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~ considerazioni in ando e in endo

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Archivi tag: se capisce e non se capisce

Cineriassuntone settimanale #3 / Glass e Maria regina di Scozia

18 venerdì Gen 2019

Posted by Elisa G. in 2018, 2019, Cinematografò, Recensionando

≈ 2 commenti

Tag

Anya Taylor-Joy, Bruce Willis, Corporazioni Malvagie, Cospirazioni mondiali e gomblotti, Costumismi, David Tennant, film in costume, gemma chan, Guy Pearce, ho un desiderio di maternità, James McAvoy, Josie Rourke, M. Night Shyamalan, Margot Robbie, Samuel L. Jackson, Saoirse Ronan, se capisce e non se capisce, sensualità a corte, supereroi con superproblemi

Eccoci al terzo, ormai rodato appuntamento con il cineriassuntone settimanale, in cui vi racconto in breve i film in uscita il 17 gennaio 2019, vi consiglio cosa andare a vedere e cosa evitare come la peste e vi rimando ad opinioni della sottoscritta più dettagliate nel caso vogliate indagare ulteriormente. Prima o poi si stabilirà il giorno fisso in cui arriverà questa rubrica, promesso. Come vi vizio.

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Recensionando / Hereditary – Le radici del male

26 giovedì Lug 2018

Posted by Elisa G. in 2018, Cinematografò, Recensionando

≈ 1 Commento

Tag

Alex Wolff, Ann Dowd, Ari Aster, Autocompiacimento registico, dramma familiare obbligatorio, Gabriel Byrne, horror, libri col DRAMMA dentro, manieri malvagi, Milly Shapiro, se capisce e non se capisce, spiegazioni cazzare, Toni Collette

Almeno un paio di volte l’anno tocca anche ai cinefili paurosi come la sottoscritta arrendersi alla necessità di andare in sala e soffrire le pene dell’inferno orrorifico per merito e colpa di pellicole di paura che hanno riscosso il plauso della critica e del pubblico oltreoceano. È successo con It Follows, The VVitch, Get Out e quest’anno è già capitato di parlare (e bene) di Un posto tranquillo. La premessa di Hereditary – Le radici del male avrebbe dovuto essere sempre quella di horror ottimamente diretto da un esordiente o poco più che si fa notare e che vale la pena vedere in senso cinematografico e cinefilo. Ecco, stavolta per me questa premessa è stata tradita, perché per perdonare a questo film i suoi scivoloni bisogna essere quantomeno appassionati del genere e affamati di nuove pellicole orrorifiche.
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Cannes 70 / Una luna chiamata Europa

14 sabato Lug 2018

Posted by Elisa G. in 2017, Cinematografò, Recensionando

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Tag

Autocompiacimento registico, Cannes 2017, György Cserhalmi, Kornél Mundruczó, Merab Ninidze, se capisce e non se capisce, Zsombor Jéger

Kornél Mundruczó è tornato e chi ha già avuto modo di entrare in contatto con il suo cinema sa che non è certo il tipo da girare un film che lascia indifferenti. D’altronde stiamo parlando di un cineasta così matto e così geniale da presentare qualche anno fa a Cannes White God, ovvero un film che racconta l’apocalisse canina generata dalla malvagità umana. Ovvero un film in cui Kornél Mundruczó ha girato decine di scene lavorando con quasi un centinaio di cani contemporaneamente.
Il sospetto è che è guidare il suo percorso creativo non sia tanto una narrazione, quanto la voglia di porsi una sfida tecnica per altri semplicemente inimmaginabile, all’intero dello scenario non certo florido di risorse economiche e tecniche del cinema ungherese. Con Una luna chiamata Europa il regista (insieme al suo malcapitato attore protagonista Zsombor Jéger) affronta una serie di stunt al limite dell’incredibile.

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Recensionando / Kissing Candice [Irish Film Festa 2018]

26 lunedì Mar 2018

Posted by Elisa G. in 2018, Cinematografò, Recensionando

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Tag

adolescenti problematici, Ann Skelly, Aoife McArdle, Autocompiacimento registico, Berlinale 68, delicate palette cromatiche, estetica videoclippara, Irish Film Festa 2018, se capisce e non se capisce

Sbagliare per troppa ambizione e eccessiva voglia di dimostrare le proprie capacità è decisamente il modo migliore per esordire e farsi notare, anche con un film riuscito solo in parte.
Inoltre in questo caso specifico (arrivato in Italia con l’Irish Film Festa e passato anche a Toronto e alla Berlinale) stiamo parlando di un’esordiente donna, irlandese, con una comprovata esperienza nel comparto dei videoclip e una fascinazione palese per le contraddizioni fantastiche e cupe dell’adolescenza.
Sono queste le passioni e le influenze che si agitanotumultuose e sensuali in Kissing Candice, un lungometraggio che in soli 95 minuti tenta di essere formalmente e visivamente molto più di quel che contiene a livello narrativo. Aoife McArdle insomma mette a segno quella falsa partenza che fa venire voglia di tenerla d’occhio, in attesa di vederla quando riuscirà a correggere il tiro.
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Recensionando / 120 Battements per Minute, Les Fantômes d’Ismaël & Le Redoutable

22 giovedì Giu 2017

Posted by Elisa G. in 2017, Cinematografò, Recensionando

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Tag

Adèle Haenel, Alba Rohrwacher, Arnaud Desplechin, Arnaud Valois, è così francese!, Bérénice Bejo, Cannes 2017, Cannes e dintorni, Charlotte Gainsbourg, Grégory Gadebois, Ho visto la gente nuda, Louis Garrel, Marion Cotillard, maschio caucasico over 30 dalla genialità incompresa, Mathieu Amalric, Michel Hazanavicius, Nahuel Pérez Biscayart, omoaffettività, Robin Campillo, se capisce e non se capisce, Stacy Martin

Il fatto che io continui imperterrita a recensire film di Cannes 70 la dice lunga sulla rilevanza delle uscite settimanali in sala in questo inizio astronomico d’estate.
Meglio quindi concentrarsi su alcuni del recuperi che sono riuscita ad assestare grazie a Cannes e dintorni, l’iniziativa del Comune di Milano che permette alla sottoscritta di recuperare un manipolo di film di Cannes a poco meno di un mese dal passaggio in Croisette (in pratica una sorta di lusso per poracci che non vanno a Cannes).
Oggi è il turno dei francesi, con la pellicola che ha aperto fuori concorso la 70esima edizione e due lungometraggi che si sono contesi la Palma d’Oro (e uno l’ha quasi vinta). Contando che siamo anche nel mese del Pride, direi che non poteva esserci tempistica migliore. Iniziamo!

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Recensionando / Personal Shopper

17 lunedì Apr 2017

Posted by Elisa G. in 2017, Cinematografò, Recensionando

≈ 1 Commento

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Cannes 2016, Ghost stories, Kristen Stewart, Lars Eidinger, Olivier Assayas, se capisce e non se capisce, Sigrid Bouaziz, WTF!?

Qualcuno parlò di una mezza ecatombe al momento di tirare le somme della scorsa edizione del Festival di Cannes. Ora che le pellicole in concorso sono approdate in gran numero anche nelle nostre sale, ci si accorge che sì, una sconfitta c’è stata, ma è più che altro quella di chi ci ha fatto la cronaca da laggiù, in prima persona e in prima fila.
Certo, giudicare un film visto in un festival non è comunque impresa semplice: in poche ore si vedo pellicole agli antipodi, in un’atmosfera tutt’altro che neutra e apolitica, con la fretta di essere presenti alla proiezione di quello di cui si parlerà, talvolta facendo errori di calcolo clamorosi, con il grande autore che toppa in maniera incontrovertibile e il regista defilato che tira fuori il capolavoro. Sta di fatto che Personal Shopper non è il primo film ad essere stato accolto in Croisette tra fischi e sospiri di circostanza nel 2016, salvo poi fomentare un certo entusiasmo al momento della release internazionale.
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Recensionando / Rosso Istanbul e Omicidio all’Italiana

01 mercoledì Mar 2017

Posted by Elisa G. in 2017, Cinematografò, Recensionando

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Tag

cinema italiano, commedia all'italiana, delicate palette cromatiche, dramma familiare obbligatorio, fatto con du lire, Ferzan Ozpetek, Halit Ergenç, Herbert Ballerina, Maccio Capatonda, se capisce e non se capisce, Selim Bayraktar, Tuba Büyüküstün

Nonostante come critica vorrei somigliare al solido, rassicurante e paterno Ettore, purtroppo molti di voi si sono accorti del mio tallone d’Achille: il cinema italiano. Ebbene sì, soffro di una spesso non giustificabile insofferenza verso i prodotti italiani, un’alterigia che mi porta costantemente a perdermi le nostre migliori uscite dell’anno. Finisce sempre che recupero in tempo utile per parlarvene solo le maggiori uscite festivaliere e qualche tragico lungometraggio a cui ho dato una chance, pentendomene amaramente.rossoistanbul_4
A mia discolpa posso dirvi che sono uscita abbastanza provata dal pomeriggio di proiezioni stampa che mi hanno sottoposto in rapida successione alla visione delle due uscite tricolori della settimana: Omicidio all’Italiana di Maccio Capatonda e Rosso Istanbul e Ferzan Ozpetek.

 

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Recensionando / The Witch

19 venerdì Ago 2016

Posted by Elisa G. in 2016, Cinematografò, Recensionando

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Tag

Anya Taylor-Joy, delicate palette cromatiche, Ellie Grainger, Harvey Scrimshaw, horror, Kate Dickie, Linda Muir, Ralph Ineson, Robert Eggers, se capisce e non se capisce

thewitch1Nel desolato panorama post ferragostano delle uscite cinematografiche italiane è riuscito finalmente a farsi strada uno di quei film di cui in realtà sai tutto e niente, già familiare dopo averlo visto decine di volte tra recensioni oltreoceano e consigli di cinefili italiani impazienti eppure quasi sconosciuto perché la notevole familiarità (e la voglia di evitare spoiler) ti spinge ad andare sulla fiducia o a fidarti di un trailer più truffaldino che mai.
The Witch (per meglio dire The VVitch: A New-England Folktale) viene presentato come esponente di spicco della categoria film horror rivelazione così belli da finire nella lista delle migliori pellicole dell’anno. Il punto è che la sua appartenenza all’horror è più da ricondursi a una problematica presenza sovrannaturale che al classico film di spaventi, tensione e paura.
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Recensionando / The Lobster

19 venerdì Giu 2015

Posted by Elisa G. in 2015, Cinematografò, Recensionando

≈ 4 commenti

Tag

Autocompiacimento registico, Ben Wishaw, Cannes, Cannes 2015, Cannes e dintorni, Colin Farrell, delicate palette cromatiche, Deve far male!, film col dramma dentro, film d'Ammmmore, Gente che Cammina, John C. Reilly, Léa Seydoux, Michael Smiley, Olivia Colman, Psicologia e Psicosi, Rachel Weisz, se capisce e non se capisce, voice over molesto, Yorgos Lanthimos

lob1Atteso a Cannes come una delle pellicole più interessanti e bizzarre della competizione, The Lobster ha sicuramente raccolto un responso critico positivo, anche se non sono mancate voci scettiche e in particolare molte critiche sulla parte finale del film e la sua chiusura.
D’altronde dici Yorgos Lanthimos come sceneggiatore e regista, dici stranezze a pioggia, proprio sul limitare del territorio lynchiano.
Sulla carta però un mondo distopico in cui chi rimane da solo deve entrare in una struttura alberghiera e riuscire in 45 giorni a trovare la sua dolce metà, pena la trasformazione in un animale e la liberazione nei boschi circostanti è quel genere di stranezza di cui siamo affamati. Una scrittura così ricca ed evocativa da valergli il premio come miglior sceneggiatura, però si sa: chi di allegoria fiorisce, di allegoria tendenzialmente perisce.
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Recensionando / Annihilation (Southern Reach #1)

22 domenica Feb 2015

Posted by Elisa G. in Libreria, Recensionando

≈ 4 commenti

Tag

China Miéville, Einaudi, fantasy, horror, Jeff VanderMeer, nebula 2014, Nebula Award, new weird, Psicologia e Psicosi, se capisce e non se capisce

annihilationThe tower, which was not supposed to be there, plunges into the earth just before the black pine forest begins to give away.
L’incipit del nuovo, acclamato libro del padre putativo della new weird è una sintesi perfetta del restante centinaio di pagine in cui si sviluppa uno dei romanzi più belli che mi sia capitato di leggere negli ultimi anni.
In una natura apparentemente disordinata, indifferente e selvaggia spicca il simbolo dell’intervento umano. Un inciso sottolinea la sottile, disturbante differenza tra le aspettative dei protagonisti e la realtà del paesaggio circostante, uno dei fili conduttori di questo viaggio tra incubo e meraviglioso, il favorito tra i nominati di fresco per la prossima edizione dei Nebula Awards.

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SFF lover, pro reviewer, every day shipper.

Elisa Giudici, talvolta Gardy, sempre io.

Malvagia, misteriosa ed esotica, ho finito per fare del mio recensire a tempo perso un lavoro, tranne qui, dove continuo a perdere tempo dietro a cinema, letteratura e televisione.

Elargisco aggettivi e rintraccio sottotesti dalla nebbie padane, sognando tappeti rossi, viaggi interstellari, drammi vittoriani e statuine dorate.

Il mio animale totemico è un fottuto cervo metaforico (FCM).

Se "ci shippo qualcuno?" è la vostra domanda, questo blog è la risposta.

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