Il post di ieri su ebook, pummarole e letteratura non è passato inosservato.
Oggi è giunta la risposta di Neri Pozza, anticipata da un paio di tweet.
Per completezza riporto tutto dopo il cut, con tanto di link per chi fosse interessato ad approfondire ulteriormente la questione.
Lasciatemi però dire la mia opinione: sarò anche una giovane digitale (che utilizza l’espressione EPIC FAIL perché crede che renda più efficacemente un sonoro scivolone rispetto ad un semplice “figuraccia”), ma mi pare che Neri Pozza sbagli l’approccio con un pubblico desideroso di comunicare attraverso i social network e internet.
Neri Pozza ieri è tornata a twittare, indirizzando a Chiara Lino la giustificazione per aver cancellato l’intera conversazione riportata nel post precedente.
Non capisco perché cancellare un’intera conversazione quando il suddetto insulto era riportato in un mio tweet e sarebbe comunque rimasto.
Ah, il mio tweet giudicato insultante è questo.
Vorrei capire dove stia l’offesa nel percepire (non accusare) come un furto il prezzo di un ebook in quanto molto alto. “E’ un furto!” è un’espressione piuttosto comune.
La conversazione è stata cancellata dal nulla, senza preavviso, senza lasciar tracce: lascio giudicare a voi se il mio tweet giustifichi una simile reazione.
Qui invece trovate il lunghissimo commento di Neri Pozza all’accaduto.
In due righe lo trovo un po’ confuso nelle motivazioni, un po’ acido nell’argomentazione (ma sono stata piuttosto acida anche io, quindi ci sta) e SOPRATTUTTO non riporta il link al mio post e all’articolo su il post.it.
Sostanzialmente è ermetico per chi non conosca tutta la questione e trascura di linkare chi ha aperto la polemica (io), criticando entità vaghe dell’internet.
Sono qui, rispondo, sono aperta al confronto, sono un po’ polemica, quello sì, specie quando mi si vuole liquidare come digital youth che farebbe bene ad andare il libreria. Come cliente da anni della suddetta casa editrice, un po’ mi secca e ferisce.
Vi è, infine, un’ultima considerazione che soprattutto la digital youth dovrebbe considerare: non si capisce perché un’opera di ingegno come un romanzo debba costare un’inezia rispetto ad altri prodotti. Perché un’opera letteraria deve valere molto ma molto meno di una dozzinale t-shirt o di un paio di pomodori, per dirla con il nostro ammiratore del cavalier Marino?
L’ebook non è solo formidabile per il risparmio di tempo, peso e mobilità, ma anche perché dovrebbe permettervi di abbattere parte del prezzo di copertina, perché salta dei passaggi legati al supporto cartaceo che portavano ad aumentare il prezzo del libro fisico. Vi si è cortesemente chiesto in QUANTO constasse questo effettivo risparmio per voi, che poteva significare un risparmio per noi e, quindi, più libri per tutti.
Voi vi siete arroccati su questioni di principio, sulla qualità, sulla Letteratura e sulle pummarole, invitandoci ad andare il libreria.
Il mondo è sempre cambiato, poco a poco, lentamente, inesorabilmente.
Io non sono una nativa digitale come voi credete, non sono nemmeno così giovane da non aver già visto arti e mestieri scomparire perché si rifiutavano di rapportarsi al cambiamento. E per “cambiamento” vuol dire anche accettare che attraverso internet non arrivino solo complimenti o ordini di acquisto ma anche richieste e critiche, anche dal tono ironico o acceso. Non nascondiamoci: internet è un ottimo mezzo, ma sa essere anche spietato. Nascondersi non è la soluzione.
Infine, io NON capisco perché le opere di ingegno non possano costare MENO grazie al passaggio al digitale, come tanti altri prodotti di cultura che nella sostanza rimangono pregevoli, mentre il mutamento di prezzo li ha resi solo più accessibili.
Nessuno vi ha chiesto di svendere i vostri prodotti, vi abbiamo solo chiesto di darci un prezzo percepibile come adeguato (o di spiegarci perché quello attuale dovrebbe essere tale), e ci è stato risposto che dobbiamo pagare per una questione di principio senza fornire altre spiegazioni. Ora avete dato la risposta che attendevo e riporto fedelmente:
Molto meglio una via dei prezzi equilibrata che veda le edizioni principali tra i 15 e i 18 euro, i tascabili a 9-10 euro e gli ebook a circa un 30-35% in meno del prezzo delle edizioni principali.
Grazie comunque per la risposta, soprattutto su una cosa siamo d’accordo.
[…] crediamo fermamente che gli ebook possano contribuire in maniera considerevole all’accrescimento del numero dei lettori.
…mi permetto di approfittare del suo blog per due parole a Neri Pozza (non sono utente di Facebook e non mi iscriverò certo per quanto segue):
Egregio Neri Pozza,
(intendendo accomunare nella definizione il Proprietario, il Responsabile della Redazione e l’autore materiale della risposta linkata)
le argomentazioni che porta sono discutibili, e saranno certo discusse; ma non da me.
L’arroganza di cui la Sua risposta è pervasa – e che sarebbe ridicola anche se Llei fosse Giulio Ricordi in persona, e avesse appena scoperto e pubblicato Giuseppe Verdi – non mi consente che di augurarLe un rapido fallimento, con contestuale pignoramento fin degli stracci che indossa.
Quanto all’erudito e colto collaboratore che non ha trovato di meglio, per sbarcare il lunario, che fare il “negro del twitter” per Neri Pozza, si tratta evidentemente di orecchie rubate ai call center di cartomanzia. Peccato solo per le risorse, pubbliche o private che siano, sprecate nella sua formazione.
Con tanti omaggi a Eco, Focault, Basile e financo Wilde (siamo ai baci perugina, praticamente).
Un mero (e ex-potenziale) cliente.
Esagerato, caro ricco e spietato. Neri Pozza è una delle case editrici storiche dell’editoria e della cultura italiane. E’ nata nel ’46, è stata la casa editrice di Montale, Gadda, Parise, Bontempelli, fondata da una geniale figura come Neri Pozza, scrittore, artista e intellettuale antifascista. Ha ora uno dei migliori cataloghi di narrativa esistenti in Italia. E’ una fortuna che esista e chiunque abbia a cuore i libri e la cultura dovrebbe augurarle lunga vita…
Nessuno ha detto che un romanzo debba costare meno di cose che Neri Pozza giudica dozzinali (da quale torre d’avorio, poi?) ma solo che la versione digitale non avendo costi di stampa e distribuzione costi meno della versione cartacea.
E per dire: una cesta di pomodori coltivati con passione meglio di tutta la bibliografia di Bruno vespa.
Un Giovine digitale