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Antonin Baudry, François Civil, Jérôme Seydoux, Mathieu Kassovitz, momento patriottico bandiera inclusa, Omar Sy, Paula Beer, Reda Kateb, sottomarini, spara spara ci stanno massacrando, Stefan Godin
Nell’insolito marasma di uscite di alto profilo e alto livello c’è un film notevole che rischia di rimanere fuori dai vostri radar, se non fosse per me, la vostra inviata dal fronte del cinema francese. Oltre che ad essere un gran bel film action che stupisce per opulenza produttiva e per la capacità che il cinema francese dimostra di avere nel mettere insieme un film che non ha niente – ripeto, niente – da invidiare alle operazioni blockbuster statunitensi antiche e recenti, Wolf Call – Minaccia in alto mare ha un’avvincentissima storia dietro le quinte e dietro la cinepresa che merita di essere raccontata e conosciuta.
Una storia che racconta tanto di cosa significhi fare cinema Oltralpe, di quale fiducia si abbia in autori esordienti con buone idee da portare su grande schermo, ma anche sull’importanza di conoscere le persone giuste, nel mondo del cinema e dell’esercito. Stavolta non arriverà il solito piagnisteo stile “una cosa così avremmo potuto farla anche noi” perché no, non riesco ad immaginare un altro paese europeo con la volontà, i soldi o la spregiudicatezza necessarie a mettere in piedi un’operazione simile e con così ottimi risultati.
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