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Aidan Gillen, Andrea Riseborough, BBC, Cliwe Owen, Domhnall Gleeson, film col dramma dentro, film PESO, Gillian Anderson, James Marsch, shadow dancer, Tom Brabdy, tristezza a palate, uno spia l'altro pure
Già quando vi raccontavo di quel mezzo disastro di “Oblivion”, avevo postulato che Andrea Riseborough era un’attrice da tenere d’occhio. Da qui a stalkerarla impunemente ad ogni uscita italiana il passo è stato breve. Specie se le rarefatte uscite italiane di qualità di titoli europei rendono quest’impresa così abbordabile e concentrata nella stagione estiva.
Ovviamente la presenza di una rediviva Gillian Anderson ha molto contribuito al mio alzare le chiappe dalla sedia per andare a sedermi al cinema, indubbio. Scusa Clive Owen, ma questo giro la compagine femminile è infinitamente più interessante.
Come, mi sto dimenticando di James Marsch, celebratissimo regista di “Man on Wire” (che non ho ancora visto ma mi hanno ripetuto talmente tante volte quanto sia bello che ne sono intimamente convinta anche io)? Un motivo ci sarà.
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