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Alison Brie, Bob Odenkirk, giornalismo, John Williams, Matthew Rhys, Meryl Streep, Oscar 2018, Sarah Paulson, Steven Spielberg, Tom Hanks, tratto da una storia di poco falsa

31 mercoledì Gen 2018
Posted 2017, Cinematografò, Recensionando
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Alison Brie, Bob Odenkirk, giornalismo, John Williams, Matthew Rhys, Meryl Streep, Oscar 2018, Sarah Paulson, Steven Spielberg, Tom Hanks, tratto da una storia di poco falsa
29 sabato Apr 2017
Posted 2017, Cinematografò, Recensionando
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Corporazioni Malvagie, Dave Eggers, Emma Watson, fantascienza, internet è il NEMICO, James Ponsoldt, John Boyega, Karen Gillan, ma anche no, millanterie millennials, mondi distopici, Tom Hanks
Gli studios e gli altri media interessati hanno ormai subodorato la pentola d’oro nascosta appena sotto la superificie del trascurato comparto letterario fantascientifico: non a caso mentre Netflix gira l’adattamento di Altered Carbon e Hulu lancia l’attesissima serie TV di I Racconti dell’Ancella, BBC si butta a pesce su un altro classico moderno SFF, La città e la città di China Miéville. Basterebbe l’ostinazione quasi malsana con cui in campo fantascientifico Hollywood insiste su discendenze anni ’80 quali Blade Runner (sentivate il bisogno di un sequel, anche se diretto da Villeneuve?) e Dune (che dovrebbe toccare a stretto giro al regista canadese) per dedurre un certo immobilismo anagrafico, o quantomeno creativo, tra quanti contano davvero ai piani alti di Hollywood.
Se fosse servita ulteriore conferma, eccola qua incarnata in The Circle, thriller fantatecnologico dai moniti e dalle inquietudini ormai più che sorpassate.
25 martedì Ott 2016
Posted 2016, Cinematografò, Recensionando
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André Téchiné, Brendan Gleeson, Céline Sciamma, Corentin Fila, Dakota Fanning, Dan Brown, Daniel Brühl, Emma Thompson, Ewan McGregor, Felicity Jones, Jennifer Connelly, Jon Lucas, Kacey Mottet Klein, Kathryn Hahn, Kristen Bell, Marina Vlady, Massimo D'Anolfi e Martina Parenti, Mila Kunis, Philip Roth, Ron Howard, Sandrine Kiberlain, Scott Moore, Tom Hanks, venezia 73, Vincent Perez, Werner Herzog
La rubrica aperiodica e ritardataria nell’anima in cui vi racconto brevemente i film che ho visto prima dell’uscita nelle sale italiane ma che non sono riuscita a recensire prima del loro approdo nelle stesse.
Hashtag suggerita #megliotardichemai.
In questa puntata parleremo di:
Spira Mirabilis
Quando Hai 17 Anni
Lettere da Berlino
Inferno
Bad Moms
American Pastoral
Lo and Behold: Reveries of the Connected World
02 sabato Gen 2016
Posted 2015, Cinematografò, Recensionando
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Amy Ryan, Billy Magnussen, Domenick Lombardozzi, Joel e Ethan Coen, Mark Rylance, Matt Charman, momento patriottico bandiera inclusa, Steven Spielberg, Tom Hanks, tratto da una storia di poco falsa, uno spia l'altro pure
Il 2015 delle spie al cinema si sta per chiudere e lo fa con il nuovo film di Steven Spielberg, grande nume tutelare del cinema americano, assistito dai fratelli Coen alla sceneggiatura e da Tom Hanks nel ruolo di protagonista istrionico di una vera storia di trattative e sotterfugi tra URSS e Stati Uniti durante i freddissimi rapporti diplomatici negli anni ’60. Difficile immaginare un’espressione più alta dell’establishment hollywoodiano, pronta a confrontarsi con un filone in grande spolvero.
Il ponte delle spie arriva in un momento di carriera più che positivo per Spielberg, in cui pur non dettando più da decenni la linea espressiva del cinema tra il commerciale e l’artistico negli Stati Uniti, rimane comunque tra i pochi registi in grado di scomodare un tale parterre di stelle, di farsi finanziare grandi produzioni di genere più disparati (dall’animazione e infanzia con TinTin e il futuro G.G.G. fino alla retronostalgia fantascientifica con Ready Player One) ma soprattutto si mantenere una solida critica positiva ai suoi lavori, a differenza di firme altalenanti come Ridley Scott. Con cui però condivide un’importante caratteristica senile: entrambi hanno bisogno della sceneggiatura giusta al loro servizio. Deve essere la storia a funzionare per una regia di gran classe ma ormai incapace di mettere una pezza ad eventuali buchi della sua narrativa.
01 martedì Dic 2015
Posted Cinematografò, Specialando
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Ben Ripley, Ben Wishaw, Bryan Fuller, Charlie Brooker, Daniel Glattauer, Doug Dorst, Duncan Jones, Emma Thompson, fatto con du lire, François Ozon, Gardy consiglia, Hiraide Takashi, il Fassbender nudo è una metafora, J.J. Abrams, J.K. Simmons, Jake Gyllenhaal, James D'Arcy, Libba Bray, Manuele Fior, Michael Fassbender, Nicole Kidman, Peter Weir, Romola Garai, Russell Crowe, Ryan Murphy, Taylor Kitsch, Tilda Cobham-Hervey, Tom Hanks, William Shakespeare, Yoko Ogawa
Piccolo calendarietto di recensioni e riflessioni spicciole che avrei voluto farvi (o forse vi farò) e per qualche strano motivo mi sono persa per strada. Solo una scusa per blaterare più del solito di un po’ di tutto, come al solito. Continua a leggere
06 mercoledì Nov 2013
Posted 2013, Cinematografò, Recensionando
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Barkhad Abdi, Billy Ray, film col dramma dentro, i nostri amici arabi, in the navy!, le cazzutissime forze armate americane, Michael Chernus, navy SEALs, Oscar 2014, Oscars, Paul Greengrass, titolisti italiani, Tom Hanks, tratto da una storia di poco falsa
Se c’è un film davvero in difficoltà a incontrare l’italico gusto in questa settimana tutta in salita (assieme al fantascientifico “Ender’s Game”) è Captain Phillips, un’ottima pellicola che non esprime il suo pieno potenziale nei materiali promozionali.
Io stessa sono andata al cinema più per il sentore marcato che lo rivedremo alla notte degli Oscar (come sapete bene, cerco sempre di vedere almeno tutti i candidati a miglior film) che per la voglia insopprimibile di recuperarlo appena possibile.
Sapevo più o meno questo: pellicola probabilmente tratta da una storia vera (selling point irrinunciabile per la corsa alla statuetta dorata) con un capitano di una nave cargo che finisce nei guai con dei pirati somali. Pirati di quelli pericolosi e realisticamente violenti, non di quelli simpaticoni e con l’andatura buffa. Sapevo che l’interpretazione di Tom Hanks era tanto buona da aver sostanzialmente portato di prepotenza il film tra quelli più chiacchierati in ottica premiazioni, ma non amo particolarmente Hanks e ritengo sia stato premiato più per lo status di icona che per le sue perfomance comunque buone, almeno in passato.
In effetti si tratta proprio di una descrizione precisa, ma il tutto è declinato su un livello tecnico superbo e con uno stile e un linguaggio che lo rendono un’esperienza da cui si esce provati, una sorta di ultimi venti minuti di “Zero Dark Thirty” lunghi due ore e un quarto. Perché non lo si sia lanciato come il degno erede di quella sorta di filone alla Kathryn Bigelow ultima maniera è un mezzo mistero.
18 venerdì Gen 2013
Posted 2012, Cinematografò, Recensionando
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avvocatura delle cause perse, Ben Whishaw, David Mitchell, Doona Bae, fantascienza, film col dramma dentro, Halle Berry, Ho visto la gente nuda, Hugh Grant, il disperato urlo silenzioso della fangirl in incognito, James D'Arcy, Jim Sturgess, Keith David, Lana e Andy Wachowski, omoaffettività, scena col nazgul, se capisce e non se capisce, shippabbestia, Susan Sarandon, Team Gerontofilia, Tom Hanks, Tom Tywker, tristezza a palate, Xun Zhou
Forse arriverà il giorno in cui sarò così matura e distaccata da non prendere ogni singolo post come una questione personale tra me, il film e voi ma non è di certo questo il momento in cui ci riuscirò.