Tag
Einaudi, Emmi Itäranta, fantascienza, Frassinelli, i libri con gli alieni e le astronavi, Jeff VanderMeer, Jim Butcher, Karl Schroeder, lieber, Rudy Rucker, Urania, Urania Collezione, Vernor Vinge, zona 42
Urania 1623 – Wetware, gli uomini robot di Rudy Rucker Questo mese ci lanciamo in un ardito esperimento: raccogliamo i fatti oggettivi riguardo al volume e poi tentiamo di capire il grado d’imperdibilità dell’uscita. Cioè quello che ho sempre fatto al netto dell’ironia faceta. Vediamo se approdiamo a conclusioni differenti o se vi viene una botta di sonno durante la lettura. Dunque, siamo in presenza di una ristampa i capolavori, quindi depenniamo l’inedito dall’elenco di fattori che aumentano l’eccitazione per le uscite mensili. Secondo volume della quadrilogia di Ware (1988) è apparso nel 2001 sulla medesima collana, numero 1419. La quadrilogia è stata pubblicata per intero da Urania entro il 2005 (quindi non ci sono inediti da attendere, +1) e non mi risultano ripubblicazioni del primo volume, Software, quindi questa ristampa parte dal secondo tomo del ciclo (-1)? Non vedo l’ora che passi un decennio e il mio blog divenga un archivio a cui attingere per dissipare questi dubbi…e già mi stava partendo una battutaccia. Trama: a undici anni dagli eventi del primo volume, i bopper (robot senzienti creati dagli umani, attorno a cui ruotava Software), dopo averci fatto il mazzo ed averci assoggettati, cominciano a creare degli epigoni di carne, dei simil umani da schiavizzare mentre tentano di raggiungere una coscienza condivisa unica tra umani e varie fazioni di robot in lotta tra di loro. A noi ovviamente la cosa non è che stia bene e, non sapendo che pesci pigliare, tentiamo il loro creatore umano con l’immortalità per tirarci fuori dai casini. E dato che si parla di fatti, introduciamo da questo volume un’altra considerazione in merito alla diversità di autori presenti in collana: autore maschio, bianco, americano, presumibilmente eterosessuale. Prima che parliate di maggioranza e io attacchi un lunghissimo pistolotto sulla rappresentazione, prendetela come l’informazione oggettiva che è e vediamo a fine anno che succede, ok? Lo leggerò? Punti di forza: sia il primo che il secondo volume hanno vinto il Philip K Dick Award! Non solo, stiamo parlando di una quadrilogia conclusasi a inizio millennio, quindi si tratta di un titolo mediamente rilevante, ancor oggi abbastanza letto e lontano dalla golden age. Per gli standard attuali di Urania è un titolo abbastanza recente. È opinione abbastanza diffusa che questo volume sia il migliore dei quattro. Riguardo alle valutazioni ha una media di 3,79 su goodreads e non se la cava male su Anobii, tra i lettori dell’edizione italiana. Nelle recensioni però non c’è un discorso specifico sul libro e non ne mancano di negative. Facendo qualche ricerca tra i best del decennio e del genere, non l’ho mai visto citato nelle top 10: un criterio molto casereccio, lo so, ma possiamo affermare che non sia un titolo di primissima fascia e che la sua rilevanza sia parzialmente diminuita col tempo, nonostante i premi? Inoltre la trama è legata al primo volume, non in maniera imprescindibile ma mi ha richiesto comunque qualche ricerca su Software che comprendere la quarta di copertina inglese. Conclusione: come media direi che è superiore alle ultimissime proposte Urania, ma rimane un titolo molto amato prevalentemente dai fan dell’autore e da chi lo lesse nel periodo di stretta attualità dall’uscita e l’ha in seguito recensito. Discretamente famoso e sicuramente apprezzato anche dalla critica, la qualità non si discute, ma non imperdibile. Aggiungiamoci che non sarà facile recuperare il primo volume, che non è stato ristampato di recente (si può fare un appunto al curatore a riguardo senza sembrare sulle barricate?) e, soprattutto, che quel gran fico di Rucker ha reso disponibile in maniera gratuita l’ebook contenente l’intera quadrilogia sotto creative commons! CINQUE ALTISSIMO BRO e cito Cory Doctorow “the Wares is my favorite free CC book of all time!” Trovate il volume scaricabile QUI e a scanso di equivoci, viene linkato QUI, sul sito ufficiale dell’autore. Se dovessi leggerlo, beh, direi che cliccherei sul pulsantone “download” urlando fortissimo grazie Rudy, grazie!
Urania Collezione 153 – Il Mondo di Grimm di Vernor Vinge Fatti: Grimm’s World, primo romanzo di Vinge del 1969, nato come trio di novelle (nel senso inglese del termine) ed espansosi per ottenere un primo contratto editoriale serio, uscito poi in versione ulteriormente espansa nel 1987, approdato nello stesso anno su Urania 1057 con traduzione di Annarita Guarnieri, che possiamo ragionevolmente aspettarci di rivedere in edicola. Uno dei tre romanzi fuori dai cicli dell’autore, maschio, bianco, americano, presumibilmente eterosessuale. Trama: Tatja Grimm viene ritenuta una mente deficitaria nel mondo semi-primitivo in cui vive, ma in realtà questa incomprensione è frutto della sua curiosità e della sua intelligenza, di svariati gradi superiore a quella di chi la circonda. La giovane è abbastanza furba e spregiudicata da sfruttare questo vantaggio, e le menti attorno a sé, per raggiungere i suoi intenti. Un ruolo importante nella trama lo gioca Fantasie, una rivista SF vecchia di settecento anni di cui pare essere sopravvissuta un’unica copia, nelle mire di Tatja e di altri, desiderosi di studiarla o distruggerla. Così a occhio, il classico tema di Vinge dell’intelligenza come fattore indipendente dall’umanità, esistente di per sé e in grado di cambiare le sorti tecnologiche e comunicative. Se sbaglio, o lettori, mi corigerete. Sul fatto che Vernor Vinge sia un grande nome della fantascienza tradizionalmente intesa, nessun dubbio: ha vinto un sacco di Hugo e ha postulato il concetto di singolarità tecnologica, sostenendo nel 1993 che in tre decenni saremmo stati in grado di creare intelligenze super umane e che saremmo scomparsi come specie poco dopo. Ve lo ricordo così arrivate preparati. Lo leggerò? Si tratta del primo romanzo di Vinge e non rientra nel novero dei titoli premiati. Sulla qualità dell’opera osserviamo un 3,23 su goodreads e una quantità di valutazioni scarsa per l’edizione italiana, e virtualmente zero recensioni italiane dedicate (corigetemi!), perciò mi azzarderei a definirlo un titolo secondario dell’autore. Per farvi un esempio Rainbow’s End (2006), uno dei romanzi più tardi dell’autore pubblicati da Urania, è molto più noto e recensito qui e all’estero. Conoscendo la densità di concetti che ha quel romanzo (che ho letto e ho moderatamente apprezzato, nonostante una traduzione tagliata e riassunta non abbia giovato alla sua comprensibilità) forse mi sentirei più invogliata a leggere questo primo romanzo che titoli più virati sulla hard SF. La lamentela più diffusa sul titolo è che i vari nuclei narrativi di racconti medio lunghi non siano ben amalgamati tra loro e rimangano entità distinte. Personalmente lo ritengo un titolo ininfluente di un buon autore. Diciamo che considerando le proposte delle altre case editrici, se dovessi spendere soldi in titoli SFF a ottobre, non sceglierei questo titolo, sì. Su blog di Urania è anche stato pubblicato la classifica aggiornata (che a quanto pare avrà scadenza annuale) degli ebook più venduti. Per il momento mi limito a ricordarvi che lo trovate QUI e qui sotto, ma prima o poi due parole in merito le spendiamo di sicuro:
Ricevo e giro con piacere un’impeccabile segnalazione legata al mondo della fantascienza italiana: Fabio Carta ha appena pubblicato con la Inspired Digital Publishing Arma Infero – il mastro di forgia, un romanzo di fantascienza (e stavolta ci viene precisato con gran dovizia di particolari anche il sottogenere: military sci-fi/space opera/distopico e planetary romance) primo corposo volume di una saga. Cose che le grandi case editrici e Urania dovrebbero imparare da queste piccole realtà: mandare cartelle stampa impeccabili e avere una pagina di presentazione del titolo curata come QUESTA. Su Muareb, un pianeta devastato da un conflitto che ancora segna l’umanità che l’ha anticamente colonizzato, l’anziano Karan racconta le gesta del guerriero Lakon, che condusse il pianeta alla suddetta guerra e che non è che abbia avuto proprio questa infanzia tutta coccole e carezze. Mi è stata gentilmente inviata una copia del romanzo a titolo gratuito, voi invece potete procurarvela sui maggiori rivenditori online per 1,99 euro. Gli ho comunque dato una scorsa pur non essendo intenzionata a leggere il romanzo per farmene un’idea e posso dire a tutti gli amanti dei toni e delle atmosfere epiche, iperdrammatiche e delle parolone e aggettivazioni arcaiche e ricercatissime che, beh, non è solo la descrizione del loro libro tipo ma anche di questo romanzo.
Prossimamente: A novembre su Urania 1624 verrà ospitato il nuovo premio Urania che consta di due racconti brevie su Urania Collezione 154 Gulliver di Marte di Edwin Lester Arnold. Tornerà poi la collana Millemondi con I libro del tempo di Fritz Leiber [IN AGGIORNAMENTO]
EINAUDI
Il 6 ottobre si concluderà la pubblicazione della trilogia italiana Southern Reach, che nel frattempo è valsa all’autore (maschio, bianco, americano, presumibilmente eterosessuale) un premio Nebula e a me un bel giro di confronto con quanti si sono fidati e hanno comprato o questa edizione o quella inglese. Questo perché ormai ci siamo dentro fino al collo e non mi pare il caso di anticipare nulla su Accettazione, perché a questo punto è davvero molto probabile che abbiate già deciso se leggerlo oppure no, quindi mi limito a ricordarvi la data. Sarebbe molto interessante capire come sia andato questo esperimento SF per il grande editore in questione (che comunque ci ha molto lavorato su ed è un punto a suo favore) e se il risultato sia all’altezza delle loro aspettative. Credo che la qui presente sottoscritta faccia di tolla glielo chiederà spudoratamente. Qui ovviamente si spera di utilizzare questo spazio dedicato a loro anche in futuro per altre uscite SFF di rilievo e soprattutto, vivaddio, contemporanee. Nel mio piccolo giro d’influenze conto una ventina di feedback al primo volume acquistato a seguito del mio tentativo di ipnotizzarvi stile psicologa, seguito da solo una quasi unanime reiterazione per il secondo. Tra cui anche alcuni lettori non avvezzi al genere, che accogliamo nel lato oscuro con i nostri deliziosi biscotti. Il responso in generale è molto positivo, ma si divide tra chi ama di più il primo libro e trova il secondo buono ma un po’ troppo lungo e chi non gradisce il primo ma adora il secondo (un gruppo lievemente più piccolo). Evvai!
FRASSINELLI
Un caloroso benvenuto anche a Frassinelli tra gli editori che portano un po’ di SFF nell’italico Paese. Di recente è approdato in libreria La Memoria dell’Acqua di Emmi Itäranta, autrice donna, bianca, finlandese, candidata al Philip K. Dick, Arthur C. Clarke, al Kitschies e al James Tiptree Jr Award con questo romanzo uscito nel2012 (contemporaneità! *O*) in finlandese e poi da lei stessa tradotto in inglese prima di approdare in venti Paesi, tra cui anche l’Italia. Mondo distopico in cui c’è una grande carenza di acqua (alla The Water Knife) ma ci sono ancora amanti del tè pronti a servirsene per perpetuare questa usanza come simbolo di potere e prestigio nella nuova società creatasi, in cui non è semplicissimo sopravvivere ma non ci sono sovracostrutti dittatoriali pieni di regole e competizioni. Già mi piace. La protagonista Noria Kaitio è una giovane legata ai riti del tè che sta tentando di diventare master come il padre, che le consegna il segreto sull’ubicazione di alcune rare riserve idriche, nozione tramandata in famiglia da generazioni. Siamo nel New Qian, uno stato che ha sostituito le attuali realtà scandinave dopo che la Cina ha preso possesso dell’Europa. Kaitio dovrà quindi decidere come usare questa importante informazione logistica da cui dipende il suo villaggio, attorniato dalle milizie e sempre più a corto di riserve idriche. Anche se i protagonisti sono tutti adolescenti, il libro, almeno in Finlandia, è considerato normale narrazione per adulti. Insomma, un titolo con il lirismo distopico alla Station Eleven che alcuni accomunano ai soliti 3, 4 grandi nomi femminili SFF…ma perché è davvero così figo o perché quando esce un titolo di una donna si va sempre a parare in zona LeGuin/Atwood? Mi piacerebbe indagare, nonostante per me la copertina italiana sia un no (soprattutto rispetto alla bellissima cover originale). Di certo un titolo che mi induce in grande tentazione.
ZONA 42
Sembra ieri che i tipi di Zona42 facevano i primi passi nell’editoria italiana ed ecco che siamo già al secondo volume del ciclo Virga, Regina del Sole di Karl Schroeder (autore maschio, bianco, canadese, presumibilmente eterosessuale), con copertina dalla palette sinergica al titolo. Non mi dilungherò in dettagli sulla trama perché ho come l’impressione che, a partire dallo spunto in copertina, siano lievemente spoilerosi se volete recuperare il primo volume e mettervi alla pari. Vi rimando quindi al mio parere pregiudiziale sul primo tomo, aggiungendo che nel frattempo sto un po’ tentennando, perché il libro ha ottenuto ottime recensioni italiane un po’ ovunque, ma per fortuna ci sono pigne e pigne di libri a impedirmi fisicamente di pensare ad altri colpi di testa nell’immediato futuro. Se il genere vi piace però, ragazzi, a conti fatti è stata una delle (poche) uscite inediti più interessanti in questo senso. Se poi l’avete letto, facciamo alla maniera degli alcolisti anonimi: sediamoci in cerchio nei commenti e diteci come è andata. Per chiudere, stavolta al posto della segnalazione di un’anteprima straniera (su cui sarei curiosa di avere un feedback: interessa o fottesega?) una bella lista di uscite e rumours vari ed eventuali:
- a ottobre abbiamo perfino un mistero: dovrebbe uscire a breve un nuovo romanzo di Jim Butcher, Cold Days. della serie The Dresden files. Che se un po’ mi conoscete, capirete che non è proprio il mio autore del cuore, ma è un nome importante con un grosso seguito che vedrebbe l’ennesimo volume della sua serie simbolo, il quattordicesimo, pubblicato anche in Italia. La voce e la scheda di anteprima girano già da qualche mese però in libreria c’è calma piatta. Dobbiamo guardare in direzione Rizzoli che ha pubblicato Le furie di Calderon nel 2010? Gargoyle? Chissà. Mi piacerebbe poi capire: l’autore ha un seguito anche italiano? Chi sa qualcosa, parli o meglio, commenti!
- Altro titolo in arrivo in un futuro prossimo non meglio precisato: Il prisma nero di Weeks Brent. Ve la butto lì fino ad ora ma ne riparliamo quando avremo qualcosa di più concreto.
- Nonostante molti di voi mi lancino impercettibili segnali codici tentando di indurmi a leggere il plurinominato City of Stairs di Robert Jackson Bennett (e sì, avete decisamente la mia attenzione), pare che non ne riparleremo presto, almeno sul mercato italiano. Chi meglio dell’autore ne sa qualcosa a riguardo?
so far city of stairs has been acquired for latvian, german, polish, romanian, brazilian, taiwanese, russian & complex/simple chinese rights
— robert j bennett (@robertjbennett) 23 Settembre 2015
//platform.twitter.com/widgets.js
STRANIMONDI
Sono molto orgogliosa di annunciarvi che anche grazie all’appello di gerundiopresente (che ha indiscutibilmente attirato l’attenzione del fandom italiano, mettiamola così) StraniMondi ha raggiunto il suo traguardo e quindi…ci si vede il 10 e 11 ottobre a Milano! Io ci sarò e ho intenzione di partecipare a quanti più incontri possibili, compatibilmente con alcuni impegni che, ahimé, mi impediranno di piazzare le tende per tutta la durata della convention. Il ricco programma lo trovate QUI. Presto su queste pagine: Mettiamola così: credo di aver spiegato con dovizia di particolari anche al mio calorifero ancora non in attività perché The Traitor Baru Cormorant è una bomba. BOOOOOM! Il problema è che mi sento un po’ un’infame a venir qui a meno di dieci dall’uscita inglese a spandere lodi sperticate perché ho potuto leggerlo grazie a una copia recuperata del tutto fortuitamente. Tuttavia continuano a piovere ovunque recensione quasi sempre fantasmagoriche…voi fatemi un cenno anche solo quasi impercettibile e io partirò in quarta. Il post è in perenne stato di aggiornamento: se sei a conoscenza di uscite qui non segnalate, lascia un commento e provvederò ad aggiornare al volo. Grazie! Per segnalare comunicati stampa, nuove uscite, autopubblicazioni e inviare review copies, trovate i recapiti nella sezione ABOUT.
Mah diciamo che Wetware non lo prenderò. Niente contro l’autore, che anzi è bravissimo e nessuna presa di posizione preconcetta contro Urania ( mi piacerebbe vedere più originali e meno ristampe, più traduzioni integrali e meno tagliate, questo si ) Però con estremo dispiacere mio anche questo mese passo. Mi rendo conto che si tratta di una idiosincrasia mia ma i cicli preferirei averli dal primo volume non dal secondo. Mi rendo conto che la politica delle ristampe sarà sicuramente dettata da esigenze legittime loro però vorrei che anche loro a Segrate si rendessero conto delle mie altrettanto legittime esigenze di lettore.
Però dal momento che in questo momento sono ospite da te e non voglio abusare dei tuoi spazi mi fermo qui e rimando le mie considerazioni “uraniane” ad un futuro post per il mio blog.
Dico anche che avendo apprezzato altre cose di Rucker la segnalazione che tu fai sulla scelta dell’autore di mettere a disposizione l’intero ciclo sotto creative commons per me da lettore e da appassionato gli fa doppiamente onore.
Per quanto riguarda il resto, beh…inutile dire che anche io attendo con molto interesse l’uscita di Regina del Sole.
Mai nessun preconcetto contro Urania o altri. Non vedo l’ora che esca il tanto atteso Tiptree, per dirne uno, per far partire l’hype. Sarebbe però bello avere qualche altro titolo così atteso (e inedito) da attendere.
Allora mi metto già ad attendere quel post su Urania, che immagino condividerò in larga se non completa parte.
Per fortuna ultimamente anche altre case editrici portano avanti proposte interessanti e soprattutto rivolte a un pubblico variegato e qualche lettore nuovo, nonostante tutto, si vede.
Chi non ha letto Rucker: “reckupery” subito!!
Reckupery è stupendo!
Immagino tu ne sappia qualcosa: da dove è bene cominciare?
“che ha indiscutibilmente attirato l’attenzione del fandom italiano”
…in effetti 🙂
BTW La memoria dell’acqua incuriosisce molto anche me.
Ci si vede a Milano!
Ci conto, anche per un certo incontro sul piano editoriale 2016 di una certa casa editrice…eheheh.
Ma a proposito di Gargoyle… Il sito è irraggiungibile e la pagina facebook non è aggiornata da mesi, c’è da pensare male?
Qui c’è un Zoe’s Tale che aspetta di essere pubblicato 🙂
Non penso male, ma c’è una mesta aria di liquidazione per cessata attività. Speriamo di sbagliarci.
Che delusione i prossimi Urania, speravo in qualche novità clamorosa viste le vendite di tutto rispetto di Reynolds… Quoto in toto sul tema delle piccole case editrici e mi hai incuriosito molto con quel Fabio Carta!
PS: W Schroeder!!!
Jimi, sulle vendite è una sensazione o hai qualche dato attendibile? I più venduti li hanno pubblicati una volta, poi il silenzio.
Hanno messo la classifica delle vendite ebook qualche giorno fa sul blog ufficiale per poi togliere tutto e ho visto che il Jumbo 2014 era tra i primi 10 se non ricordo male. Quando son tornato per riguardare meglio avevano tolto tutto ahimé… Cmq a vedere le recensioni dovrebbe aver avuto un buon riscontro tra il pubblico italiano, generalmente molto schizzinoso riguardo alle “novità”. Un altro dato interessante è che per tutta estate “Il prefetto” di Fanucci era ai primi posti dei remainders su IBS: vorrei far notare che è l’unico romanzo di Reynolds presente in libreria in italiano, almeno formalmente…
Prima mi son dimenticato di ringraziarti per i link di Rucker 😉
È sempre un piacere!
Ah dannazione, io ci passò quasi tutti i giorni ma sono stata sfortunata…qualcuno magari aveva fatto uno screenshot? Sarei davvero molto, molto curiosa.
Sul blog di Urania hanno postato la classifica degli ebook più venduti per un motivo ben preciso, secondo me (e poi dirò perché lo penso): dimostrare perché si insista a pubblicare determinati autori nonostante le lamentele che arrivano da più parti; infatti tre delle prime quattro posizioni sono occupate da A. C. Clarke, con “Incontro con Rama” (secondo me IL libro di sf da mettere in mano a qualsiasi neofita, per semplicità e fascino ineguagliabili) al primo posto, seguito da “Le Fontane del Paradiso” al secondo e dal postumo con F. Pohl al quarto (al terzo e quinto posto i due volumi di racconti di F. Brown), gli altri non li ricordo.
Come a dire: ecco il perché del prossimo Jumbo clarkeiano (se confermato), quindi lamentatevi pure ma da un punto di vista commerciale capite che è una scelta perfettamente logica.
Puntare sull’autore più venduto della collana effettivamente non pare sbagliato e se poi il guadagno economico e di nuovo pubblico conquistato lo si investe per qualcosa di più fresco meglio anche per noi che magari storciamo il naso.
Perché penso che lo abbiano fatto per il suddetto motivo? Perché il post seguiva di pochi giorni un’analoga polemica sul blog cugino del Giallo Mondadori, riguardante l’eccesso, lamentato da alcuni, di titoli, uno ogni tre mesi, di E. S. Gardner (cioè il papà di Perry Mason) e, in subordine, di R. Bowen.
Dalla classifica degli ebook più venduti sul blog del GM si evinceva che, come Clarke su Urania, Gardner la fa da padrone sul GM, occupando le prime posizioni, seguito dalla Bowen e dalla Perry .
Il messaggio non poteva essere più chiaro: “pubblichiamo ciò che vende, non ciò che piacerebbe a noi, seguiamo il gusto del pubblico, non il nostro, è l’acquirente che fa il mercato, come sempre, mettetevi l’animo in pace.”
Io almeno l’ho interpretato così.
Il messaggio è indubbiamente quello, ma la classifica mi comunica altro:
-molti volumi sono in classifica da più anni, quale segnale più chiaro del decadimento della qualità delle proposte? CFR. Il numero uno, il primo volume uscito in eBook
-Le pochissime novità inedite qui segnalate come imperdibili sono tutte in classifica, ma non sono seguiti annunci di nuovi Reynolds, Scalzi e McDonald, nonostante siano a metà classifica. Cioè si ascolta la voce del mercato solo quando torna comodo.
-Non sarà che Clarke è Heinlein vendono così tanto perché le altre riproposte del passato sono davvero romanzi marginalissimi?
-Non sottovalutiamo il fandom classico di Urania, che guida i “neofiti” all’acquisto di quei titoli specifici.
Comunque la classifica merita un po’ di riflessione a sè con altri dati. Potrebbe arrivare un post.
Bravissima che l’hai trovata! Mi ricordavo che Reynolds era messo bene, anche se ho sbagliato di una posizione! (Poi mi rivelerai le tue fonti XD)
Sul commento di Mauro la penso esattamente come te: semmai è esattamente il contrario! Autori “nuovi” come Scalzi, Reynolds e McDonalds sono nella classifica dei primi 20 Urania più venduti in versione ebook tra tutti gli Urania (disponibili in ebook) a settembre 2015! Questa è la riflessione! Sono autori che la primaria casa editrice italiana NON ha portato ancora il libreria, lasciando il compito a case editrici minori, e che appena pubblicato spaccano (cito Skin)…
Sono autori che portano nuovi lettori a Urania, mentre Clarke & c. sono CLASSICI, come lo sono ASIMOV e BRADBURY, perennemente nella classifica di genere di IBS, ma questo non vuol dire che bisogna per forza puntare su questi autori e non pubblicare un MAZE RUNNER o un HUNGER GAMES: io, personalmente, opto per averli entrambi sugli scaffali e lasciar fare la scelta al lettore. Mi piacerebbe, infatti, rivedere anche titoli gloriosi della SF moderna in versione economico-tascabile (Oscar o Cosmo Nord) ma per ora picche!
Infatti!
Non è che qui non si vogliano rivedere i grandi classici (magari io adesso li leggerei comunque in inglese, ma molti sono fuori catalogo anche in originale), però guardiamo la classifica con più attenzione: i cosmolinea, la macchina della realtà e Aaa, che erano veramente introvabili e non pubblicati da decenni, hanno venduto molto. Sono uscite che io stessa ho comprato e consigliato. Altra storia è il povero Clarke pubblicato e ripubblicato a distanza di pochi anni anche con le sue opere minori, quando un Delany, una Russ, una Tiptree non escono mai oppure solo con due rimasugli.
La classifica non suggerisce anche che se ristampi un classicone di qualità fuori catalogo da anni vende? La Tiptree non sarà mica che non figura perché i due romanzi non sono di certo il punto forte della sua produzione? Idem Delany?
Un paio di segnalazioni dal lato fumetti
1) Il 16 ottobre esce per la Bonelli il primo numero della terza stagione di Orfani: Nuovo Mondo.
In Orfani ogni stagione è una storia a se stante, ambientata nello stesso mondo post-catastrofe, condivide alcuni dei personaggi ma è leggibile autonomamente.
La serie è creata da Roberto Recchioni ed Emiliano Mammuccari, una parte del design è curata da LRNZ. Ai testi collaborano anche Mauro Uzzeo e Luca Vanzella, Il primo numero è scritto da Recchioni e Vanzella e disegnato da Gigi Cavenago.
Riguardo all’accoglienza delle stagioni precedenti (con piccolissimi spoiler)
Prima stagione: è stata abbastanza divisiva, ci sono state critiche all’essersi appoggiati troppo sull’immaginario consolidato della sci-fi militare (da Aliens ad Halo passando per Starship Troopers) e su dinamiche adolescenziali-supereroistiche. Chi l’ha apprezzato (anche io) invece sottolinea la maturazione dei personaggi e la stratificazione di temi anche complessi partendo da quella che sembrava un’idea banalotta (gli alieni ci hanno attaccato, andiamo a fargli un mazzo tanto. e invece nulla è come sembra)
Seconda stagione: cambia completamente l’ambientazione, dallo spazio all’Italia devastata dalla catastrofe iniziale, un piccolo gruppo di personaggi in fuga da sud a nord, dalla nuova capitale Napoli a Milano completamente devastata, passando per Roma senza papa, Lucca, Bologna, l’Emilia… Mi sembra che l’accoglienza sia stata più unanimemente favorevole, anche solo per il magnifico viaggio nell’Italia post apocalittica
Con Nuovo Mondo si ritorna nello spazio, la stagione viene presentata come quella più “space opera” ma di informazione dettagliate non ce ne sono. La stagione dura 12 numeri, in edicola il 16 (o qualche giorno prima, o qualche giorno dopo) di ogni mese.
2) Sempre per il 16 ottobre è segnalata la pubblicazione del quinti volume di Saga, di Brian Vaughan e Fiona Staples, per la Bao.
Non penso ci sia bisogno di particolari presentazioni, il primo volume ha vinto l’Hugo, il secondo e il terzo sono stati candidati.
Una curiosità: in un periodo in cui ottenere una trasposizione cinematografica o televisiva significa fare una montagna di soldi in più, Vaughan continua a rifiutare di discuterne per Saga perché per lui la serie serve a mettere su carta tutto quello che su schermo non potrebbe mai essere messo perché troppo costoso o troppo complicato.
Grazie per le segnalazioni fumettose!
Di Saga prima o poi bisognerà parlare, anche se temo sarà meno entusiasticamente della media.
Sul l’affermazione per il grande schermo io alzo gli occhi al cielo. Credo che sia solo questione di tempo (e di soldi, in senso inverso): nel 2015 non c’è davvero nessun contenuto di Saga che non possa essere portato su schermo in maniera dignitosa, soprattutto perché dal punto di vista produttivo non è nemmeno troppo impegnativa.
Ciao Elisa, è la prima volta che scrivo ma è da un pò che seguo le tue recensioni e mi sono spesso trovato in accordo con i tuoi pareri, oltre ad averli trovati ricchi di una simpatica ironia! Con riguardo a Urania, purtroppo (o per fortuna, almeno risparmio un po!) mi tocca saltare l’appuntamento di ottobre, come ho evitato quello di settembre e molto probabilmente farò con quello di novembre (ad agosto ho salvato solo Tonani, che non mi ha mai deluso, anzi!); per “la regina dei soli”, mi limito a dire che ho già prenotato il volume, e lo attendo con ansia…forza zona 42!!!
La Gargoyle….grandi paure in merito ad una casa editrice che stava pubblicando opere di elevata qualità, soprattutto per il fantasy, incrocio le dita! Inoltre segnalo che la prima parte de “il prisma nero” da te citato è già stat pubblicata e la sitrova senza problemi (per ora, dato l’oscuro mistero che avvolge Gargoyle!).
Non è SciFi (spero di non andare OT) ma la Fanucci riparte con i cartacei di Gemmell; inoltre, ad esplicita mia domanda riguardo alle loro intenzioni nei confronti di China Mieville mi hanno risposto di non averlo abbandonato (spero almeno in Embassytown, dicono suo capolavoro). Di pronta pubblicazione l’ottavo volume del Libro Malazan dei caduti per Armenia, Elara sembrerebbe in procinto di pubblicare una nuova raccolta di racconti di Thomas Ligotti, ed infine Salani…chissà mai che non ci stupisca a breve con un grande ritorno di Terry Pratchett!
Ps. Attendo con ansia anch’io “Accettazione”!!
Ciao Franz, grazie per il commento e le numerose segnalazioni!
Il sentore sul destino di Gargoyle purtroppo anche qui non è positivo, speriamo di avere presto notizie. Hanno un catalogo con parecchi titoli forti, ma anche parecchi problemi di traduzione e editing che non hanno aiutato certo la loro nomea.
Su Mièville stesso discorso: sarebbe stupendo leggere Embassytown, ma se bisogna consumare lo scempio peroetrato nei confronti di The City & The City (trovi sul blog un post con passaggi confrontati in ita e eng), anche no grazie.
Tonani pare sia piaciuto davvero molto. Buon per lui, per Urania e per la SF italiana!
Interesse per Rucker e per un ciclo che non ho letto e mi pare nelle mie corde. Peccato però che io non abbia il primo volume. Ero intenzionato ad acquistarlo e a riporlo sullo scaffale insieme all’ultimo di Sheffield ma la segnalazione dell’ebook originale GRATIZ sta minando le mie intenzioni.
Vedremo. Peccato però affossare un’uscita interessante causa scarsità di accortezza editoriale.
Interesse anche per Vinge (cavolo, mese ‘col botto’ in casa Urania 😀 :D), non conosco il romanzo in questione ma dubito di leggere una fetecchia (a meno che non sia stato tradotto dalle famose trenta scimmie che tentano di riscrivere Shakespeare…).
Spezzo la mia lancia a favore di Regina del Sole: che non ho letto, ma diciamola com’è, la qualità in casa Zona42 è talmente alta che anche quando si vola bassi si passa comunque sopra i grattacieli. Il precedente mi era piaciuto quindi questo non me lo perdo.
Ovviamente mio al momento dell’uscita anche Accettazione, una volta tanto che si riesce a concludere un ciclo concediamoci questo lusso. Io ad ogni modo avevo preferito largamente il secondo 😉
Ps.s: vai di anteprima straniera! Le anteprime sono ganze!!
Insomma, plebiscito per Vandermeer 🙂
Aggiungete anche il mio voto positivo (e quale fosse il più bello tra i primi due: bella lotta!).
Unico grande difetto: il prezzo! A comprarli tutti e tre anche scontati su Internet o in negozio con carte fedeltà varie non si scende sotto i quarantadue euro, un “po’” troppi per quello che, più che una trilogia, non è che un unico romanzo diviso in tre parti…
Non sono d’accordo: un nucleo tematico ma tre romanzi ben distinti (due dei quali dalla mole comunque importante).
Novità editoriali in copertina rigida e pure con una linea grafica dedicata (insomma, l’edizione figa): non costano poco di certo, ma sono in linea con il mercato editoriale italiano e la collana di appartenenza.
È da anni che si discute di come la politica aggressiva di prezzi e uscite mensili di Urania vizi il mercato italiano. Ormai come lettori siamo talmente abituati ai 6/7 euro (loro sì fuori mercato) che ci basiamo su quel metro, non considerando che sono spesso riproposizioni di testi maltrattati a costo zero, cover di Brambilla esclusa.
Se non ricordo male all’uscita US i romanzi costavano 13 dollari in paperback. Che non è pochissimo, considerando il mercato e il formato.
Poi ovviamente si spera tantissimo in un paperback e in qualche sconto, ci mancherebbe.
Tornando al prezzo degli ebook: per me il vero vantaggio del digitale è la disponibilità del libro per periodi molto lunghi a prezzi contenutissimi o gratuitamente (MLOL, Liber Liber…) e le possibilità di sperimentare con la forma. Purtroppo riguardo al primo punto prezzi sono alti e i servizi gratuiti ridotti, nel secondo pare che gli scrittori oggi siano meno intessati a soluzioni combinatorie rispetto al passato (penso a Calvino o Cortazar, che hanno scritto romanzi ipertestuali su un supporto lineare). Se un ebook non offre qualcosa di diverso sal cartaceo, oppure non costa molto meno, la diffidenza rimarrà sempre.
Grazie Michol per gli appunti e il feedback (andiamo di anglofilia!)
Certo che fa un po’ specie parlare di un’uscita interessante per una ristampa dello scorso decennio di cui manca il primo volume. Meglio dei mesi scorsi, però si può spingere solo considerando il panorama generale della collana. Se una ristampa così la mettesse lì Fanucci, non la prenderemmo nemmeno in considerazione.
Oh, quindi tu sei nel Team Accettazione!
Tutte è relativo, ma in effetti messa giù così fa un po’ tristezza…
Riguardo all’Area X: il prezzo in realtà è abbastanza normale. In Italia i libri costano mediamente poco. In lingua inglese spesso trovi a 17$ il paperback. E la copertina rigida di solito la si evita come la peste perché è difficile trovarla a meno di 24.
Che poi, per fare un paragone, a 17€ non ti davano neanche un volume di Olympos di Simmons una decina d’anni fa. E quello sì che era un libro tagliato in due…
Il prezzo del cartaceo è assolutamente normale, sono gli ebook a essere (dal mio punto di vista) fuori mercato.
Ammetto che non ho la minima idea di quanto incidano i costi di stampa sul prezzo finale di un volume. Però concordo che 10€ per il formato elettronico, per sua stessa natura riproducibile in teoria indefinitamente senza costi aggiuntivi, sia un prezzo al quale un non addetto ai lavori fa fatica a trovare una giustificazione.
A incidere è soprattutto il costo dei diritti elettronici, che si pagano a parte. Che poi si tengano i costi artificialmente alti per non affossare il cartaceo, è un elemento da tenere in considerazione.
Anni fa su questo blog si è scatenata un’animata discussione con Neri Pozza in merito. La trovi sotto “la letteratura vale più di due pummarole?” e, se sei un archeologo, troverai anche la loro risposta in un’editoriale ad hoc sulla loro pagina facebook.
Per quel che riguarda Zona 42 posso dire che se dovressimo fare un prezzo “equo” per gi ebook, questo sarebbe decisamente più alto di quello che il mercato ci “costringe” a fare.
A parte il costo dei diritti elettronici (intorno al 25% di media sul prezzo del libro elettronico), quel che incide maggiormente è il costo della traduzione.
Tenete conto che la stampa, che in fondo è l’unico costo aggiuntivo del libro cartaceo (noi non consideriamo i costi di magazzino, che siam troppo piccoli perché questi costituiscano un problema) incide poco sul costo complessivo del volume (un 15/20%, a spanne…).
Il problema credo sia nela natura intangibile del libro digitale che fa si che l’utente medio percepisca comunque come troppo costoso il libro che gli si vuol vendere.
Decisamente, e mi ci metto dentro anche io. 6, 7 euro sembrano un’esagerazione per un piccolo file, devi sempre costringerti a pensare: caspita, è un libro! Avere l’oggetto fisico aiuta, in questo senso.
Tempo fa riflettevo sulla strana deformazione per cui considero 10-15 euro un prezzo onesto per un libro cartaceo, mentre più di 5 per un ebook mi sembrano un furto. Costretto ad acquistare per emergenza Nel mondo a venire in ebook, mi sono sentito fregato, eppure ho risparmiato 5 euro. E nonostante il mio amore per il cartaceo, quello che più conta per me è il testo, quindi la disponibilità immediata e la comodità di lettura al buio. Insomma non so spiegare il valore che attribuisco all’ebook: lo preferisco ma pretendo di spendere molto meno.
Vorrei darmi all’ebook con entusiasmo: la lettura procede più spedita anche in lingua, i prezzi, lo spazio, la comodità. Un importante discrimine che mi frena, a parte quelli da te spiegati: col digitale vado molto più veloce ma assimilo pochissimo. Tempo un paio di settimana e ho rimosso tantissimo di quanto ho letto, un processo che col cartaceo richiede mesi.
Questo a me non capita, su che supporto leggi l’ebook? Io uso principalmente l’ereader e ho lo stesso coinvolgimento della lettura su carta. (Perché di questo credo si tratti, distanza emotiva dall’oggetto)
Su un ereader di prima generazione. Mi è capitato molte volte di parlare con lettori che avevano la medesima sensazione, quindi non credo sia solo un problema di emotività, anzi.
No, in effetti ci sono diversi studi scentifici a riguardo. La ‘non tangibilità’ del supporto elettronico sembra causare in molti soggetti (me compreso) una certa difficoltà nell’assimilazione dei concetti, correlata a difficoltà di fruizione del mezzo. A quanto pare, la dimensione fisica dell’oggetto libro influenza la percezione del contenuto variando aspettative e previsioni nei confronti dello stesso.
Mi ricorda molto la differenza tra vedere una serie tv con cadenza settimanale e fare il recuperone in pochi giorni: nel primo caso, ci metto di più sul lungo periodo ricordo molto più a fondo quanto successo.
Tre decenni dal 1993!? Vuoi dire che è l’ultimo decennio per l’umanità e ancora non ho letto I fratelli Karamazov?
(I due VanderMeer hanno ipnotizzato anche me – non per colpa tua perché ancora non seguivo il blog – e li ho divorati entrambi proprio per la strana sensazione di rileggere la stessa storia con ambientazione e protagonisti diversi, come una variazione).
(Virga manca anche a me, anzi se fate il cerchio coinvolgetemi perché SO che se l’ha pubblicato Zona 42 avrà il suo perché, ma finora non sono riuscito ad andare oltre le prime pagine dell’anteprima).
Al massimo programmiamo un recuperone congiunto di Virga I e II!
Sì ma prima del 2023!
Con serietà: prima di fine anno la vedo durissima. Non so come stiano messe le tue pigne di libri in attesa. Le mie incombenti e minacciose, essendo sempre più alte.
L’unità di misura della mia lista d’attesa è il decennio. (Sul serio, lo scorso novembre ho finalmente letto Teranesia di Egan in un Solaria che avevo dal 2000). Però per Zona 42 faccio uno strappo. Ci aggiorniamo nel 2016?
2016? Fatto!
A ottobre dovrebbe uscire anche Homeland di Doctorow per Multiplayer.
Ciao Elisa, e grazie delle numerose anticipazioni. Il mio cuore ha sussultato quando ho letto di Jim Butcher, un autore che sogno di vedere in italiano da anni (soprattutto Dresden Files). Però, chiedo scusa se non ho capito io, sarebbe in procinto di essere tradotto il quattordicesimo (?!?) volume della serie e non il primo? Mi riallaccio a quanto scritto da Franz su Il Prisma Nero, la prima metà è stata pubblicata a inizio estate. L’ho recensito per la rivista per la quale scrivo e, pur avendolo trovato un romanzo godibile (troncato, certo, e anche male) considero davvero esagerato il rapporto qualità/prezzo dell’edizione (19,50 € per 255 pagine, in brossura). Questo, però, mi ha fatto pensare che la Gargoyle non se la stesse cavando bene, e ho tremato pensando all’edizione italiana di The Darkness That Comes Before di R. Scott Bakker che la casa editrice in questione ha annunciato da mesi. C’è però anche da dire che la Gargoyle ha recentemente trasferito i suoi uffici da Roma a qualche località da me sconosciuta nel frusinate. Che sia questa la causa del silenzio? City of Stairs ce l’ho in lista d’attesa. Il problema è che la mia lista d’attesa è pressochè infinita e, soprattutto, continua a tendere quotidianamente all’infinito.
Vero è che hanno sempre avuto dei tempi di reazione lunghi e che il trasloco può aver inciso, ma questo prolungato silenzio non può che essere sinistro…poi se battono un colpo in libreria, meglio così!
Butcher l’ho riportato con le pinze perché è una notizia di puro nonsense, eppure è segnato tra le uscite future su parecchi siti che le elencano per cui…vedremo.
Già, vedremo. Un’ultima cosa che volevo chiederti da un po’: che tu sappia, ci sono speranze di leggere Kameron Hurley (Worldbreaker Saga) in italiano, prima o poi?
Andrea, io ci provo sempre a fare la domanda a tradimento, ma pare non sia aria, almeno per ora. Gli editori su quel genere al momento non sembrano interessati e per i grandi è un romanzo molto, molto di genere.
Cari editori, sentitevi liberi di smentirmi quanto prima (soprattutto con Baru Cormorant, che è un po’ l’evoluzione naturale della Hurley).
Mese assai magro per Urania questo… Il prossimo c’è la seconda parte dei racconti di Leiber (Il libro del tempo), il Premio Urania (due romanzi brevi), e Gulliver di Marte di Edwin Lester Arnold, altra opera evitabile, dal mio punto di vista.
Grazie per le segnalazioni, aggiorno il post al volo!
Gulliver di Marte può essere solo due cose: uno scherzo di cattivo gusto della redazione o la pietra tombale al Collezione.
O entrambe , per la serie : “Una risata li seppellirà”
urania mai niente di nuovo!