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Adelphi, Irène Némirovsky, Kristin Scott Thomas, ma anche no, Margot Robbie, Matthias Schoenaerts, Michelle Williams, nazisti cattivissimi, Némirovsky, Ruth Wilson, Sam Riley, Saul Dibb, seconda guerra mondiale, Tom Schilling
Il caso letterario dietro il ritorno di Irène Némirovsky in libreria è una di quelle storie in cui l’intrecciarsi di fatalità e destino meriterebbe un film a parte. Di origine russa ed ebraica anche se convinta antibolscevica e cattolica praticante, la scrittrice non ebbe scampo e fu su uno dei primi convogli a partire dalla Francia occupata per finire nei campi di concentramento, dove la sua cagionevole salute e le crisi di asma la portarono in pochi giorni nelle camere a gas. Le figlie invece sopravvissero grazie al coraggio di una bambinaia, al supporto di un convento e all’intervento economico dell’editore della madre, con una rocambolesca fuga che durò per l’intero secondo conflitto mondiale. Portarono con loro solo una valigia con pochi averi, che si trascinarono dietro da un nascondiglio all’altro. Decenni dopo una delle due figlie la ritrovò in soffitta, l’apri e riscoprì decine di manoscritti della madre, tra cui spicca il suo capolavoro incompiuto, Suite Francese, la sua eredità che i nazisti non erano riusciti ad annientare.