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Alex Kurtzman, Alice Eve, Anton Yelchin, Bad robot, Benedict Cumberbatch, Chris Pine, Damon Lindelof, evil shower scene, fantascienza, figa-astronavi-esplosioni, figa-macchinone-esplosioni, gente figa, i film con gli alieni e le astronavi, il disperato urlo silenzioso della fangirl in incognito, J.J. Abrams, John Cho, Karl Urban, le mani addosso!, lucette azzurre, Michael Giacchino, Michael Kaplan, Peter Weller, Roberto Orci, Ship Sheep, shippabbestia, Simon Pegg, single manly tear, variante Moglie del McAvoy, Zachary Quinto, Zoe Saldana
Finalmente ci siamo, è giunto il momento di confrontarci su uno dei film che ha alimentato l’hype durante questo rigido inverno. Premesse doverose: Into Darkness mi è piaciuto, molto, mi ha entusiasmato nel post-visione. Ho da subito chiarito che è un ottimo blockbuster estivo e un ottimo trastullo per i trekkiani non puristi (insomma, se siete ancora scandalizzati da “Star Trek”, non vale neanche la pena di fare un tentativo), ma non mi sono mai sbilanciata nel descriverlo come un ottimo film.
La triste verità è che per due terzi, “Into Darkness” costruisce la piattaforma di lancio per chiudere col botto e fare il salto di qualità. Poi intravede in un riflesso se stesso e delle sue potenzialità, si prende paura e azzera tutto, in maniera piuttosto brusca. Il sospetto è che le beghe extra Star Trek abbiano influenzato non poco questa svolta.
Se non volete correre rischi, QUI è tutto spoiler free e molto sintetico.
A seguire, un paragrafo in rassicurante azzurrino, completamente spoiler free.
Occhio a scorrere la pagina, che dopo l’immagine successiva, ognuno è solo con gli [SPOILER] e lo spataffione dedicato.
Anche le tag sono accuratamente liberate da qualsiasi [SPOILER]. Vi dò due settimane per vedere il film, poi farò come IMDb e aggiungerò tutte le tag asportate.