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~ considerazioni in ando e in endo

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Archivi tag: rallenty

Recensionando / Baywatch

31 mercoledì Mag 2017

Posted by Elisa G. in Uncategorized

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Alexandra Daddario, Dwayne Johnson, gente figa, Ho visto la gente nuda, Ilfenesh Hadera, Jon Bass, Kelly Rohrbach, l'addominale prende aria, Priyanka Chopra, rallenty, Zac Efron

Non eravamo così ingenui nemmeno negli anni ’90, quando la serialità televisiva era diffusa ma meno condivisa, importante ma meno onnipresente, assimilata ma raramente analizzata  Guardavamo indiscriminatamente Xena e Ally McBeal, Buffy e E.R. e non ci ponevamo troppi problemi su cosa sarebbe passato alla storia e cosa no.
Eppure anche allora eravamo del tutto consapevoli che il seno prosperoso di Pamela Anderson e i fustacchi vari divisi tra amorazzi e bracciate al largo erano sempre presenti per evitare che nei momenti di noia e di stanca si smettere di guardare Baywatch, già allora la serie più scult del decennio.
Come riportare in vita e al cinema Baywatch, una storia che già in partenza colpiva alla pancia (e solleticava le parti basse) più che alla testa, nel decennio dell’estrema consapevolezza del pubblico e dei prodotti stessi che è destinato a consumare?
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Recensionando / The Amazing Spider-Man 2 : Il potere di Electro

20 domenica Apr 2014

Posted by Elisa G. in 2014, Cinematografò, Recensionando

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Alex Kurtzman, Andrew Garfield, cinecomics, Dane DeHaan, dawson cast, Emma Stone, father issue, Hans Zimmer, il disperato urlo silenzioso della fangirl in incognito, Jamie Foxx, le mani addosso!, Marc Webb, Marvel, nessuno mi capisce, Paul Giamatti, rallenty, Roberto Orci, Sally Field, sento puzza di hipster, Ship Sheep, slow motion, spandex!, supereroi con superproblemi, The Magnificent Six

asm1Dopo un inizio parecchio deludente, rieccoci qui a parlare dell’Uomo Ragno hipster, parvenza adolescenziale (a essere generosi col dawson cast) e un nessuno mi capisce! grosso così. Devo essere sincera: la voglia di vederlo non era esattamente ai massimi e la scoperta che la durata dichiarata era di 142 minuti mi ha portato a un passo dalla resa. Tuttavia non potevo esimermi, non dopo aver ammirato la zazzera bionda e il talento di Dane DeHaan in “Chronicles” e “Kill Your Darlings“. Il rimpiazzo di James Franco (ehm) con un talento simile era l’unico movimento qualitativo ascensionale, in netta controtendenza con il resto del franchise, ormai pericolosamente vicino all’irrilevanza. E a quella zazzera bionda (e a una strepitosa colonna sonora) qualcuno deve un enorme grazie.

NOTA: Così come richiesto da SONY, la recensione che segue è assolutamente spoiler free. Attenderò la fine di aprile (ovvero: avete una settimana, cocchi!) e poi inserirò un paio di considerazioni ben più spoiler. Quindi leggete pure senza timore.
EDIT: Spoiler in coda al post, occhio!

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Recensionando / 300 – L’alba di un impero

07 venerdì Mar 2014

Posted by Elisa G. in 2014, Cinematografò, Recensionando

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Alexandra Byrne, baracconate, Born to be a Vagina, Callan Mulvey, cool guys don't look at explosions, Eva Green, film coi pugni nelle mani, Frank Miller, gente figa, Hans Matheson, Ho visto la gente nuda, Kurt Johnstad, l'addominale prende aria, Lean Headey, Noam Murro, omoaffettività, rallenty, Rodrigo Santoro, slow motion, voice over molesto, Zack Snyder

300r 1A otto anni di distanza, anche i più disfattisti devono capitolare e ammettere quanto “300” di Zack Snyder abbia impattato, nel bene e nel male, sull’immaginario visivo in campo cinematografico e televisivo. Da qui ad avventurarsi nel sequel di un film i cui protagonisti sono più che deceduti e la conclusione sembra marchiare a fuoco la scritta fine della storia però ce ne vuole.
Frank Miller però era dell’idea che un secondo capitolo dovesse essere realizzato, a costo di piegare alle esigenze narrative tutto ciò che i poveri liceali hanno imparato a memoria a suon di versioni al ginnasio. Così nasce “Xerxes”, la graphic novel che consente di ritornare nel mezzo delle guerre persiane, ficcando la testa in quel gap di due anni lasciato tra la penultima e l’ultima scena del predecessore.

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Segnalando / Trailer interessanti dagli Stati Uniti

14 venerdì Giu 2013

Posted by Elisa G. in Cinematografò, Segnalando

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Chris Evans faccia di cera, Ed Harris, Eva Green, Eva Longoria, fantascienza, film coi pugni nelle mani, Fred Melamed, gente figa, Jamie Bell, John Hurt, Joon-ho Bong, Kang-ho Song, Lake Bell, Lena Headey, rallenty, Tilda Swinton, voice over molesto, Zack Snyder

snowpiercer locandinaCon i primi caldi e le ultime grosse uscite ormai pressanti (“Into Darkness” e “Man of Steel”), i cinema italiani si preparano alla desertificazione di rilievo. La risposta per i cinefili è solitamente il recupero coatto di quanto perso nelle settimane di calca cinematografica.
Se anche questo non dovesse bastare, meglio rivolgersi ai trailer appena pubblicati sul web, per cominciare a farsi un’idea dei titoli potenzialmente interessanti di questo autunno/inverno, fino alla grande abbuffata del ComicCon, che coincide crudelmente con il momento di maggiore secca cinematografica qui in Italia.

Ecco qualche segnalazione promettente.

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Aspettando / L’uomo d’Acciaio

17 mercoledì Apr 2013

Posted by Elisa G. in Aspettando, Cinematografò

≈ 5 commenti

Tag

Amy Adams, Christopher Nolan, DC, Henry Cavill, Kevin Costner, Man of Steel, rallenty, Russel Crowe, Superman, Zack Snyder

Approvo l’approccio della Warner Bros al secondo, grosso tentativo cinematografico di rilanciare Superman, l’ultima grande icona dei comics non ancora salita sul carro dei vincitori.

Poco materiale, ben montato, ben dilatato, capace di creare l’aspettativa ma senza dare la sensazione di aver già visto tutto il film (Iron Man 3 anyone?). Così, dopo un già ottimo teaser, oggi è stata sganciata una bomba, questo trailer.

Data di uscita italiana: 20 giugno 2013
Per i meno accorti di voi, a una sola settimana dall’uscita italiana di “Stark Trek Into Darkness”.
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Recensionando / L’arte di Vincere

10 venerdì Feb 2012

Posted by Elisa G. in 2011, Cinematografò, Recensionando

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Tag

Aaron Sorkin, Bennett Miller, Brad Pitt, Cinemozioni5 sportive, Jonah Hill, Philip Seymour Hoffman, rallenty, RISCATTO, se capisce e non se capisce, single manly tear, sportivi emotivi, Stereotipi panzoni, Steven Zaillian

In attesa del film coi pugni nelle mani, il 2012 si apre con un’uscita di lusso, proponendoci una pellicola dedicata la Baseball. E voi lo sapete cosa questo implichi, perchè vivete in Italia e sapete quale potere metaforico abbia il giuoco del pallone sulle nostre esistenze. Ecco cancellate calcio, inserite baseball e fate lo stesso con Italia e Usa. Bon, via, cominciamo.

Dopo aver ridotto (di nuovo) in schiavitù Steven Zaillian e Aaron Sorkin (ormai incapaci di fare altro nella vita) e averli sfruttati per scrivere l’adattamento di un libro basato su una storia vera in una sceneggiatura incentrata sul dietro le quinte del baseball, i capoccioni hanno deciso di chiamare Bennett Miller e smollargli questa patata bollente.

Di per sè infatti il film a tematica baseball non è difficilissimo. E’ obbligatoriamente incentrato sul RISCATTO. Il riscatto di una squadra di provincia, una squadra di brocchi, di un allenatore finito del fango, di giocatori ormai dati per spacciati, di donne che amano lo sport. O una di queste, o molte o anche tutte; più ne inserite e più il film è candidato a finire la domenica pomeriggio su Canale5, vestigia del Cinemozioni5 in ambito sportivo. Più diventa emotivo, ma tipo che poi ti commuovi. Moneyball non fa certo eccezione, raccontandoci di come la squadra a basso budget degli Oklahoma Athletics si batta con le grandi del continente americano (i cattivissimi NY Yankees, a cui escono i soldi dalle orecchie), arrivando sempre ad un passo dall’Impresa (vincere le World Series). Annegando ogni anno nella delusione e nel saccheggio dei loro giocatori migliori che emigrano nelle grandi.

Però. Però poi arrivano le grane, ovvero il fatto che di baseball giocato (e montato al rallenty perchè fa più sportivo emotivo) se ne veda poco, sgranato in tv o in rifinitissime scene patinate. La maggior parte dell’azione si svolge lontano dall’erba del diamante, lontano dalla squadra, chiusa tra le quattro mura dell’ufficio del GM della squadra, intepretato da un Brad Pitt solido e convincente, pompato e ruminante al punto giusto da poter sembrare un ex giocatore fallito finito a fare prima da scout, poi da manager. Diciamocelo: è Brad che porta a casa il film. Nonostante il suo incessante ruminare gomme da masticare sia vagamente irritante, sa gestire un film in cui è lui a dover interpretare il RISCATTO. A coadiuvarlo negli infiniti dialoghi su “chi mettiamo dove per la prossima partita” c’e’ Jonah Hill, un laureato fresco fresco in economia che rivela al gm che la matematica si nasconde anche dietro al baseball e bisogna sfruttarla. Ovviamente essendo uno che ne capisce di matematica, è grassoccio e timidone, ma pretendere di uscire dal seminato in una pellicola sul baseball sarebbe un po’ troppo.

Così la pellicola si snoda in una serie di situazioni tra il topico (Brad si fida di Johan, i vecchi del mestiere gli si rivoltano contro, perde tantissimo, vince tantissimo, c’e’ persino l’audio del duo di commentatori sportivi increduli a bordo campo di cui non possiamo fare a meno) e l’inconsueto. Dove per inconsueto intendo scene lunghissime in cui ci viene illustrato lo scontro tra una concezione romantica dello sport, quella che ci fa lacrimare, e una visione più cinica e oggettiva fornita dalla matematica, che sembra in grado rivoluzionare gli spogliatoi delle squadre, mietendo molte vittime sulla sua squadra.
Nell’inconsueto vorrei aggiungere anche Philip Seymour Hoffman che NON fa il cattivo bastardissimo, ma si limita a interpretare l’allenatore panzone che fatica ad adattarsi alle nuove regole. Nel seminato invece rientra appieno il racconto del sogno infranto del giovane Brad giocatore in major league e il rapporto con la figlia che vive con la madre da cui lui si è separato.

Non vi voglio mentire: è un bel film in cui il tono cinemozioni scema nello scorcio matematico-commerciale della vicenda. Ma ai momenti di esaltazione si mescolano momenti di difficoltà di comprensione, a meno che voi non siate abitudinari del hot dog masticato sugli spalti americani.

Un buon film, sicuramente dimenticabile e a tratti tedioso, ma che non fa pentire del tempo dedicatogli. Se avete voglia di versare una single manly tear dedicata allo sport, la vostra scelta della stagione. Considerando il livello delle pellicole candidate agli oscar in quest’anno di magra, le candidature ci stanno tutte.

Moneyball Brad Pitt Billy BeaneLo vado a vedere? Ti piace lo sport o ti piacciono le storie di RISCATTO? Allora sì.
Ci shippo qualcuno? Ehhhh, un Brad disilluso incontra un tenero panzone che riaccende in lui la speranza. Direi che si può fare.
Coefficiente Kleenex? Alto ma frammentario, concentrato nella parte centrale.

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SFF lover, pro reviewer, every day shipper.

Elisa Giudici, talvolta Gardy, sempre io.

Malvagia, misteriosa ed esotica, ho finito per fare del mio recensire a tempo perso un lavoro, tranne qui, dove continuo a perdere tempo dietro a cinema, letteratura e televisione.

Elargisco aggettivi e rintraccio sottotesti dalla nebbie padane, sognando tappeti rossi, viaggi interstellari, drammi vittoriani e statuine dorate.

Il mio animale totemico è un fottuto cervo metaforico (FCM).

Se "ci shippo qualcuno?" è la vostra domanda, questo blog è la risposta.

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