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Autocompiacimento registico, Barry Keoghan, Cannes 2017, Colin Farrell, Deve far male!, film PESO, Nicole Kidman, Psicologia e Psicosi, Raffey Cassidy, Yorgos Lanthimos
Viene da chiedersi quale torto abbia mai compiuto l’umanità contro Yorgos Lanthimos, il regista greco che forse più di chiunque altro sa giocare ad armi pari con un certo Michael Haneke sul terreno di cinismo e pessimismo universale. Se avevate trovato inutilmente cinico e crudelmente sadico The Lobster (definito da Luca Guadagnino per questi motivi come “un film orrendo e senza speranza”), vi conviene stare alla larga da Il sacrificio del cervo sacro. Il vincitore del premio alla miglior sceneggiatura al Festival di Cannes 70 fa sembrare tutto sommato speranzoso e possibilista il suo predecessore.
Haneke e Lanthimos spartiscono un interesse cinematografico comune: quello per una clinica dissezione del comportamento umano e delle emozioni più universali (anche le più positive), alla ricerca delle loro radici più profondi e non particolarmente nobili. Il sacrificio del cervo sacro è proprio questo: un asfissiante thriller che, strato dopo strato, spoglia un nucleo famigliare amorevole e unito, fino ad arrivare al cuore delle loro relazioni e guardare su cosa davvero poggino.