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~ considerazioni in ando e in endo

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Archivi tag: Paul Giamatti

Recensionando / Love & Mercy

30 mercoledì Mar 2016

Posted by Elisa G. in 2014, Cinematografò, Recensionando

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Autocompiacimento registico, Bill Pohlad, Deve far male!, Elizabeth Banks, John Cusack, la forza salvifica dell'Ammmore, maschio caucasico over 30 dalla genialità incompresa, nessuno mi capisce, Paul Dano, Paul Giamatti, sesso droga e tanto altro ancora, tratto da una storia di poco falsa

love1A ventiquattro dalla fine di marzo eccoci di nuovo a parlare di possibili candidati all’Oscar (anche se poi è arrivata solo la meritatissima nomination per Paul Dano ai Golden Globes). Per un film del 2014. Uscito negli Stati Uniti nel 2015. Che arriva da noi non solo dopo l’uscita home video, ma probabilmente (e strategicamente) dopo la scadenza dei link per il live streaming…ok, cosa vi dicevo un paio di settimane fa circa il periodo tra marzo e maggio e gli avanzi di magazzino?
E infatti eccoci qui a recensire Love & Mercy, un film che è piaciuto tantissimo alla critica ma che alla fin fine si è rivelato irrilevante a livello di critica e premi…e per la maggior parte, a ragione.
E se percepite una punta in più di acidità in me è perché non riesco a capacitarmi di come basti piazzare lì l’ennesima storia del genio bianco incompreso e bistrattato per farla franca…più o meno, considerato che comunque parecchi avranno reagito a titolo e locandina con un “cheeee?”.

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Recensionando / Straight Outta Compton

01 giovedì Ott 2015

Posted by Elisa G. in 2015, Cinematografò, Recensionando

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c'ho rabbia dentro, Corey Hawkins, F. Gary Gray, Jason Mitchell, la città e il ghetto!, O'Shea Jackson Jr., Paul Giamatti, sesso droga e tanto altro ancora, tratto da una storia di poco falsa

Straight_Outta_Compton1Per spiegare l’incredibile successo di Straight Outta Compton al botteghino statunitense – è stato uno dei re dell’estate, insieme ai dinosauri e ad Amy Schumer – si sarebbe fortemente tentati di piantar lì una riflessione sui bravi fratelli neri che vanno a vedere la pellicola capace di dare finalmente voce alla loro realtà di violenza, povertà e abusi della polizia.
Sarebbe semplicistico ma nemmeno troppo campato per aria, come spesso accade quando dal commento cinematografico ci si sposta in ambito politico e sociale. Operazione che è impossibile ovviare riguardo a questo film, che trae giovamento anche di un’uscita dal tempismo perfetto, dandogli una valenza ancora più dura e attuale. L’indignazione e la rabbia sono amplificate dalla consapevolezza che, dal 1987, un cambiamento è cominciato eppure è ancora tutto uguale a prima.

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Recensionando / The Congress

09 lunedì Giu 2014

Posted by Elisa G. in 2013, Cinematografò, Recensionando

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adolescenti problematici, Ari Folman, Autocompiacimento registico, Cannes, Cannes 2013, dramma familiare obbligatorio, fantascienza, film PESO, Harvey Keitel, Jon Hamm, ma anche no, Paul Giamatti, Psicologia e Psicosi, Robin Wright, se capisce e non se capisce, WTF!?

cong1Quando vedo che film come “The Congress” di Ari Folman vengono tollerati e persino apprezzati, sento le mie convinzioni vacillare. Siamo d’accordo che il bello è soggettivo ed è una questione di gusti e tutto quello che volete voi, ma vedere espanso questo concetto sino a inglobare un film tanto sconclusionato e inutile mi fa venir voglia di cercarne gli estimatori a uno a uno con la lista dei film che hanno snobbato e sbeffeggiato, indicandoli e chiedendogli “cosa ha di meglio l’ultimo Folman di questo e quello?”.
Lo dico da una posizione più che interessata e disponibile verso un mondo futuribile e tecnologicamente contraddittorio come quello presentato in questa pellicola. Talvolta però essere un estimatore del genere non può che far balzare all’occhio il cattivo utilizzo (per non dire l’inutile scomodare) dei canoni del genere.
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Recensionando / The Amazing Spider-Man 2 : Il potere di Electro

20 domenica Apr 2014

Posted by Elisa G. in 2014, Cinematografò, Recensionando

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Alex Kurtzman, Andrew Garfield, cinecomics, Dane DeHaan, dawson cast, Emma Stone, father issue, Hans Zimmer, il disperato urlo silenzioso della fangirl in incognito, Jamie Foxx, le mani addosso!, Marc Webb, Marvel, nessuno mi capisce, Paul Giamatti, rallenty, Roberto Orci, Sally Field, sento puzza di hipster, Ship Sheep, slow motion, spandex!, supereroi con superproblemi, The Magnificent Six

asm1Dopo un inizio parecchio deludente, rieccoci qui a parlare dell’Uomo Ragno hipster, parvenza adolescenziale (a essere generosi col dawson cast) e un nessuno mi capisce! grosso così. Devo essere sincera: la voglia di vederlo non era esattamente ai massimi e la scoperta che la durata dichiarata era di 142 minuti mi ha portato a un passo dalla resa. Tuttavia non potevo esimermi, non dopo aver ammirato la zazzera bionda e il talento di Dane DeHaan in “Chronicles” e “Kill Your Darlings“. Il rimpiazzo di James Franco (ehm) con un talento simile era l’unico movimento qualitativo ascensionale, in netta controtendenza con il resto del franchise, ormai pericolosamente vicino all’irrilevanza. E a quella zazzera bionda (e a una strepitosa colonna sonora) qualcuno deve un enorme grazie.

NOTA: Così come richiesto da SONY, la recensione che segue è assolutamente spoiler free. Attenderò la fine di aprile (ovvero: avete una settimana, cocchi!) e poi inserirò un paio di considerazioni ben più spoiler. Quindi leggete pure senza timore.
EDIT: Spoiler in coda al post, occhio!

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Recensione / 12 anni schiavo di Steve McQueen

20 giovedì Feb 2014

Posted by Elisa G. in 2013, Cinematografò, Recensionando

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Benedict Cumberbatch, Brad Pitt, Chiwetel Ejiofor, Costumismi, delicate palette cromatiche, film PESO, fotografia leccatissima, Hans Zimmer, John Ridley, Lupita Nyong'o, Michael Fassbender, Oscar 2014, Oscars, Paul Dano, Paul Giamatti, Quvenzhané Wallis, Sarah Paulson, Sean Bobbitt, steve mcqueen, tratto da una storia di poco falsa, tristezza a palate, vincitore di premio a forma di qualcosa di un metallo solitamente dorato

Debutta oggi nei cinema italiani il terzo lungometraggio di Steve McQueen e mi preme consigliarvi un giro in sala al più presto.
Candidato di punta agli Oscar, già vincitore di numerosi riconoscimenti nella stagione dei premi quasi conclusa, 12 Years a Slave è quel genere di film durante la cui visione percepisci che ti sta scorrendo davanti un pezzo di futura storia del cinema.
Sensazione abbastanza ricorrente in un 2013 (Gravity che dà una vera motivazione d’esistere al 3D, Adele che si scava un posto nei film del decennio a suon di emozioni graffianti) che, in differita di qualche mese, si rivela anche in Italia come un’annata cinematografica pazzesca.
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SFF lover, pro reviewer, every day shipper.

Elisa Giudici, talvolta Gardy, sempre io.

Malvagia, misteriosa ed esotica, ho finito per fare del mio recensire a tempo perso un lavoro, tranne qui, dove continuo a perdere tempo dietro a cinema, letteratura e televisione.

Elargisco aggettivi e rintraccio sottotesti dalla nebbie padane, sognando tappeti rossi, viaggi interstellari, drammi vittoriani e statuine dorate.

Il mio animale totemico è un fottuto cervo metaforico (FCM).

Se "ci shippo qualcuno?" è la vostra domanda, questo blog è la risposta.

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