema.
Sensazione abbastanza ricorrente in un 2013 (Gravity che dà una vera motivazione d’esistere al 3D, Adele che si scava un posto nei film del decennio a suon di emozioni graffianti) che, in differita di qualche mese, si rivela anche in Italia come un’annata cinematografica pazzesca.
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Specialando / Gli Oscar 2014 e l’effetto Nolan

05 mercoledì Feb 2014

Posted by Elisa G. in Cinematografò, Specialando

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Christopher Nolan, Daniel Brühl, Gardy the problem solver, Jean Dujardin, Marion Cotillard, Oscar, Oscar 2014, parte lo spiegone, vincitore di premio a forma di qualcosa di un metallo solitamente dorato

the dark knight locandinaRiprende il nostro viaggio del magico mondo perverso che si nasconde dietro il gran carrozzone cinematografico per eccellenza, gli Academy Awards.
Nelle scorse settimane avevo vaticinato la gigantesca delusione per “La Vita di Adele” (totalmente autoindotta dallo scellerato comportamento degli stessi francesi, ribadiamolo) spiegandovi un po’ come funzionano i meccanismi dietro a Miglior Film Straniero e le notevoli ripercussioni che ha per i film stranieri che aspirano a entrare anche nelle categorie principali.
Oggi invece vorrei esaminare una tendenza nata e rafforzatasi con il sostanziale raddoppio dei candidati possibili alla categoria di Miglior Film. Mi riferisco alla preoccupante diminuzione del numero totale di film che accedono alle sei categorie principali (ovvero film, regia e attorume vario). Sapete perché c’è la locandina di “The Dark Knight”? No? Perché la colpa, come sempre, è di Christopher Nolan!

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SFF lover, pro reviewer, every day shipper.

Elisa Giudici, talvolta Gardy, sempre io.

Malvagia, misteriosa ed esotica, ho finito per fare del mio recensire a tempo perso un lavoro, tranne qui, dove continuo a perdere tempo dietro a cinema, letteratura e televisione.

Elargisco aggettivi e rintraccio sottotesti dalla nebbie padane, sognando tappeti rossi, viaggi interstellari, drammi vittoriani e statuine dorate.

Il mio animale totemico è un fottuto cervo metaforico (FCM).

Se "ci shippo qualcuno?" è la vostra domanda, questo blog è la risposta.

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