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L’antagonismo sportivo tra Niki Lauda e James Hunt era già leggenda e sportiva mentre si consumava pista dopo pista nei ruggenti anni ’70; la trasposizione cinematografica era solo una questione di tempistica, di regista giusto al momento giusto. Aggiungendo all’equazione l’incidente di Lauda e la successiva sfigurazione, era evidente che qualcuno l’avrebbe sfoderato in piena stagione degli Oscar.
Quando Ron Howard si è palesato come trasformatore cinematografico di questo potenziale biografico la catastrofe sembrava incombente. Anche volendo non riuscivo a pensare a un nome peggiore a cui affidare il difficile bilanciamento tra le due polarità rappresentate dai piloti a livello automobilistico ed esistenziale.
Sorprendendo tutti, Ron Howard si è affidato a Peter Morgan, uno sceneggiatore che di duelli se ne intende (“Frost/Nixon”) e ne ha cavato fuori un film misurato.