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cartina geografica a inizio volume, coming of age, Deve far male!, fantasy, piangerone, Sofia Smatar, World Fantasy Awards
Se ne stava lì indisturbato sulla mia mensola dal tardo 2014: questo è lo sconcertante potere di una copertina che sembra una brutta fan art di 12 Anni Schiavo. Avevo giurato e spergiurato che, solo come atto di principio, avrei affrontato A Stranger in Olondria nel 2017, ma dentro di me temevo che fosse uno di quei tomi rilevanti nella sua finestra temporale di dibattito che, scaduto il tempo massimo, perdono quasi la loro valenza.
Mi sbagliavo. Del tutto. Il vincitore del World Fantasy Award 2014 è un romanzo notevole e un esordio davvero straordinario, che gode di una fama piuttosto contenuta nella quantità (non nella qualità) solo per via della casa editrice microscopica che lo sostiene e pubblica, la Small Press Beer. Lo stile è diverso, ma la sensazione di lettura è simile a quella data da Jonathan Strange e Mr Norrell: più giri le pagine e più sai di star leggendo una gemma che racchiude anni e anni di lavoro.