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Aidan Gillen, Corporazioni Malvagie, Dylan O'Brien, Kaya Scodelario, Ki Hong Lee, Patricia Clarkson, Rosa Salazar, spiegazioni cazzare, Thomas Brodie-Sangster, Wes Ball, young adult
Più che chiudere una trilogia, il terzo capitolo di Maze Runner chiude una stagione, quella della grande corsa cinematografica agli adattamenti young adult. Sono trascorsi appena 6 anni da quando Hunger Games ha reso Jennifer Lawrence una star internazionale e da quando le major concorrenti hanno tentato per lo più vanamente di replicarne il successo.
Il comparto letterario forniva un filone aurifero pressoché infinito per chi avesse avuto la buona volontà di selezionare il materiale migliore e portarlo su schermo in maniera dignitosa. In libreria il successo del target divenuto genere young adult continua imperterrito e anzi acquista una certa qual profondità letteraria e narrativa, rubando spazio nella narrativa di genere talvolta persino a quella da e per adulti.
L’approccio approssimativo e pigro di Hollywood nel cercare un successo commerciale con il minimo dello sforzo rischia invece di rendere Maze Runner l’ultima grande saga distopica giovanile che vedremo per un bel po’ di tempo.
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