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Alex Gibney, André Téchiné, Berlinale 66, c'e' anche un po' d'Italia, Céline Sciamma, Danis Tanović, film PESO, Gianfranco Rosi, Isabelle Huppert, Majd Mastoura, Mia Hansen-Løve, Mohamed Ben Attia, Thomas Vinterberg, Tomasz Wasilewski, Trine Dyrholm
Si è chiusa con una fiammata tricolore l’edizione numero 66 della Berlinale, dove è regnata fino all’ultimo la mestizia. Pur rimanendo la kermesse cinematografica più estesa al mondo per numero di film coinvolti in concorso (che quasi mai si rivela la branca più forte), sezione Panorama, sezioncine minori e angolo di compravendita di diritti e pellicole, quest’anno dopo Ave, Cesare! dei Coen (che comunque non ha entusiasmato tutti, stolti!) è stato il gelo, il silenzio, l’irrilevanza.
In particolare la pattuglia statunitense era così misera che nemmeno col glamour è riuscita ad entrare nel post successivo, più che mai necessario (quanto avrei voluto trovare io un sunto così, che non elencasse i film più attesi prima dell’inizio della Kermesse, quando buona parte di loro si sono rivelati inenarrabili ciofeche).
Dopo lo strepitoso successo di 45 anni e una selezione che nel 2015 si è dimostrata in grado di approdare nei nostri cinema e nelle classifiche di fine anno, stavolta come l’orso in locandina conviene poggiare il sedere a terra e gettare uno sguardo sconsolato sullo skyline di Berlino e chiedersi “ok i film PESO, Berlinale, ma perché tutta questa robetta?“.
A seguire riassunto e pararecensione (che ancora nessuno si è deciso a mandarmi in quel di Berlino a vedere e recensire per davvero il PESO del primo festival dell’anno, perciò mi devo muovere per sentito dire) (pratica non del tutto sconosciuta anche per chi a Berlino poi c’è stato, ma questa è un’altra storia) di tutti i vincitori e di un paio di esclusi che si sono fatti notare. L’obiettivo è come sempre uscirne con un’ampia (e quest’anno desolante) panoramica su quello che è stata questa Berlinale 66. Spesso ci azzecco, talvolta prendo delle cantonate micidiali…staremo a vedere.
Nelle puntate precedenti: Berlinale 65 – Berlinale 64
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