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~ considerazioni in ando e in endo

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Archivi tag: ritratto di relazioni umane prima che lavorative

Cineriassuntone mensile / I film di aprile 2019

30 martedì Apr 2019

Posted by Elisa G. in 2018, 2019, Cinematografò, Recensionando

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Tag

Alexis Michalik, Anthony Maras, Armie Hammer, è così francese!, Berlinale 68, biografia, Cannes 2018, Dev Patel, film PESO, i nostri amici arabi, il disperato urlo silenzioso della fangirl in incognito, Jason, Joe Cornish, John C. Reilly, Jon S. Baird, Linda Cardellini, Małgorzata Szumowska, Michael Chaves, Nadine Labaki, Olivier Gourmet, omoaffettività, Oscar 2019, ritratto di relazioni umane prima che lavorative, Steve Coogan, terrorismo, tristezza a palate, Zain Al Rafeea

Secondo appuntamento mensile del cineriassuntone sett…mensile, un po’ perché di certi film voglio continuare a parlarvi in post dedicati, un po’ perché so che da qualche parte qui c’è un format perfetto ma c’è ancora da sperimentare. Quindi ecco a seguire tutti* i film usciti a aprile 2019 che ho visto ma non ho avuto tempo, voglia o sbatta di recensirvi.

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Recensionando / Genius

14 lunedì Nov 2016

Posted by Elisa G. in 2016, Cinematografò, Recensionando

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A. Scott Berg, Colin Firth, Dominic West, father issue, Guy Pearce, John Logan, Jude Law, Laura Linney, Michael Grandage, Nicole Kidman, omoaffettività, ritratto di relazioni umane prima che lavorative, tratto da una storia di poco falsa

geniusIl problema dei progetti che rimangono nel cassetto per tanti anni è che appunto, il mondo cinematografico e non intorno a loro continua ad avanzare e mutare. La sceneggiatura di Genius se ne è stata tranquilla in un cassetto dal 1999 a poco tempo fa, quando un John Logan finalmente sulla cresta dell’onda (dopo il successo di Penny Dreadful) ha potuto accarezzare l’idea di produrre un biopic dedicato a Maxwell Perkins, basato sul lungo saggio biografico di Andrew Scott Berg letto a fine millennio.
Dopo aver ottenuto la collaborazione dell’autore e l’ingresso del cast di un interprete affidabile come Colin Firth, cosa poteva andare storto?
Solo e purtroppo una cosa: la sceneggiatura appunto, figlia di un John Logan molto diverso da quello che conosciamo e amiamo oggi.

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Recensionando / Ancillary Mercy

18 giovedì Ago 2016

Posted by Elisa G. in Libreria, Recensionando

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Ann Leckie, fantascienza, Hugo Award, i libri con gli alieni e le astronavi, libreria fangirl, Locus Award, nebula 2015, Nebula Award, ritratto di relazioni umane prima che lavorative, space opera

ha_mercySono passati solo 3 anni e 3 romanzi dall’inizio della saga che ha lanciato Ann Leckie nel firmamento internazionale della fantascienza, eppure tante cose sono cambiate, così tante che si può dire a buon diritto che il ciclo di Ancillary è stato uno degli eventi più rilevanti dello scenario statunitense negli ultimi anni.
La trilogia della Leckie è stata una delle poche iniziata e conclusa in maniera solida e continuativa, capace non solo di convincere sempre critica e pubblico, ma anche di farlo spostando un po’ più in là il confine del genere e incarnando tutto un movimento di autori (ma soprattutto autrici) che costituiscono l’avanguardia di un nuovo modo di scrivere fantascienza in questo millennio. Un gruppo di scrittori e scrittrici che incarna un nucleo molto definito di idee e messaggi ma che prima della Leckie non aveva mai saputo mettersi così tanto sotto i riflettori, vincere tutto il vincibile e, pur rimanendo lontano per numeri dalle teste di serie, formare un gruppo di lettori così solido e affezionato da centrare per 3 (difficili) anni di fila la doppia nomination Hugo+Nebula, anche nell’annus terribilis dei Sad Puppies 2015.
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Recensionando / Star Trek Beyond

20 mercoledì Lug 2016

Posted by Elisa G. in 2016, Cinematografò, Recensionando

≈ 7 commenti

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Anton Yelchin, Bad robot, Chris Pine, Doug Jung, fantascienza, figa-astronavi-esplosioni, gente figa, i film con gli alieni e le astronavi, Idris Elba, John Cho, Justin Lin, Karl Urban, Michael Giacchino, omoaffettività, ritratto di relazioni umane prima che lavorative, Ship Sheep, shippabbestia, Simon Pegg, Sofia Boutella, spiegazioni cazzare, Star Trek, Zachary Quinto, Zoe Saldana

startrekbeyondA Star Trek Beyond non sarebbero nemmeno servite le agevolazioni di una distribuzione italiana votata a rimandare tutti film estivi a settembre per essere incoronato provvisoriamente film dell’estate, non in un’annata così povera di pellicole davvero riuscite. Un traguardo ancor più importante se consideriamo il punto di partenza davvero precario che aveva questo terzo capitolo del reboot cinematografico. Beyond è innanizuttutto l’orfano di J.J. Abrams in veste di regista, non solo passato all’avversario di sempre, ma anche dopo aver lasciato in eredità un film molto riuscito ma vero e proprio tradimento dello spirito della saga come Into Darkness (sempre al netto dei 5 minuti finali più disastrosi e inammissibili del 2014). Con una continuity più ingarbugliata che mai, un regista senza esperienza nel genere e un budget comunque meno favolistico di un tempo nonostante l’arrivo di capitali cinesi, Beyond sembrava destinato a ripiegarsi su se stesso.  Continua a leggere →

Recensionando / Himitsu The Top Secret di Reiko Shimizu

27 domenica Mar 2016

Posted by Elisa G. in manga, Recensionando

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awwww!, drama queen, fantascienza, Gardy consiglia, Goen, il disperato urlo silenzioso della fangirl in incognito, libri col DRAMMA dentro, manga che ci diranno che non vende niente, Psicologia e Psicosi, Reiko Shimizu, ritratto di relazioni umane prima che lavorative, shippabbestia

himitsucoverQuesto post è la realizzazione di un lungo sogno cominciato il 2 settembre 2007, quando con grande emozione pubblicavo la mia prima recensione online. L’opera oggetto del pezzo in questione (che trovate a tutt’oggi nel titanico archivio dello SMO) era proprio Himitsu. Io ero ancora inesperta e scrivevo con preoccupazione di un manga di cui percepivo l’eccezionalità, che non trovavo modo di esprimere a parole.
A distanza di quasi un decennio, dopo che scrivere recensioni e consigliare prodotti culturali per me è diventata una professione, dopo qualcosa come 550 post solo su gerundiopresente e quasi il doppio le tra varie testate per cui lavoro, la difficoltà rimane la stessa. Non ha nulla a che vedere con l’enorme affezione che provo per i protagonisti di questa storia o per le persone con cui parlo da un decennio degli stessi: è che continuo a percepire il pericolo che la sua natura di manga porti tanti potenziali lettori a non provare un’opera che amerebbero moltissimo. Ora che la graphic novel è stata sdoganata e che tutti apprezzano prodotti fantascientifici come Black Mirror e Hannibal però non ci sono più scuse per ignorare quella che è e sarà una delle migliori uscite del 2016, imperdibile per gli amanti della fantascienza e dei procedurali.
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Recensionando / Truth: Il prezzo della verità

21 lunedì Mar 2016

Posted by Elisa G. in 2015, Cinematografò, Recensionando

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Cate Blanchett, Dennis Quaid, Elisabeth Moss, giornalismo, James Vanderbilt, momento patriottico bandiera inclusa, ritratto di relazioni umane prima che lavorative, Robert Redford, Topher Grace, tratto da una storia di poco falsa

truth_locandinaGuardare con sospetto a ogni uscita che si affaccerà nei cinema italiani come riempitivo tra Pasqua, blockbuster vari e la prima ondata di pellicole di Cannes (tra l’altro l’avete vista la locandina ufficiale pubblicata oggi, sì?) è più che legittimo. Non è un mistero infatti come questo periodo relativamente vuoto di uscire di peso venga utilizzato per piazzare pellicole non proprio brillanti, avanzi che non sono riusciti ad entrare in programmazione negli anni passati e almeno un paio di ciofeche inenarrabili che si fa uscire quasi sotto silenzio, nella speranza che la bella stagione induca il pubblico a ignorarle preferendo qualche scampagnata fuori porta.
Cosa centra con questa lega minore un film come Truth, che spara in locandina una coppia prestigiosa Cate Blanchett e Robert Redford? Beh, talvolta carriere scintillanti riescono a far dimenticare che anche il più blasonato degli attori incappa talvolta in film quantomeno trascurabili, proprio come questo Truth.

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Recensionando / Il caso Spotlight

18 giovedì Feb 2016

Posted by Elisa G. in 2015, Cinematografò, Recensionando

≈ 1 Commento

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Autocompiacimento registico, Brian d'Arcy James, delicate palette cromatiche, Howard Shore, John Slattery, Liev Schreiber, Mark Ruffalo, Masanobu Takayanagi, Michael Keaton, Oscar 2016, Oscars, Rachel McAdams, ritratto di relazioni umane prima che lavorative, Stanley Tucci, suore preti e altre cristiane malvagità, Tom McCarthy, tratto da una storia di poco falsa, venezia 72

spotlightIl giornalismo investigativo degli inviati sul campo e degli scandali scoperti e documentati pezzo per pezzo sta morendo. Lo dicono gli ultimi valorosi interpreti del genere e lo dicono le redazioni, che ai tempi del software automatici che scrivono articoli e della dittatura di Google News non possono e non vogliono investire in una forma tanto dispendiosa di reportage.
Se il giornalismo investigativo non verrà salvato dai freelance o dal crowdfunding, Il caso Spotlight sarà il suo maestoso epitaffio, un grande film sul fare giornalismo e l’essere giornalista come non se ne vedevano da decenni, basato su una storia vera dalle tinte forti e manipolato da un talento poliedrico e sfuggente come Tom McCarthy, attore di riempimento, sceneggiatore di pietre miliari come Up e ora regista in corsa per l’Oscar.

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Recensionando / Sherlock. L’abominevole sposa.

13 mercoledì Gen 2016

Posted by Elisa G. in 2016, Cinematografò, Recensionando, seriale

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Amanda Abbington, Andrew Scott, BBC, Benedict Cumberbatch, Jonathan Aris, Londra vittoriana, Louise Brealey, Mark Gatiss, Martin Freeman, omoaffettività, ritratto di relazioni umane prima che lavorative, Rupert Graves, Ship Sheep, shippabbestia, Steven Moffat, Una Stubbs, vittoriano è meglio

sherlock1Nell’era dell’enorme influenza di Netflix e della sconfinata fama delle punte di diamante di HBO, è il prodotto di una televisione pubblica a fungere da spartiacque, a fornire una data storica precisa a quello che è un cambiamento lento ma inesorabile che coinvolge il cinema e la televisione da anni. Nonostante i concorrenti, è la produzione BBC più celebre, Sherlock, la prima a sbarcare in pompa magna e contemporanea mondiale nei cinema, per una due giorni specialissima che sancisce che siamo tutti sherlocked. È un evento di portata storica, che sancisce il superamento della serialità televisiva sul cinema nelle preferenze e nei cuori degli spettatori e la sempre più profonda ibridazione dei due linguaggi, oltre che al profondo, drammatico cambiamento che stanno vivendo le sale cinematografiche, costrette sempre più a perdere la loro funzione di mezzo di fruizione di novità e diventando spazio sociale in senso letterale, in cui gruppi di amici si riuniscono per una fruizione che trasforma il grande schermo in una versione enorme dello schermo di casa, dove si arriva per un momento di convivialità in cui tornare a condividere eventi live o operazioni nostalgia e non come spazio privilegiato di fruizione del cinema in senso lato e inedito in mezzo a sconosciuti.

[considerazioni spoiler free][considerazioni spoiler][appunti fangilistici]

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Recensionando / La Grande Scommessa

06 mercoledì Gen 2016

Posted by Elisa G. in 2015, Cinematografò, Recensionando

≈ 7 commenti

Tag

Adam McKay, Autocompiacimento registico, Brad Pitt, c'è la crisi signora mia, Christian Bale, Corporazioni Malvagie, Margot Robbie, Marisa Tomei, Oscar 2016, Peter Epstein, quando arrivi al potere ti sporchi le mani, ritratto di relazioni umane prima che lavorative, Ryan Gosling, Selena Gomez, Steve Carell, tratto da una storia di poco falsa

bigshort1In questi giorni non faccio che parla più che bene dei film che recensisco. Ebbene, le sviolinate degli scorsi post non sono niente rispetto alle lodi che tesserò per The Big Short, film che non è passato sulla Croisette e che uscirà domani nelle sale. Lo avrei messo direttamente al numero due del Listone, avendomi completamente esaltato durante la proiezione dicembrina, ma è tecnicamente un film del 2016, almeno in Italia. La grande scommessa nel mio cuore ha un solo avversario fuori portata, ed è quel capolavoro di Mad Max Fury Road, mentre nella corsa agli Oscar è più che altro l’avversario di se stesso, in quando il suo ritmo sfrenato e la sua intrinseca contemporaneità stilistica lo rendono ostico ai gusti ultra tradizionalisti di una larga fetta dell’Academy.
Avete presente l’ultimo fantastico film di Scorsese Di Caprio munito, The Wolf of Wall Street? Ecco, questo è decisamente meglio.

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Recensionando / Ancillary Sword

14 lunedì Dic 2015

Posted by Elisa G. in Libreria, Recensionando

≈ 17 commenti

Tag

Ann Leckie, fantascienza, Fanucci, Hugo Award, i libri con gli alieni e le astronavi, Imperial Radch trilogy, Nebula Award, ritratto di relazioni umane prima che lavorative, space opera

ancillarysword_1In un intervento sulla rubrica The Big Idea del blog di John Scalzi, è stata la stessa Ann Leckie a rivelare che inizialmente il secondo volume della sua premiatissima trilogia doveva intitolarsi Sword of Atagaris. Nelle sue intenzioni, ogni libro doveva portare il nome dell’astronave dotata d’intelligenza artificiale protagonista di quel segmento di trilogia.
L’editore è intervenuto, il ruolo della nave spaziale in questione è stato ridimensionato durante la stesura ed è andata a finire con il felice utilizzo del ricorrente “Ancillary” e ogni volume intitolato a una classe diversa di incrociatore spaziale. Dopo la placida Justice of Toren, è il turno di una sword, la tipologia di astronave più militarizzata e concepita per il combattimento puro e che, nelle parole dei protagonisti Breq e Seivarden, non manca mai di ribadire con superbia la sua supposta superiorità ad ogni intelligenza artificiale nelle vicinanze. La valenza del titolo di Ancillary Sword e il vero intento della trilogia rimangono celati dietro a un intreccio narrativo che, per ambizione e premesse, mal si accoppia con il carattere superbo dell’astronave che gli dà nome.

Avvertenza: segue una recensione il più possibile scevra di spoiler anche per chi non ha letto il primo volume. Il consiglio per chi non l’ha letto è in ogni caso di partire da dalla recensione del primo volume.

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SFF lover, pro reviewer, every day shipper.

Elisa Giudici, talvolta Gardy, sempre io.

Malvagia, misteriosa ed esotica, ho finito per fare del mio recensire a tempo perso un lavoro, tranne qui, dove continuo a perdere tempo dietro a cinema, letteratura e televisione.

Elargisco aggettivi e rintraccio sottotesti dalla nebbie padane, sognando tappeti rossi, viaggi interstellari, drammi vittoriani e statuine dorate.

Il mio animale totemico è un fottuto cervo metaforico (FCM).

Se "ci shippo qualcuno?" è la vostra domanda, questo blog è la risposta.

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