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~ considerazioni in ando e in endo

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Archivi tag: Wes Anderson

Recensionando / L’isola dei cani

05 sabato Mag 2018

Posted by Elisa G. in 2018, Cinematografò, Recensionando

≈ 2 commenti

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animali carini, Autocompiacimento registico, Berlinale, Berlinale 68, Bill Murray, Bryan Cranston, delicate palette cromatiche, film d'animazione in stop motion, Giappone, hipsteria portami via, Jeff Goldblum, Koyu Rankin, Kunichi Nomura, Wes Anderson

C’è stato un tempo in cui il cinema di Wes Anderson era davvero una chicca appannaggio quasi esclusivo dei cinefili che facevano dei loro gusti anticonformisti e ricercati motivo di vanto e punto d’onore. Poi è arrivato l’Internet delle masse e dell’alta velocità, l’hipsteria si è diffusa e insieme a barbe imperanti, polaroid e magliette a righe Wes Anderson è diventato l’equivalente della Marvel in campo fumettistico.
Incurante del suo ruolo contraddittorio di riferimento estetico di massa e icona di nicchia hipster (e della disperazione dei fan dell’epoca, costretti a scegliere se essere conformisti e sprezzanti rispetto al loro idolo), Wes Anderson è andato per la sua strada, continuando ad essere cinematograficamente fedele a sé stesso. Ormai non c’è davvero più bisogno di spiegare cosa e quanto ci sia del suo estro e del suo gusto in un film come L’isola dei cani, quindi concentriamoci piuttosto su un nome che non dovrebbe eppure ha ancora bisogno di presentazioni; quello di Kunichi Nomura.

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Recensionando / The Grand Budapest Hotel

10 giovedì Apr 2014

Posted by Elisa G. in 2014, Cinematografò, Recensionando

≈ 1 Commento

Tag

Adrien Brody, Alexandre Desplat, Autocompiacimento registico, Berlinale, Berlinale 64, delicate palette cromatiche, Edward Norton, F. Murray Abraham, Harvey Keitel, Hugo Guinness, Jeff Goldblum, Jude Law, Léa Seydoux, Mathieu Amalric, Milena Canonero, Oscar 2015, Owen Wilson, Ralph Fiennes, Saoirse Ronan, Stefan Zweig, Tony Revolori, Wes Anderson, Willem Dafoe

tgbh 1Vincitore del gran premio della giuria a Berlino in un’annata dalla selezione parecchio deludente, The Grand Budapest Hotel conferma il livello impressionante di coerenza narrativa e stilistica che Wes Anderson riesce a mantenere pellicola dopo pellicola. Tanti altri sceneggiatori e registri dallo stile così marcato ci hanno insegnato quanto sia facile rompere l’equilibrio che rende eccesso e stravaganza gradevoli, non riuscendo mai a replicare i fasti d’inizio carriera. Ad Anderson invece si può solo rimproverare l’andamento orizzontale della sua linea qualitativa, appena intaccata da un crescente immobilismo di tematiche e soluzioni narrative. Il resto è da applausi.

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Specialando / Berlinale 2014

10 lunedì Feb 2014

Posted by Elisa G. in 2014, Cinematografò, Specialando

≈ 1 Commento

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Berlinale, Berlinale 64, c'e' anche un po' d'Italia, Celina Murga, Claudia Llosa, Diao Yinan, Domink Graf, Edoardo Winspeare, Edward Berger, film PESO, George Clooney, Gianni Amelio, Hans Petter Moland, Jalil Lespert, Karim Aïnouz, Richard Linklater, Saoirse Ronan, vincitore di premio a forma di qualcosa di un metallo solitamente dorato, Wes Anderson, Yann Demange, Yannis Economides

berlinale locandinaIl Festival internazionale del film di Berlino non è esattamente in cima alla mia personale classifica di kermesse cinematografiche da tenere d’occhio. Motivo: la selezione è accuratamente realizzata per essere rappresentativa di tutti i film più PESO dell’annata in questione. Quando va bene sono bellissimi film PESO, quando va male sono mattonate indigeribili.
Inoltre ammetto di essere più propensa a contesti più glamour e hollywoodiani, mentre talvolta la Berlinale sembra un residuato dell’atmosfera rigida e fatiscente dell’ex Berlino est.
Stavolta però mi sono detta: chissà, magari mi sto perdendo dei filmoni che più avanti adorerò solo perché hanno l’icona dell’orso in locandina e non la palmetta. Ecco a voi una rapida selezione dei film più interessanti presentati dentro e fuori il concorso. A voi l’ardua sentenza.

[AGGIORNATO CON I VINCITORI]

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Recensionando / Moonrise Kingdom

08 martedì Gen 2013

Posted by Elisa G. in 2012, Cinematografò, Recensionando

≈ 2 commenti

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adolescenti problematici, Alexandre Desplat, Bill Murray, Bruce Willis, Costumismi, delicate palette cromatiche, Edward Norton, fotografia leccatissima, Fottuto Cervo Metaforico, il clichè dell'orfano, Jared Gilman, Kara Hayward, non c'ho voglia di fare i casting, operazione nostalgia, sento puzza di hipster, Tilda Swinton, Wes Anderson

Ultimo film visto in sala nel 2012, ampiamente anticipato dai gridolini estatici di voi fighette hipster là fuori.

Moonrise Kingdom Susy Sam

Stavolta poi siamo qui a parlare di un film non solo amato da critica (fighetta) e pubblico (come sopra), ma che si è rivelato un discreto successo commerciale, rientrando ampiamente dei 15 milioni di dollari di costo iniziale, su cui chissà quanto hanno inciso i quadretti a mezzo punto o l’allestimento della recita parrocchiale.
Prima di girare a vuoto, cominciamo.

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SFF lover, pro reviewer, every day shipper.

Elisa Giudici, talvolta Gardy, sempre io.

Malvagia, misteriosa ed esotica, ho finito per fare del mio recensire a tempo perso un lavoro, tranne qui, dove continuo a perdere tempo dietro a cinema, letteratura e televisione.

Elargisco aggettivi e rintraccio sottotesti dalla nebbie padane, sognando tappeti rossi, viaggi interstellari, drammi vittoriani e statuine dorate.

Il mio animale totemico è un fottuto cervo metaforico (FCM).

Se "ci shippo qualcuno?" è la vostra domanda, questo blog è la risposta.

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