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Adam McKay, Autocompiacimento registico, Brad Pitt, c'è la crisi signora mia, Christian Bale, Corporazioni Malvagie, Margot Robbie, Marisa Tomei, Oscar 2016, Peter Epstein, quando arrivi al potere ti sporchi le mani, ritratto di relazioni umane prima che lavorative, Ryan Gosling, Selena Gomez, Steve Carell, tratto da una storia di poco falsa
In questi giorni non faccio che parla più che bene dei film che recensisco. Ebbene, le sviolinate degli scorsi post non sono niente rispetto alle lodi che tesserò per The Big Short, film che non è passato sulla Croisette e che uscirà domani nelle sale. Lo avrei messo direttamente al numero due del Listone, avendomi completamente esaltato durante la proiezione dicembrina, ma è tecnicamente un film del 2016, almeno in Italia. La grande scommessa nel mio cuore ha un solo avversario fuori portata, ed è quel capolavoro di Mad Max Fury Road, mentre nella corsa agli Oscar è più che altro l’avversario di se stesso, in quando il suo ritmo sfrenato e la sua intrinseca contemporaneità stilistica lo rendono ostico ai gusti ultra tradizionalisti di una larga fetta dell’Academy.
Avete presente l’ultimo fantastico film di Scorsese Di Caprio munito, The Wolf of Wall Street? Ecco, questo è decisamente meglio.