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Archivi tag: un etto e mezzo di metafore…lascio?

Recensionando / Divergent, il libro e il film

13 domenica Apr 2014

Posted by Elisa G. in 2014, Cinematografò, Libreria, Recensionando

≈ 2 commenti

Tag

adolescenti problematici, Ashley Judd, film coi pugni nelle mani, Kate Winslet, la forza salvifica dell'Ammmore, Maggie Q, mondi distopici, Neil Burger, piove governo ladro, Ray Stevenson, servi della gleba, Shailene Woodley, Theo James, un etto e mezzo di metafore...lascio?, Veronica Roth, voice over molesto, young adult, Zoë Kravitz

div dou A chi bazzica sporadicamente l’ambiente YA e le community di giovanissimi lettori, il fenomeno Divergent potrebbe sembrare la ricapitalizzazione del successo della trilogia di Hunger Games, supposizione del tutto corretta. La trilogia di Divergent è nata sì come un tentativo di bissare il successo dell’apripista distopico, però ha conosciuto un successo tale da diventare un fenomeno a sé. Per darvi un’idea di quanto sia seguita e amata questa saga, all’uscita del terzo e ultimo volume si è assistito a un vero e proprio linciaggio dell’autrice per una scelta particolarmente impopolare tra i suoi giovani lettori, che non hanno esitato ad insultarla e minacciarla, mettendo sottosopra ogni angolo letterario della rete e generando parecchi dibattiti tra autori YA vicini al loro pubblico, divisi tra chi professa la libertà del lettore e chi reclama un limite tra scrittore e lettore.
Un tale capitale letterario non poteva rimanere a lungo senza una controparte cinematografica e a farsi avanti è stata proprio la Summit, lo studio indipendente collegato alla Universal e fautore del successo di Twilight.

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Recensionando / Vanishing Waves

29 martedì Ott 2013

Posted by Elisa G. in 2012, Cinematografò, Recensionando

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Bruno Samper, esistono storie che non esistono, fantascienza, fatto con du lire, Gente che guarda i film coi sottotitoli in ceco, Ho visto la gente nuda, il film SciFi rivelazione dell'anno XXXX, Jurga Jutaite, Kristina Buozyte, la forza salvifica dell'Ammmore, Marius Jampolskis, science bros, se capisce e non se capisce, tristezza a palate, un etto e mezzo di metafore...lascio?, WTF!?

vanishing waves locandinaQuando ci si lamenta di una certa asfitticità del panorama cinematografico, specie se paragonato alla produzione televisiva, si tende a scordare un piccolo grande particolare: non c’è solo l’America. Indubbiamente l’immaginario americano è il più prominente e pervade ogni nazione con una sala cinematografica attiva, ma è anche vero che nelle pieghe delle cinematografiche nazionali più sconosciute si nascondono produzioni inimmaginabili altrove.
Vanishing Waves è un film così anomalo da aver attirato l’attenzione di chi è alla spasmodica ricerca di storie elitarie con cui riempirsi la bocca: lungometraggio lituano, genere fantascientifico, forte ascendente erotico, scritto e diretto da una donna. Sembrava essere il candidato più forte per la corsa agli Oscar 2013, ma la commissione lituana (non nuova a scelte inaspettate) ha dirottato su altro. Nel frattempo però ne avevo già sentito parlare e grazie ai potenti mezzi della scienza e della tecnica, ho finito per vederlo.

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Recensionando / In Trance

02 venerdì Ago 2013

Posted by Elisa G. in 2013, Cinematografò, Recensionando

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Born to be a Vagina, Danny Boyle, delicate palette cromatiche, Ho visto la gente nuda, James McAvoy, Joe Ahearne, Psicologia e Psicosi, Rosario Dawson, single manly tear, Trance, Tuppence Middleton, un etto e mezzo di metafore...lascio?, Vincent Cassel, voice over molesto

trance locandinaQuasi mi spiace rientrare ancora una volta nel novero dei detrattori dell’ultima fatica di Danny Boyle, pur essendo ormai da anni una convinta fustigatrice delle sue scelte tematiche ruffiane e stilisticamente pacchiane.
A differenza del recente passato, “In Trance” parte da premesse genuinamente interessanti e sembra richiamare più i primi lavori del regista che la corsa al premio della sua recente carriera. Questo ritorno alle origini e alle scelte più originali è dettato anche dal ricongiungimento allo sceneggiatore di “Trainspotting” John Hodge, che firma con Joe Ahearne questo thriller tra il gioco psicologico e lo spiegone psicotico.
In cerca di un progetto facilmente gestibile in loco durante il lungo lavoro di preparazione e realizzazione delle cerimonie di apertura e chiusura delle Olimpiadi di Londra, Danny Boyle ha ripiegato sul remake dell’omonimo film TV a firma Ahearne del 2001, passata sostanzialmente inosservata in un periodo in cui le menate mentali di “Inception” non avevano ancora riportato in auge il film a scatole cinesi.
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SFF lover, pro reviewer, every day shipper.

Elisa Giudici, talvolta Gardy, sempre io.

Malvagia, misteriosa ed esotica, ho finito per fare del mio recensire a tempo perso un lavoro, tranne qui, dove continuo a perdere tempo dietro a cinema, letteratura e televisione.

Elargisco aggettivi e rintraccio sottotesti dalla nebbie padane, sognando tappeti rossi, viaggi interstellari, drammi vittoriani e statuine dorate.

Il mio animale totemico è un fottuto cervo metaforico (FCM).

Se "ci shippo qualcuno?" è la vostra domanda, questo blog è la risposta.

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