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~ considerazioni in ando e in endo

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Archivi tag: Venezia 70

Recensionando / The Zero Theorem

09 sabato Lug 2016

Posted by Elisa G. in 2013, Cinematografò, Recensionando

≈ 3 commenti

Tag

Ben Wishaw, Christoph Waltz, Corporazioni Malvagie, fantascienza, Lucas Hedges, Matt Damon, Mélanie Thierry, Pat Rushin, Terry Gilliam, Tilda Swinton, Venezia 70

the zero theorem_posterIn questa settimana di uscite d’antan è spuntato persino un film che forse avrebbe fatto meglio a rimanere tra quelli inediti nel nostro Paese. Non me ne voglia Minerva Production (a cui comunque si deve l’arrivo di una delle pochissime uscite fantascientifiche di quest’estate) però per una volta il sostanziale dimenticatoio in cui è caduto nel resto del mondo The Zero Theorem, accolto con un’alzata di spalle a Venezia 2013 e nel frattempo mai divenuto oggetto di una riscoperta/rivaluzione postuma, era esattamente il posto dove poteva rimanere.
Data la mia sostanziale vena di paladina delle cause perse e la mia mania di completismo in campo SFF (che non vi consiglio, si scoprono delle perle eccezionali solo dopo essersi sottoposti a delle ciofeche inenarrabili) ho comunque diligentemente affrontato il recupero di questo film che non aggiunge assolutamente nulla alla cinematografia di Gilliam, rimanendo un doppione di scarsa rilevanza.
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Il Listone / Tutti i film di Xavier Dolan

25 martedì Nov 2014

Posted by Elisa G. in Cinematografò, il Listone, Specialando

≈ 5 commenti

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adolescenti problematici, amori adolescenziali, Autocompiacimento registico, delicate palette cromatiche, dramma familiare obbligatorio, Evelyne Brochu, film col dramma dentro, fotografia leccatissima, Gardy consiglia, il Listone, Lise Roy, Melvil Poupaud, Monia Chokri, Nathalie Baye, Niels Schneider, omoaffettività, Oscar 2015, Oscars, piangerone, Pierre-Yves Cardinal, riprese di paesaggi commissionate dall'Ufficio Turismo, Suzanne Clément, tristezza a palate, Venezia 70, vincitore di premio a forma di qualcosa di un metallo solitamente dorato, Xavier Dolan

xavierIn occasione dell’arrivo in Italia con Mommy, film vincitore del Gran Premio della Giuria a Cannes, ho deciso di presentarvi Xavier Dolan, enfant prodige & enfant terrible del cinema canadese, talento incubato dal Festival di Cannes che quest’anno tornerà a rappresentare il Canada nella corsa all’Oscar per il miglior film in lingua straniera.
Originario del Quebec, a soli venticinque anni vanta l’impressionante numero di cinque film scritti e diretti di suo pugno, quattro dei quali lo vedono tra gli interpreti principali, oltre a svariate comparsate in altri film canadesi. Dolan negli anni ha curato anche il montaggio, il mixaggio, i costumi e la OST dei suoi film, dimostrando una padronanza pressoché assoluta del mezzo e uno stile inconfondibile, già maturo ma ancora positivamente influenzato dalla sua crescita personale. Se non siete già impressionati da questi dati, adesso arriva il bello: i suoi primi quattro film sono tutti dei gioielli, arte visiva al servizio di storie potenti e mai banali.

Descrivere il cinema di Xavier Dolan a chi ne è completamente a digiuno è pressoché impossibile perché fin dagli esordi il regista canadese è riuscito ad esprimersi con uno stile che sfugge a precedenti e paragoni, personalissimo e immediatamente riconoscibile in ogni singola sequenza. Se dovessi proprio descrivervelo, vi parlerei di un Truffaut che incontra un Wong Kar Wai prima maniera alle soglie del 2010; entrambi vengono investi da un’ondata di hipsteria e colori saturi, mentre i confini di genere vengono ridotti a brandelli, close up dopo close up. E giusto un pizzico di Tumblr, che non guasta mai.
In attesa di vedere Mommy, vi presento i suoi primi quattro lavori.

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Recensionando / Tracks – Attraverso il Deserto

13 venerdì Giu 2014

Posted by Elisa G. in 2013, Cinematografò, Recensionando

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Adam Driver, delicate palette cromatiche, fotografia leccatissima, Ho visto la gente nuda, John Curran, Mia Wasikowska, proud vagina carrier, riprese di paesaggi commissionate dall'Ufficio Turismo, Robyn Davidson, Venezia 70

tracks mpFinalmente, eccoci qui a parlare della fonte d’ispirazione della nuova testata del blog. Presentato l’anno scorso a Venezia, “Tracks” ha sostanzialmente raccolto il consenso generale, senza però far registrare alcun picco d’entusiasmo. Un riscontro positivo ma freddo, nonostante il torrido setting della pellicola.
Anche io mi accodo al responso generale, anche se devo dire che il biopic della folle avventura di Robyn Davidson (4 cammelli e un cane per attraversare a piedi l’Australia occidentale in solitaria “attraverso il deserto”, grazie sottotitolo italiano!) mi ha conquistato ben più di quanto avessi inizialmente previsto. Non che la pellicola abbia nulla in più di quanto ci si aspetterebbe da una storia del genere: bellissime riprese di paesaggi selvaggi e incontaminati (o quasi) e momenti di crisi esistenziale.

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Recensionando / Locke

13 martedì Mag 2014

Posted by Elisa G. in 2013, Cinematografò, Recensionando

≈ 1 Commento

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Andrew Scott, father issue, fatto con du lire, Joe Wright, Steven Knight, Tom Hardy, Venezia 70

lockeFilm come Locke sono importanti oltre il loro livello qualitativo, perché ci ricordano come la sperimentazione sia ancora possibile nel cinema, anche con pochi mezzi economici. Presentato a Venezia 70 (un’edizione in cui i titoli migliori erano tutti fuori concorso) Locke è un piccolo film che non sembra tale, capace di addentrarsi nella sperimentazione artistica senza mai perdere per strada il pubblico.
Certo, l’impatto iniziale non può che lasciare interdetti: dopo una giornata di duro lavoro, Ivan Locke sale in macchina, attacca il cellulare alla connessione bluetooth dell’auto e comincia a fare e ricevere chiamate, destinate a cambiare radicalmente la sua vita nel corso di una notte. Non vedrete altro volto oltre a quello di Tom Hardy, che non uscirà mai dall’abitacolo per l’intera durata della pellicola.
Suona come un film dalla pesantezza micidiale e invece proprio no.
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Recensionando / Philomena

27 venerdì Dic 2013

Posted by Elisa G. in 2013, Cinematografò, Recensionando

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dramma familiare obbligatorio, Gerontofilia, Judi Dench, Michelle Fairley, omoaffettività, Oscar 2014, Oscars, piangerone, Sophie Kennedy Clark, Stephen Frears, Steve Coogan, suore preti e altre cristiane malvagità, tratto da una storia di poco falsa, Venezia 70

Film come Philomena sono perfetti per il periodo natalizio e non solo in un’ottica di lancio in vista della stagione dei premi. Godendo insieme a pochissimi altri (Gravity e poi chi altro? Still Life?) di un vero e proprio trampolino di lancio in un edizione sonnolenta della kermesse lagunare, il nuovo film di Steven Frears nasconde ben più della magistrale interpretazione della sua protagonista, divenuta epiteto formulare dell’intera pellicola.
Philomena è un film accessibile a una fetta amplissima di pubblico, che vanta una qualità tale da rassicurare chi va al cinema a Santo Stefano ma non vuole vedere un cinepanettone, senza però essere così autoriale da escludere il pubblico di questi ultimi. I nomi coinvolti e l’interpretazione della Dench finiscono per attrarre anche chi il film autoriale lo cerca anche a Natale, mentre l’equilibrio perfetto tra componente drammatica e lieve ironia (con quel pizzico di relazioni familiari ritrovate che fanno tanto Natale) finisce per accontentare sia chi voleva ridere sia chi voleva il piangerone.
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Recensionando / Still Life

11 mercoledì Dic 2013

Posted by Elisa G. in 2013, Cinematografò, Recensionando

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Andrew Buchan, c'e' anche un po' d'Italia, Eddie Marsan, film col dramma dentro, finale con mazzata, Joanne Froggatt, Karen Drury, piangerone, tristezza a palate, Venezia 70

Perdonandogli il trappolone ortografico che il suo nome tende sempre all’ignaro scrivente, Uberto Pasolini è una figura che ogni tanto emerge dalle quinte del cinema europeo. Pur essendo italiano infatti nella sua attività di produttore prima e regista poi c’è veramente poco di assimilabile all’attuale (desolante) orizzonte cinematografico italiano.
Still Life, nato come progetto da produrre di cui poi ha deciso di curare anche la regia, è uno dei pochi titoli che, dopo il passaggio a Venezia 70, ha lasciato un’impressione positiva a livello internazionale. Inizialmente non ero esattamente in prima fila per recuperare un film autoriale basato sul lavoro dei messi comunali che cercano di rintracciare i parenti di coloro che sono morti in solitudine (l’allegria che scorre a fiumi!), poi però la curiosità di vedere Eddie Marsan nel suo primo ruolo cinematografico da protagonista, alla vigilia della sua partecipazione in “Jonathan Strange & Mr. Norrell” della BBC ha avuto la meglio.
Consiglio: per il bene dei motori di ricerca e per estensione di tutti noi, magari la prossima volta se si va a Venezia è meglio scegliere un titolo diverso da quello con cui un altro film ha vinto il Leone d’Oro un paio di anni prima.
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Specialando / Venezia 70, in differita

28 mercoledì Ago 2013

Posted by Elisa G. in Cinematografò, Specialando

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Alfonso Cuaròn, Algunas Chicas, Ana Arabia, At Berkley, Ben Whishaw, Bruce Labruce, c'e' anche un po' d'Italia, Corporazioni Malvagie, Dakota Fanning, Daniel Radcliffe, David Gordon Green, Die Frau des Polizisten, Emma Dante, George Clooney, Gerontofilia, Greg McLean, Harlock Space Pirate, Hayao Miyazaki, James Deen, Jesse Eisenberg, Jiaoyou, Jikoku de naze warui?, John Curran, Kaze Tachinu, Kelly Reichardt, KIll Your Darlings, L'intrepido, La Jalousie, Lindsay Lohan, Locke, Matt Damon, Mia Wasikowska, Miss Violence, Nicholas Cage, Night Moves, omoaffettività, Parkland, Paul Schrader, Philip Gröning, Sacro GRA, Sandra Bullock, Scarlett Johansson, Still Life, Terry Gilliam, The Canyons, The Unknown known, Tom à la ferme, Tom Hardy, Tracks, Uberto Pasolini, Under The Skin, Une Promesse, Venezia, Venezia 70, Via castellana bandiera, Wolf Creek 2, Wolfskinder

venezia 70 locandinaInnanzitutto, se io e WordPress non litighiamo troppo, questo post rimarrà in evidenza sopra i restanti aggiornamenti. Date un’occhiata più in basso e ricordatevi che, scazzo a parte, verrà aggiornato giorno per giorno per tutta la kermesse. Se un numero imprecisato di giornalisti italiani se ne sta spaparanzato nella DiSaronno Terrace al Lido sorseggiando cocktail e passando il tempo a lamentarsi sui social network di quanto gli scocci vedere i film in concorso (che le selezioni parallele troppo sbatti!), di quanto non vedano l’ora di andare alle feste e di quanto i film facciano schifo SPOILERANDOLI IMPUNEMENTE (per ora impunemente, per ora!), allora perché non mandano gente più motivata al Lido non posso scriverne anche io pur essendo lontana mille miglia dal Lido? Almeno non spoilero al livello che in confronto a Repubblica.it sembrano seguire una policy rispettosa delle anticipazioni. Ahah, non esageriamo.
[AGGIORNATO AL 6 SETTEMBRE] Continua a leggere →

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SFF lover, pro reviewer, every day shipper.

Elisa Giudici, talvolta Gardy, sempre io.

Malvagia, misteriosa ed esotica, ho finito per fare del mio recensire a tempo perso un lavoro, tranne qui, dove continuo a perdere tempo dietro a cinema, letteratura e televisione.

Elargisco aggettivi e rintraccio sottotesti dalla nebbie padane, sognando tappeti rossi, viaggi interstellari, drammi vittoriani e statuine dorate.

Il mio animale totemico è un fottuto cervo metaforico (FCM).

Se "ci shippo qualcuno?" è la vostra domanda, questo blog è la risposta.

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