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Autocompiacimento registico, Berlinale 66, dramma familiare obbligatorio, Fares Fares, film col dramma dentro, Helene Reingaard Neumann, Julie Agnete Vang, sesso droga e tanto altro ancora, Thomas Vinterberg, Trine Dyrholm, Ulrich Thomsen
Dopo l’infelice parentesi anglofona di Via dalla pazza folla, Thomas Vinterberg ripara nell’amata Danimarca e nella sua esperienza autobiografica per il suo ultimo lavoro, presentato alla Berlinale 66.
La storia al centro di Kollektivet contiene infatti gli echi della sua adolescenza, spesa in una comune a Copenaghen negli anni ’70. Le atmosfere e le ideologie di questo periodo storico sembrerebbero essere al centro di questa costruzione e crisi di una vita collettiva in una grande casa, se non fosse che La Comune è un film ben più individualistico di quanto ci si aspetterebbe. Tanto da abbandonare molto presto il racconto corale per concentrarsi e affidarsi quasi totalmente alla sua protagonista Trine Dyrholm, poi premiata a Berlino per la sua performance in un film che sembra segnare innanzitutto la lontananza siderale della nostra società da una visione collettiva.