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~ considerazioni in ando e in endo

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Archivi tag: voglio andare a vivere in campagna

Recensionando / Resto qui di Marco Balzano

30 lunedì Lug 2018

Posted by Elisa G. in Libreria, Recensionando

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Alto Adige, Deve far male!, dramma familiare obbligatorio, Einaudi, letteratura italiana, Marco Balzano, premio Strega, tristezza a palate, vita agra, vita di montagna, voglio andare a vivere in campagna

Quello di Marco Balzano – insegnante di liceo, saggista e firma del Corriere della Sera – è l’unico romanzo che è stato in grado di impensierire il vincitore del Premio Strega 2018, La ragazza con la Leica di Helena Janeczek. Arrivato secondo con Resto qui, Balzano potrebbe essere ritratto come il grande sconfitto dell’edizione, per quanto possa essere considerato “perdente” uno scrittore approdato a un gigante come Einaudi, con già in tasca il Premio Campiello 2015.
Il suo romanzo agile e dalle sfumature storiche aveva l’identikit ideale per l’ennesima vittoria di un uomo e di un potere editoriale forte in un premio storicamente dominato da logiche spartitorie e non certo letterarie.
Dopo anni di dissidi, polemiche e una profonda revisione del regolamento, lo Strega è andato però in una direzione diversa, moderatamente nuova. Quando una copia del romanzo si è palesata nelle mie vicinanze, complice l’agilità estrema dello stile e la lunghezza più che contenuta, ho deciso di farmi un’idea sul secondo classificato, che in altri anni si sarebbe scolato senza colpo ferire la tradizionale bottiglia di Strega.
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Queer and proud / Thelma, La terra di Dio, Favola

25 lunedì Giu 2018

Posted by Elisa G. in 2017, Cinematografò, Recensionando

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Alec Secareanu, amori adolescenziali, commedia all'italiana, Eili Harboe, Eskil Vogt, Filippo Timi, Fottuto Cervo Metaforico, Francis Lee, Gemma Jones, Ian Hart, italia, Joachim Trier, Josh O'Connor, Kaya Wilkins, lesbofilm, Lucia Mascino, piangerone, Piera Degli Espositi, Psicologia e Psicosi, Sebastiano Mauri, single manly tear, voglio andare a vivere in campagna

Pensavo già di dover scavare nelle solite nebbiose cronologie cinematografiche per tirar fuori un po’ di cinema queer e orgoglioso di esserlo con cui celebrare anche qui sul blog il Mese dell’Orgoglio ed ecco che invece tra le uscite recenti si son fatti avanti ben tre film (di cui uno italiano!) titoli a trarmi d’impiccio.
A riprova che sì, l’estate è il tempo dei ripescaggi e sì, la distribuzione di queste pellicole rimane una faccenda ardua, ma la produzione dell’ultima annata è stata così ricca, ma così ricca che qualcosa continua ad arrivare anche da noi…anche se non sempre ne vale la pena. Suspense!
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Martiri italiani a Cannes 71 / Lazzaro felice e Dogman

02 sabato Giu 2018

Posted by Elisa G. in 2018, Cinematografò, Recensionando

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Adamo Dionisi, Adriano Tardiolo, Agnese Graziani, Alba Rohrwacher, Alice Rohrwacher, Cannes 2018, cinema italiano, Edoardo Pesce, film PESO, Luca Chikovani, Marcello Fonte, Matteo Garrone, Nunzia Schiano, Roma bellissima e decadente, voglio andare a vivere in campagna

Meno male che ogni tanto si arriva in ritardo, perché essere costantemente in presa diretta spesso oscura confronti e prospettive interessanti. Se avessi recensito separatamente i due film italiani che hanno tenuto alto l’orgoglio cinematografico italiano nella corsa alla Palma d’Oro di quest’anno, probabilmente non avrei colto quanto – pur con registri stilistici diametralmente opposti – questi film finiscano per parlarsi tra di loro, vibrare insieme in maniera armonica.
Da una parte Dogman di Matteo Garrone, dall’altra Lazzaro Felice di Alice Rohrwacher: cosa ci raccontano del cinema italiano oggi e della nostra realtà fuori dal grande schermo? Curiosamente (o forse neanche troppo) si guarda molto al passato, raccontato attraverso i suoi martiri, quelli sì italianissimi.

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Recensionando / Un posto tranquillo

03 martedì Apr 2018

Posted by Elisa G. in 2018, Cinematografò, Recensionando

≈ 3 commenti

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adolescenti problematici, Emily Blunt, horror, il granoturco uccide, John Krasinski, Millicent Simmonds, Noah Jupe, umani fanno il mazzo ad alieni, voglio andare a vivere in campagna

Ha l’effetto di un boato o di uno schiaffo il primo passaggio ad alto volume di Un posto tranquillo, il capolista horror del 2018 a far parlare molto e bene di sé, già configuratosi come una visione imperdibile per i fan del genere (e non solo) di quest’annata.
Come spettatori ed essere umani ci adattiamo piuttosto velocemente ai cambiamenti (farceli piacere è un altro discorso), perciò basta seguire la famiglia Abbott in silenzio e in punta di piedi per un’oretta di pura tensione (e qualche passaggio vicino allo spavento vero e proprio) ed ecco che anche per noi un urlo, una parola detta ad alta voce o il fatale rumore di un oggetto che cade diventano drammatici, assordanti.
Il merito non è solo di un’idea semplice ed efficacissima che traina il film (se fai rumore, sei morto), ma anche a un horror che dialoga silenziosamente con un attributo troppo spesso ignorato in gesto genere di pellicola: l’intelligenza dello spettatore.
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Recensionando / Petit Paysan

01 domenica Apr 2018

Posted by Elisa G. in 2017, Cinematografò, Recensionando

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è così francese!, Bouli Lanners, Hubert Charuel, Sara Giraudeau, Swann Arlaud, thriller, voglio andare a vivere in campagna

Alle volte seguire le regole del manuale paga, e molto. Lo sceneggiatore e regista Hubert Charuel per il suo esordio registico si è attenuto alla prima raccomandazione che viene rivolta ai neofiti cinematografici e non: parla di ciò che conosci. Così il suo sorprendente primo lungometraggio Petit Paysan è ambientato nella campagna rurale francese in cui è cresciuto, girato proprio nella fattoria della sua famiglia, quella che ha deciso di abbandonare per tentare la fortuna nel mondo del cinema.
L’ambiente e la cultura agreste non sono certo un setting inconsueto per il cinema francese, espressione di una nazione che – al di fuori della capitale parigina – preserva con orgoglio una fortissima tradizionale agricola e pastorizia, una cultura della produzione e del godimento del buon cibo e del buon vino che forse non raggiungiamo nemmeno nel Bel Paese. In molti sono partiti da questo incipit bucolico, ma nessuno di aveva ancora regalato un angosciante, ansiogeno thriller in cui il corpo del reato è quello di una vacca da latte. 
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Recensionando / Rams

09 lunedì Nov 2015

Posted by Elisa G. in 2015, Cinematografò, Recensionando

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Cannes 2015, Gerontofilia, Grímur Hákonarson, in Svezia c'e' la neve, Oscar 2016, Sigurður Sigurjónsson, Theodór Júlíusson, Un Certain Regard, voglio andare a vivere in campagna

rams_8Altro contendente alla statuetta come miglior film in lingua straniera, Rams ha già un curriculum di tutto rispetto, il che lo renderebbe un film piuttosto interessante anche se non fossi così ossessionata da quella specifica categoria degli Oscar. Il candidato islandese di questa tornata infatti si è già portato a casa il premio nella sezione Un Certain Regard all’ultimo festival di Cannes, il che vuol dire che ci troviamo inequivocabilmente di fronte a un film strano forte, data la specifica sezione festivaliera.
Capirai, penserete, cosa ci vuole ad essere strani se si è in una commedia nera nord europea? Da latini probabilmente avrete già testato con mano quanto l’umorismo nero siderale dei nordeuropei ci faccia sentire dei papisti bacchettoni.
E invece no, Rams è proprio un film strano forte, anche considerando la lunga strada innevata che ha percorso per raggiungere i nostri cinema.
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Recensionando / Via dalla pazza folla, il libro e il film

14 lunedì Set 2015

Posted by Elisa G. in 2015, Cinematografò, Libreria, Recensionando

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Bradley Hall, Carey Mulligan, Costumismi, David Nicholls, delicate palette cromatiche, film d'Ammmmore, film in costume, Janet Patterson, Jessica Barden, Juno Temple, Libri letti per poter (s)parlare del film, Matthias Schoenaerts, Michael Sheen, period drama, riprese di paesaggi commissionate dall'Ufficio Turismo, Thomas Hardy, Thomas Vinterberg, Tom Sturridge, voglio andare a vivere in campagna

far from movie posterTra un paio di giorni anche gli appassionati italiani di adattamenti letterari e film in costume potranno vedere nei cinema uno dei pochissimi appuntamenti di rilievo per gli amanti del genere in questo 2015 scarno di proposte. Il titolo scelto e i nomi coinvolti rendono però il progetto davvero interessante. Da una parte c’è il classico giovanile del grande scrittore inglese Thomas Hardy, il romanzo che nel 1874 gli regalò la fama e lo consacrò come scrittore della realtà agreste inglese. Dall’altra c’è l’adattamento filmico scritto dall’amato romanziere Dave Nicholls (l’autore di Un Giorno, non nuovo a rimaneggiamenti per lo schermo di materiale hardyano) e girato da Thomas Vinterberg, il regista del bellissimo Il Sospetto alla sua prima prova anglofona di rilievo, con uno stile e una bravura tali da promettere di eguagliare le prove recenti in questo campo di Joe Wright e Cary Joji Fukunaga.
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SFF lover, pro reviewer, every day shipper.

Elisa Giudici, talvolta Gardy, sempre io.

Malvagia, misteriosa ed esotica, ho finito per fare del mio recensire a tempo perso un lavoro, tranne qui, dove continuo a perdere tempo dietro a cinema, letteratura e televisione.

Elargisco aggettivi e rintraccio sottotesti dalla nebbie padane, sognando tappeti rossi, viaggi interstellari, drammi vittoriani e statuine dorate.

Il mio animale totemico è un fottuto cervo metaforico (FCM).

Se "ci shippo qualcuno?" è la vostra domanda, questo blog è la risposta.

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