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~ considerazioni in ando e in endo

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Archivi tag: Rachel McAdams

Recensionando / Doctor Strange

26 mercoledì Ott 2016

Posted by Elisa G. in 2016, Cinematografò, Recensionando

≈ 5 commenti

Tag

Alexandra Byrne, Benedict Cumberbatch, Benedict Wong, Chiwetel Ejiofor, Mads Mikkelsen, Marvel, Michael Giacchino, Rachel McAdams, Scott Derrickson, Tilda Swinton

strange1Stavolta per il film Marvel dell’autunno prediligo il post time sensitive, con un paio di impressioni assolutamente spoiler free buttate giù a poche ore dalla visione in sala, nel cuore della notte (perciò disattivate la modalità automatica di grammar nazi che è in voi, perché scriverò scempiaggini senza ombra di dubbio).
Prima di passare ad analizzare i risvolti di quello che si presenta come il film Marvel più consapevolmente fangirlistico di sempre, un avviso di servizio: a questo giro ci sono due scene extra nei titoli di coda. La prima, una mid credit scene, è praticamente tratta da un mio sogno erotico tipo, ma si dà il caso che sia anche la più interessante e ne riparliamo nel paragrafo spoiler in fondo. La seconda invece è tutta fuffa, peraltro ampiamente attesa da chi una certa famigliarità col mondo strano di Strange già ce l’ha. In ogni caso vi tocca star dentro proprio fino alla fine.
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Recensionando / Il caso Spotlight

18 giovedì Feb 2016

Posted by Elisa G. in 2015, Cinematografò, Recensionando

≈ 1 Commento

Tag

Autocompiacimento registico, Brian d'Arcy James, delicate palette cromatiche, Howard Shore, John Slattery, Liev Schreiber, Mark Ruffalo, Masanobu Takayanagi, Michael Keaton, Oscar 2016, Oscars, Rachel McAdams, ritratto di relazioni umane prima che lavorative, Stanley Tucci, suore preti e altre cristiane malvagità, Tom McCarthy, tratto da una storia di poco falsa, venezia 72

spotlightIl giornalismo investigativo degli inviati sul campo e degli scandali scoperti e documentati pezzo per pezzo sta morendo. Lo dicono gli ultimi valorosi interpreti del genere e lo dicono le redazioni, che ai tempi del software automatici che scrivono articoli e della dittatura di Google News non possono e non vogliono investire in una forma tanto dispendiosa di reportage.
Se il giornalismo investigativo non verrà salvato dai freelance o dal crowdfunding, Il caso Spotlight sarà il suo maestoso epitaffio, un grande film sul fare giornalismo e l’essere giornalista come non se ne vedevano da decenni, basato su una storia vera dalle tinte forti e manipolato da un talento poliedrico e sfuggente come Tom McCarthy, attore di riempimento, sceneggiatore di pietre miliari come Up e ora regista in corsa per l’Oscar.

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Recensionando / Southpaw

08 martedì Set 2015

Posted by Elisa G. in 2015, Cinematografò, Recensionando

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Tag

50 Cent, Antoine Fuqua, Deve far male!, dramma familiare obbligatorio, film coi pugni nelle mani, Forest Whitaker, Jake Gyllenhaal, Kurt Sutter, Naomie Harris, Oona Laurence, proteggi la Famiglia!, Rachel McAdams, RISCATTO, sportivi emotivi, tamarro dentro

southpawSi respira aria di autunno cinematografico: Venezia si spiega senza troppi colpi di scena, le uscite settimanali si avviano a diventare sempre più psichedeliche e, con un mesetto di anticipo sul calendario, esce la pellicola in cui Jake Gyllenhaal ci ricorda con agilità come possa portarsi a casa un qualsiasi film che ruoti attorno a una sua performance totalizzante, per modi e scelte occhieggiante all’Oscar, ma senza la piacioneria e i grossi nomi di un Leonardo Di Caprio idolo delle folle e dei meme.
Dopo Gyllenhaal detective alcolizzato e Gyllenhaal morboso giornalista di Studio Aperto, il nostro prosegue nel suo programma volto ad attirare l’attenzione dell’Academy con una figurina che non poteva mancare: il pugile in cerca di riscatto. Il dramma di Southpaw, che gira intorno alla solita, prevedibile metamorfosi fisica dell’attore e alla sua irreprensibile performance, è che non ha un momento in cui non sia esattamente il film tipo che avete visualizzato qualche riga fa.
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Recensionando / La spia

02 domenica Nov 2014

Posted by Elisa G. in 2014, Cinematografò, Recensionando

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Tag

Anton Corbijn, Daniel Brühl, father issue, Grigoriy Dobrygin, Homayoun Ershadi, i nostri amici arabi, John le Carré, Mehdi Dehbi, Nina Hoss, Philip Seymour Hoffman, Rachel McAdams, Robin Wright, uno spia l'altro pure, Willem Dafoe

most wanted1Non ho mai fatto mistero della mia totale, assoluta adorazione per il film “La Talpa”, perciò mi fa molto piacere vedere come la lezione di Alfredson su come sia ancora possibile fare un film di spionaggio assolutamente perfetto abbia spinto tanti produttori a investire su questo filone. Produttori europei impegnati a rivalutare un genere affossato da una serie di pellicole americane che avevano ridotto l’intelligence a un guazzabuglio roboante di gadget supertecnologici e vendette personali #perlalibertà, dividendo il mondo in americani buoni costretti a fare cose brutte per fermare gli arabi cattivi.
A most wanted man continua il lavoro di rilancio del genere affrontando il passo successivo; se infatti “La talpa” era aiutata nel suo porre di nuovo l’accento sulla componente umana dall’ambientazione tecnologicamente arcaica della Guerra Fredda, stavolta l’ambientazione è praticamente contemporanea.

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Recensionando / To The Wonder

29 sabato Giu 2013

Posted by Elisa G. in 2012, Cinematografò, Recensionando

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Tag

Autocompiacimento registico, Ben Affleck, delicate palette cromatiche, film col dramma dentro, film PESO, fotografia leccatissima, Javier Bardem, la forza salvifica dell'Ammmore, ma anche no, MA-TI-PREGO, Olga Kurylenko, Rachel McAdams, se ne sentiva il bisogno, Terrence Malick, tristezza a palate, Venezia, Venezia 2012, voice over molesto

to the wonder locandinaSe non avere le competenze necessarie per realizzare un film è il peccato originale di molte pellicole commerciali, in ambito autoriale l’eccessiva fiducia nelle proprie capacità può produrre veri e propri disastri, come nel caso di To The Wonder.
Il cinema autoriale è stupefacente perché pieno di maestria e realismo filtrato attraverso il gusto personale del realizzatore, ignorando per una volta le esigenze del botteghino e dello spettatore pagante. In un certo senso, è brado, selvaggio, non imbrigliato da mille esigenze che non concernono strettamente la settima arte.
La sensibilità autoriale e l’equilibrio su cui si fonda sono però materie delicatissime e non mancano esempi di gente che ha mandato la propria carriera alla malora non riuscendo più ad ottenere un prodotto armonico.
Appare piuttosto evidente che da capolavori quali “La Sottile Linea Rossa” e “La Rabbia Giovane” la sensibilità di Terrence Malick abbia subito un’evoluzione. Con questo film però il sentiero tracciato nel nuovo millennio sembra irrimediabilmente discendente.
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SFF lover, pro reviewer, every day shipper.

Elisa Giudici, talvolta Gardy, sempre io.

Malvagia, misteriosa ed esotica, ho finito per fare del mio recensire a tempo perso un lavoro, tranne qui, dove continuo a perdere tempo dietro a cinema, letteratura e televisione.

Elargisco aggettivi e rintraccio sottotesti dalla nebbie padane, sognando tappeti rossi, viaggi interstellari, drammi vittoriani e statuine dorate.

Il mio animale totemico è un fottuto cervo metaforico (FCM).

Se "ci shippo qualcuno?" è la vostra domanda, questo blog è la risposta.

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