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Il ritorno di David Fincher nelle sale italiane per me ha il sapore dell’anniversario, dato che il suo precedente film si era guadagnato la prima immagine di testata e uno dei primi post sull’allora neonato blog.
Dopo essere entrato nella storia del cinema con The Social Network, uno dei più apprezzati e discussi registi contemporanei ha deciso di tornare a uno dei suoi generi prediletti, il poliziesco, prestando la sua regia scrupolosa e calcolatissima all’adattamento di due romanzi caposaldo della produzione contemporanea: prima Stieg Larsson, ora Gillian Flynn.
Com’era prevedibile, di Gone Girl è difficile parlare male, data la presenza di Fincher e del suo codazzo di staff tecnico notevolissimo. L’unico livello del film su cui si può effettivamente aprire una discussione è quello di eventuali lacune o errori attribuibili a Fincher e al suo cast o delle incombenti nomination agli Academy Awards.
[recensione senza spoiler]