Specialando / Oscars 2016, gif incluse!
28 domenica Feb 2016
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in28 domenica Feb 2016
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in28 domenica Feb 2016
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Gardy the problem solver, Oscar 2016, Oscars, vincitore di premio a forma di qualcosa di un metallo solitamente dorato
Il momento più atteso da Hollywood è arrivato: stanotte a Los Angeles verranno consegnate le statuette dorate, gli Academy Awards numero 88!
Per la prima volta sarà possibile seguire in chiaro e in diretta la cerimonia, che comincerà alle 17:30 ora statunitense al Dolby Theatre. Siete tentati di passare la notte in bianco sulla scia dei premi dorati? Ecco i consigli della sottoscritta, che a suon di Estathé e notti in bianco la segue integralmente da anni.
Vi ricordo che stasera potrete seguirla con il mio commento audio in diretta podcast su Gamesurf. Io sarò ovviamente la voce femminile superfomentata.
18 giovedì Feb 2016
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Autocompiacimento registico, Brian d'Arcy James, delicate palette cromatiche, Howard Shore, John Slattery, Liev Schreiber, Mark Ruffalo, Masanobu Takayanagi, Michael Keaton, Oscar 2016, Oscars, Rachel McAdams, ritratto di relazioni umane prima che lavorative, Stanley Tucci, suore preti e altre cristiane malvagità, Tom McCarthy, tratto da una storia di poco falsa, venezia 72
Il giornalismo investigativo degli inviati sul campo e degli scandali scoperti e documentati pezzo per pezzo sta morendo. Lo dicono gli ultimi valorosi interpreti del genere e lo dicono le redazioni, che ai tempi del software automatici che scrivono articoli e della dittatura di Google News non possono e non vogliono investire in una forma tanto dispendiosa di reportage.
Se il giornalismo investigativo non verrà salvato dai freelance o dal crowdfunding, Il caso Spotlight sarà il suo maestoso epitaffio, un grande film sul fare giornalismo e l’essere giornalista come non se ne vedevano da decenni, basato su una storia vera dalle tinte forti e manipolato da un talento poliedrico e sfuggente come Tom McCarthy, attore di riempimento, sceneggiatore di pietre miliari come Up e ora regista in corsa per l’Oscar.
07 domenica Feb 2016
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Autocompiacimento registico, Bruce Dern, c'e' anche un po' d'Italia, Channing Tatum, COLLO, Dana Gourrier, delicate palette cromatiche, Demián Bichir, Ennio Morricone, fotografia leccatissima, Jennifer Jason Leigh, Kurt Russell, Michael Madsen, Oscar 2016, Oscars, Quentin Tarantino, Samuel L. Jackson, social justice, Tim Roth, Walton Goggins, western, Zoë Bell
Rieccoci qui a parlare di un film di Quentin Tarantino, l’ottavo film di Quentin Tarantino, uno che non solo ormai gioca in una lega a sé, ma che quella lega se l’è costruita con le sue mani e la sua decina scarsa di film, collaborazioni e mediometraggi. Prima importante precisazione e successivo parere: grazie a Leone Group e Rai Cinema, la proiezione stampa si è svolta il lingua originale e in gloriosa pellicola Ultra Panavision 70 mm, con tanto di combo Overture + primo tempo + intervallo + secondo tempo + programma cartaceo. Questo non (solo) per farvi schiattare d’invidia ma per mettere da subito in chiaro che l’operazione, oltre che a consentire un momento di fruizione cinematografica super-nostalgia d’altri tempi , ha un suo notevole perché e, se ne avete l’opportunità, vale davvero la pena e i vostri denari.
15 venerdì Gen 2016
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in27 martedì Ott 2015
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adolescenti problematici, Cannes 2015, delicate palette cromatiche, Deniz Gamze Ergüven, Doga Zeynep Doguslu, dramma familiare obbligatorio, Erol Afsin, Gunes Sensoy, hair porn, i nostri amici arabi, Ilayda Akdogan, Oscar 2016, Oscars, Quinzaine des réalisateurs
Dato che la scorsa a miglior film straniero agli Oscar 2016 sembra già una sfida privata tra Son of Saul e El Club, con qualche sparuto outsider, molte nazioni hanno deciso di puntare su produzioni giovani. Niente cavalli di razza a questo giro insomma, ma giovani puledri da mettere sotto i riflettori: almeno questa sembra essere la scelta dell’Italia e della Francia, che manda come proprio rappresentante Mustang. Presentato con un certo successo alla Quinzaine des réalisateurs all’ultimo festival di Cannes, la pellicola è la miglior risposta contro la supposta misoginia della Croisette: un’opera prima diretta dalla regista Deniz Gamze Ergüven tra enormi difficoltà economiche, logistiche e nel bel mezzo della sua gravidanza, eppure stava in gara non per una rappresentanza da quote rosa o per la coraggiosa produzione dietro le quinte, ma perché è un gran bell’esordio, che merita un giro al cinema.
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13 venerdì Mar 2015
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Bennett Miller, Cannes 2014, Channing Tatum, COLLO, film col dramma dentro, il disperato urlo silenzioso della fangirl in incognito, Mark Ruffalo, omoaffettività, Oscar 2015, Oscars, Sienna Miller, single manly tear, sportivi emotivi, Steve Carell, tratto da una storia di poco falsa
Capisci che Bennett Miller ce l’ha veramente fatta non quando strappa a sorpresa parecchie candidature per sé e per i suoi attori nella corsa agli Oscar 2015, non quando si guadagna uno spazio nella premiazione di Cannes 2014, ma quando riesce a convincerti che sì, persino Channing COLLO Tatum possa essere un grande attore.
Di Foxcatcher se ne è parlato da subito come di un ottimo film, ma la pacatezza con cui il lungometraggio continua un discorso che il suo regista aveva cominciato con il notevole L’Arte di Vincere ha contagiato anche i giornalisti, per cui voglio dirvelo subito, forte e senza mezze misure, a scanso di ulteriori equivoci: Foxcatcher è un filmone della Madonna, anche se forse non avrò mai il coraggio di rivederlo.
24 martedì Feb 2015
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Causa diretta podcast su Gamesurf, purtroppo quest’anno non sono riuscita a coprire con un bel live blogging estenuante la cerimonia di premiazione degli Oscar 2015. Tuttavia per i morigerati e i lungimiranti che hanno preferito il sonno ristoratore al glamour hollywoodiano, ho preparato un compendio del meglio e del peggio di quanto successo ieri notte, quando Hollywood ha proclamato vincitori e vinti del 2014 cinematografico.
Prima che vi lamentiate per il ritardo, lasciatemi sottolineare che è un riassunto / compendio gif incluse.
20 venerdì Feb 2015
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Bradley Cooper, Clint Eastwood, Elise Robertson, i nostri amici arabi, Kyle Gallner, Marnette Patterson, momento patriottico bandiera inclusa, navy SEALs, Oscar 2015, Oscars, spara spara ci stanno massacrando
Il vecchio Clint è stata la vera sorpresa della corsa agli Oscar, il che dà una misura dell’ostilità al cambiamento e dell’attaccamento alla tradizione che regna tra i votanti dell’Academy.
American Sniper non è certo un brutto film, anzi, dimostra ancora una volta come Clint Eastwood sappia confrontarsi con il cinema americano contemporaneo – in questo caso con la sua ossessione per il corpo dei Navy SEALs – mantenendo ogni volta la propria voce, quella di un’America legata ai valori e alla tradizione.
08 domenica Feb 2015
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Essere davvero bravi in quello che si fa, essere compiaciuti dal saperlo. L’ultimo film di Alejandro González Iñárritu, che si prepara ad affrontare la notte degli Oscar da testa di serie, è l’esempio perfetto di questo assunto. Negli anni ho preso l’abitudine di dividere i registi di fascia alta in due grandi gruppi: quelli molto bravi e desiderosi di far bene e quelli molto bravi e desiderosi di far notare al proprio pubblico quanto stiano facendo bene.
Solitamente si usa un lungo pianosequenza, un movimento di macchina ardito ed inaspettato, una scena così clamorosa che sembra quasi una pausa di narrazione dal film in cui il regista sussurra allo spettatore “ecco, adesso prendiamoci cinque minuti in cui ti mostro di cosa sono capace”. Sfruttando le possibilità del digitale, Birdman espande questo momento di estetica e potenza espressiva per tutta la sua durata.